Il gruppo in cammino sulla Via dei Santuari (photo by Franco Colomo)
Sulla Via dei Santuari, l’arte di aprire cammini
La seconda edizione dell'evento "Noi camminiamo in Sardegna". Parole e immagini dall'itinerario la Via dei Santuari
di Franco Colomo

9 Ottobre 2023

5' di lettura

Dai Martiri a Sa Itria fino a Gonare passando per San Cosimo per concludere a S’Ispiridu Santu, un gruppo eterogeneo ma affiatato ha condiviso un cammino a tratti difficoltoso e faticoso ma – per bocca di tutti i partecipanti – entusiasmante ed affascinante. Per quasi tutti la scoperta di una Sardegna sconosciuta, quella dell’interno, per ciascuno l’occasione di misurarsi passo dopo passo con se stessi, con la natura e – per chi ha fede – con l’Assoluto. Lo chiamano turismo lento, ma è molto di più. La speranza è che questa occasione possa attirare tanti altri a percorrere la Via dei Santuari.

Così è stato ribattezzato questo itinerario, tra i quindici della seconda edizione di “Noi camminiamo in Sardegna”, il progetto promosso dall’Assessorato del Turismo della Regione con la collaborazione della conferenza episcopale sarda e di numerosi enti pubblici e privati che puntano sul turismo lento. Ciascun itinerario è stato percorso tra il 4 e il 6 ottobre da piccoli gruppi composti da giornalisti, content creator, esperti di cammini di Terre di Mezzo editore, videoreporter, guide turistiche e ambientali, fotografi e appassionati che si sono poi ritrovati per l’evento conclusivo a Laconi il 7 ottobre.
Otto itinerari lungo il Cammino minerario di Santa Barbara, il Cammino di San Giorgio Vescovo in Sardegna, quello di Santu Jacu, il Cammino di Sant’Efisio (inaugurato per l’occasione), il Cammino 100 Torri, la Via dei Santuari e il Cammino Francescano in Sardegna; inoltre il percorso Studenti in cammino (progetto pilota). Sette itinerari lungo le Destinazioni di pellegrinaggio: Borutta, Dorgali, Galtellì, Gesturi e Laconi (assieme in un percorso che coinvolge anche Genoni), Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Si tratta di suggestivi borghi legati a figure di santi e beati, oasi di ospitalità, silenzio e meditazione, luoghi ideali per una rigenerazione fisica e mentale. In tutto 800 chilometri attraverso i territori di 70 comuni.

Particolarmente significativa, perché ha toccato alcuni dei Novenari del Nuorese, la Via dei Santuari. A percorrerla – oltre la rappresentanza de L’OrtobenePaolo Loi, Paolo Profeta e Andrea Gaetani dell’associazione Camminantes e ancora Paola Pandiani di Terre di Mezzo editore per la quale si occupa della collana Percorsi, Donatella Capizzi Maitan, camminatrice esperta e autrice di due volumi dedicati al Cammino di Santiago; Valeria De Rosa, giornalista di Radio 24, Elisa Gerosa, content creato di Acchiappamappa; Giacomo D’Alessandro, camminatore esperto, fondatore del Cammino dei Ribelli in Liguria, social media manager dell’Agesci; Alessio Saba, responsabile della rete regionale sentieri, Forestas; Pierangelo Orofino, dirigente dell’assessorato regionale al Turismo; tutti accompagnati da un fotografo e un videoreporter, Sergio Sotgiu e Lorenzo Cioglia, anch’essi in cammino con macchina fotografica, videocamera e drone.

A tutti resterà impressa la bellezza dei luoghi insieme al ricordo dei profumi, dei colori, dei sapori. Impareggiabile l’accoglienza e l’ospitalità, specie quella curata dai comitati di Orani e Sarule al Santuario di Gonare.

Paolo Loi dell’associazione Camminantes onlus è il promotore di questa via di pellegrinaggio, un’idea nata dopo aver percorso il Cammino di Santiago nell’agosto del ’96 quando «nessuno avrebbe potuto nemmeno capire cosa significava una via di pellegrinaggio»: «Noi non possiamo dire di avere una Santiago in Sardegna, chi lo dice sta forzando, ma abbiamo tanti centri spirituali importanti dove converge la devozione di vaste aree di popolazione. Abbiamo capito che avevamo a che fare con una realtà policentrica e che la soluzione l’avevamo sotto il naso: così nel 2012 abbiamo capito che i tempi erano maturi e l’idea che era venuta emergendo era quella di mettere in rete i novenari. Perché? Semplicemente perché i novenari da sempre sono meta di pellegrinaggio e luogo di accoglienza dei novenanti e dei pellegrini. Noi associamo i novenari alla festa, perché sono villaggi temporanei, però trascuriamo un aspetto importante che spesso sono luoghi dove la gente trova ristoro dove si ogni tanto trova l’occasione per respirare, per meditare, sono i luoghi di pace e meta di pellegrinaggi silenziosi. Questi luoghi hanno una vocazione ad accogliere le persone tutto l’anno». In questo senso la Via dei Santuari rappresenta come una scommessa: «Abbiamo creato un prototipo – dice Loi – non so quali sviluppi possano esserci in futuro perché la via rivela la sua natura camminando. Ogni pellegrino in qualche maniera lascia un deposito e prende un deposito. La Via cresce attraverso le esperienze dei pellegrini che in qualche maniera si tramandano. Poi sta anche alle comunità locali e anche alla Chiesa locale, far sì che questa realtà possa crescere».

L’entusiasmo dei sindaci di Fonni, Mamoiada, Gavoi, Orani, di quello di Sarule che ha condiviso scarponi ai piedi e zaino in spalla un tratto di pellegrinaggio non è che la conferma della bontà del progetto che potrà svilupparsi solo mettendo in rete i territori come il cammino ha fatto unendo i Novenari.


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