Vi mando come pecore in mezzo ai lupi
di V A Liceo Classico
Henryk Siemiradzki, Le fiaccole di Nerone (Museo Nazionale di Cracovia)
5' di lettura
19 Giugno 2022

«Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo» ( Lc 6,20)

Quella delle persecuzioni di matrice religiosa è sempre stata ed è tuttora una questione estremamente delicata. Quando la religione cristiana arrivò a Roma, fu da subito vista con diffidenza: i seguaci di questa nuova fede portavano con sé un messaggio di pace, amore e uguaglianza, la Buona novella che avrebbe potuto sovvertire l’ordine costituito.

Si rifiutavano inoltre di riconoscere la divinità dell’imperatore, poiché Dio disse a Mosè «Non avrai altro Dio all’infuori di Me». Così, come ci racconta nei suoi Annales lo storico Tacito, quando Nerone fu accusato di essere il responsabile di un grande incendio avvenuto a Roma, non si fece scrupoli ad accusare i cristiani come responsabili, avviando una serie di persecuzioni che costituiscono una delle facce più buie della storia di Roma, durante le quali migliaia di uomini e donne preferirono perdere la vita piuttosto che rinnegare la loro fede, tutto ciò davanti a folle assetate di sangue ma capaci anche di provare miseratio verso i condannati.

Nella tragicità icastica del racconto tacitiano si leggono le vittime di un odio ingiustificato che attanaglia ancora molti credenti dei giorni nostri. Oggi noi li veneriamo come Santi Martiri, e il loro coraggio è seguito da altrettanti fratelli e sorelle che nel mondo vengono ancora odiati, messi al bando, insultati e disprezzati per il fatto di professare la religione cristiana. Tutt’oggi in alcuni paesi la fede cristiana è motivo di emarginazione e persecuzione, anche da parte degli stessi governi. Ledere il diritto di un individuo a professare la propria fede significa privarlo della propria identità e negargli una libertà che, in uno stato di diritto, gli è propria.

Eppure, come riporta Avvenire, nel mondo 1 cristiano su 8 ogni giorno viene condannato a morte per la sola colpa di essere fedele al proprio Dio. Il totale si aggira intorno ai 340 milioni, e lo scorso anno 4.761 persone hanno perso la vita per via della loro fede in Cristo, in quella che Papa Francesco ha definito una «persecuzione che il mondo tenta di nascondere» e in quello che gli Stati Uniti hanno riconosciuto sotto la presidenza Trump nel dicembre 2018 essere un vero e proprio genocidio in Iraq e Siria. Tali crimini avvengono in più di 50 paesi, tra cui al primo posto vi è la Corea del Nord, la cui dittatura ateo-comunista impedisce qualsiasi tipo di associazione cristiana: qui tra i 50 e i 70 mila cristiani sono detenuti in campi di lavoro, in carcere perché trovati in possesso di una Bibbia o riuniti in preghiera: le chiese esistenti servono per ingannare i turisti e in realtà sono trasformate in teatri. Seguono Afghanistan, Somalia, Libia e Pakistan. In Iraq i numerosissimi attentati hanno quasi azzerato la percentuale cristiana della popolazione. In Cina sono state chiuse numerose chiese e le persecuzioni sono ancora più dure nei confronti di chi, da altre fedi, si converte al cristianesimo.

In Italia fortunatamente questi episodi non sono comuni, ma l’ignoranza e il pregiudizio portano molti talvolta a farsi beffa, talvolta a criticare violentemente la Chiesa, il cristianesimo e i suoi fedeli. Capita spesso di assistere a episodi sgradevoli, in cui adolescenti dalla salda fede cristiana vengono derisi dai coetanei solo perché il loro credo coincide con quello “tradizionale” in un mondo all’insegna del cambiamento. Come disse l’arcivescovo Fulton John Sheen «ci sono meno di cento persone in tutti gli Stati Uniti che odiano la Chiesa Cattolica, ma ce ne sono milioni che odiano ciò che erroneamente percepiscono della Chiesa Cattolica». La libertà di culto è una conquista affermata in numerosi Stati occidentali, i quali adesso hanno il dovere di impedire che crimini di portata politica, morale e storica vengano nuovamente perpetuati a danno dell’umanità. «La libertà inizia laddove finisce l’ignoranza», ha detto Victor Hugo. Sarà forse bene chiederci: la Storia è da ritenersi magistra vitae o perseveriamo nel nostro essere pessimi allievi? Tacito, seppur scettico e ostile nei confronti di una fede allora ancora sconosciuta, fa intravvedere nelle sue parole quell’istinto di humanitas e di compassione che avrebbe dovuto essere nostro monito e sprone nella costruzione di una volta umana. Noi che ci troviamo in un Occidente libero, siamo chiamati ad avere il dovere morale di denunciare quanto sta accadendo, a prescindere dal credo religioso di ciascuno, parlare per le migliaia di esseri umani che non possono farlo. «Che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace» (Papa Francesco).


Gli autori
A cura degli alunni della classe V A del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro: Adriana Arru, Alessandro Canu, Eleonora Costa, Pietro Falconi, Rachele Farris, Marta Ghisu, Chiara Mazzette, Giovanna Maria Piga, Margherita Pisanu, Francesco Podda, Eleonora Pullano, Amedeo Sale, Roberta Soro, Claudia Tuveri.
Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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