Indicare la luce, prestare la voce
Commento al Vangelo di domenica 17 dicembre 2023 - III Domenica di Avvento - Anno B
di Andrea Biancu
Kiev, icona di Giovanni Battista proveniente da Santa Caterina del Sinai
3' di lettura
14 Dicembre 2023

La terza domenica di Avvento è chiamata domenica “Gaudete”: la parola di Dio ci ricorda l’importanza della gioia che non è data da una forza che nasce solo dentro di noi, ma è un anche un dono. Papa Francesco l’ha definito “un dono dello Spirito Santo”: chi è ricolmo dello Spirito sa vivere con la gioia che diventa luce nelle piccole e grandi circostanze della vita. 

«Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,6-8). Nel prologo del Vangelo di Giovanni abbiamo un’altra presentazione della figura del Battista: oltre ad essere “voce nel deserto” è un “testimone di luce”. 

Come Giovanni Battista ognuno di noi è un uomo mandato da Dio, è piccolo profeta inviato nella quotidianità per essere portatore di luce. Un giorno Gesù dirà: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Ad ogni credente è affidato il ministero profetico del Battista, quello di essere sentinella di ciò che di positivo si può ancora vedere nelle pieghe oscure del mondo. Siamo chiamati ad essere testimoni di un Dio che ha messo in luce gli angoli oscuri del cuore e ha ridato colore al grigiore dell’esistenza. «Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,8). Giovanni Battista, come ognuno di noi, è testimone del fascino della luce. Un saggio una volta ha affermato: «Vale molto di più accendere una lampada che maledire mille volte la notte». Noi lo facciamo spesso, quando i nostri pensieri diventano oscuri, le nostre giornate piene di incertezza e le notti popolate da ansia e paure.

Allora ci interroghiamo: chi sono? Anche Giovanni Battista ha subito un interrogatorio: «Tu, chi sei? Che cosa dici di te stesso?» (Gv 1,19.22). La vita fa nascere interrogativi sulla nostra identità, che costruiamo giorno dopo giorno. Giovanni Battista risponde dicendo: io non sono il Cristo! Giovanni vede la luce, la indica agli altri, ma ha bisogno anche lui di quella luce. Non si diventa testimoni di luce quando ci si libera definitivamente delle tenebre, ma quando ci si lascia raggiungere dalla luce.

Come il testimone non è la Luce, così non è nemmeno la Parola: è solo “voce” che annuncia. Non è un megafono senza identità ma una persona che presta la sua voce (con quelle caratteristiche che la differenziano dalle altre voci) per diffondere un messaggio che non è suo: è una voce che proclama che la gioia sta per arrivare nel mondo e occorre prepararsi ad accoglierla.


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