A proposito di emozioni nell’arte di comunicare
Cosa ci dicono e a cosa si riferiscono i verbi “flectere” e “delectare”
di III B Liceo Classico Nuoro
Un fotogramma de L'attimo fuggente (Dead Poets Society) film del 1989 diretto da Peter Weir
4' di lettura
31 Maggio 2023

Le nostre considerazioni riguardano oggi due verbi chiave che ci aiutano a capire cosa vuol dire aprire la porta dell’attenzione dell’uditorio, rendendo accattivante ed emotivamente coinvolgente qualsiasi nostro discorso. Si tratta di termini estremamente importanti nel mondo antico nell’ambito dell’arte oratoria, ma fondamentali anche oggi, nel nostro tempo così particolarmente connotato dalla presenza di diversi strumenti e modalità legati ai mezzi di comunicazione di massa e alle tecnologie digitali. Parliamo dei verbi flectere e delectare: essi si riferiscono alla finalità di interessare la persona che ascolta, (facendosi ascoltare, non semplicemente sentire), farle arrivare tutte le informazioni con una certa eleganza, capacità che può soltanto dare la parola (o sermo, come diceva Cicerone), tanto da farla commuovere; ed inoltrepersuadere e “piegare” la mente e l’animo della persona, con le nozioni dette, tanto da farle magari cambiare opinione (senza trascurare il fatto che delectare può avere un’accezione negativa, in quanto esso non significa solo dilettare, ma anche allettare, ossia adescare e quindi trarre in inganno). Senza tali componenti qualsiasi messaggio o discorso non avrebbe valore ma sarebbe una semplice esposizione fredda e robotica di fatti o di idee.

Quanto sopra espresso ci richiama all’idea di persuadere e commuovere l’animo attraverso un forte coinvolgimento empatico, ciò che consente di entrare in sintonia col proprio interlocutore, di instaurare una connessione con chi debba recepire un messaggio. E coinvolgere psicagogicamente il pubblico è necessario per convincerlo. Particolarmente significativo quindi è il verbo delectare, poiché (come diceva Cicerone) è grazie a questa azione che si crea interesse (anche attraverso la actio: comunicare con il linguaggio del corpo, persuadendo), si esalta il cuore, tramite parole che passano attraverso il nostro animo e rimangono nella mente (importante è ovviamente la memoria: ricordare il discorso per tenere sempre gli occhi sull’uditorio; e la memoria può essere anche quella dell’uditore, che ricorda quello che è stato pronunciato, perché colpito (ricordiamo il verbo greco θαυμάζω, che in questo caso fa riferimento ad un ascolto con meraviglia). Indubbiamente la comunicazione ha un potere elevato, perché con essa si possono fare tante cose, come esprimere le nostre emozioni, sensazioni, posizioni e farle arrivare all’altra persona che ci ascolta. Quindi anche l’ascolto è necessario, per poter conoscere l’oggetto della comunicazione e comprendere ciò che si sta trasmettendo (transmitto: inviare, mandare al di là, ossia in questo caso, portare le nozioni oltre il “muro”, che è il nostro corpo, fino all’intelletto), distinguere inoltre le cose buone o cattive, che potrebbero influenzarci, positivamente o negativamente. Sappiamo che gli insegnamenti e le nozioni che più ci rimangono impressi non sono tanto i concetti e le formule imparate a memoria, una mera conoscenza superficiale, ma sono quelli che toccano profondamente il nostro animo, quelli che ci colpiscono e che interiorizziamo talvolta senza accorgercene. Fondamentale quindi risulta la capacità di suscitare un coinvolgimento empatico con il pubblico. D’altra parte nel mondo moderno, dove la comunicazione è sempre più visiva, emotiva e digitale, l’attenzione dell’audience è spesso catturata più dalla forma che dal contenuto del messaggio. Dunque la capacità di flectere e di delectare, ovvero di suscitare emozioni e coinvolgere deve essere ritenuta davvero fondamentale per ottenere l’attenzione e la fiducia dell’interlocutore e quindi persuaderlo, ottenendo la sua approvazione e la sua comprensione, cosicché le nostre menti si leghino l’una con l’altra. 


A cura degli alunni della classe III B del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro:
Nicola Alpigiano, Francesca Capurso, Fabiola Carta, Beatrice Delpiano, Stefano Deriu, Marta Dessena, Rosella Fronteddu, Emma Gaias, Giuseppe Obinu, Emanuele Pinna, Marisa Piras, Pasquina Salis, Komil Teresa Singh, Paola Vilia, Angelica Zanda 

Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--