Io sono con voi
Commento al Vangelo di domenica 12 maggio 2024 - Ascensione del Signore - Solennità - Anno B
di Andrea Biancu
Francisco Camilo, Ascensione (particolare), 1651, Museu Nacional d’Art de Catalunya - MNAC, Barcelona
3' di lettura
12 Maggio 2024

La festa dell’Ascensione del Signore completa la celebrazione del mistero pasquale: Gesù che è risorto dai morti ora sale al cielo. Il Maestro non sta abbandonando i suoi discepoli, proprio Lui che ha detto: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Come potrà allora rimanere con loro? 

L’evangelista Marco riporta le ultime parole di Gesù agli Undici prima di essere elevato in alto e in esse ci sono due modi attraverso i quali Lui sarà presente: la parola del Vangelo e i segni che accompagneranno la predicazione.

Predicare il Vangelo in tutto il mondo. Il messaggio di Gesù non può essere riservato solo agli apostoli, in modo tale che ne diventino custodi gelosi come se fosse un ricordo da preservare. La sua è una Parola che, per essere viva e vivificante, ha bisogno di essere portata da persone che camminano, che la incarnano e ne siano testimoni nella quotidianità. Pur nei diversi linguaggi che mutano nella storia, questa parola può trovare accoglienza proprio perché non ha confini spazio-temporali, non è ristretta a pochi eletti, è destinata «ad ogni creatura» (Mc 16, 15). Il Vangelo è per tutti gli uomini e le donne ma in particolare per tutto l’uomo: non è un messaggio che riduce l’essenza della libertà umana, se accolto può diventare una bussola indispensabile nel cammino. Uno degli errori principali commessi anche oggi dai credenti è quello di trascurare il significato profondo del Vangelo e da qui scaturiscono tutte le nostre patologie spirituali. Per questo l’annuncio evangelico è un compito che non finisce mai, perché il mondo avrà sempre bisogno che questa Parola continui ad essere liberamente offerta da chi ha effettivamente accettato di viverla.

I segni che accompagneranno quelli che credono. All’uomo di ogni tempo in ricerca di Dio non bastano le parole, occorre verificare concretamente che non siano espressioni illusorie. Gesù propone quattro segni: «Nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16, 17-18). “Scacciare i demoni”: il cristiano ha ricevuto da Gesù la forza per estirpare il male ostacolandone la crescita nel cuore e lo strumento principale di vittoria è stata la sua croce. “Parlare lingue nuove”: il discepolo deve avere una capacità di comunicare con tutti, non ostacolare il dialogo e cercare quelle strategie che permettano di entrare in sintonia con il prossimo. “Prendere in mano serpenti”: non deve mancare il coraggio nell’affrontare le situazioni più complesse, anche quando si è costretti a “bere veleno”, cioè rischiare di lasciarsi contaminare dal male, ricordandosi che l’antidoto lo abbiamo già ricevuto nel dono della fede e della grazia. “Imporre le mani per guarire”: non si tratta solo di liberarsi dalle malattie ma soprattutto di essere “guaritori” con la nostra presenza accanto a chi attraversa un momento difficile.

Il compito è arduo ma abbiamo una certezza: «Il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano» (Mc 16, 20).


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