Il memoriale del cuore
Commento al Vangelo di domenica 2 giugno 2024 - Santissimo Corpo e sangue di Cristo - Anno B
di Andrea Biancu
Beato Angelico, Istituzione dell’Eucarestia (1439 - 1443 ca), Firenze, Museo di San Marco
3' di lettura
3 Giugno 2024

La pagina evangelica di questa domenica della solennità del Corpo e Sangue di Cristo è tratta dal racconto dell’istituzione dell’Eucaristia nel vangelo di Marco. In questo testo viene messo in risalto il legame con la Pasqua ebraica, come evidenzia anche la sequenza (che la liturgia prevede prima della lettura evangelica): «Con i simboli è annunziato in Isacco dato a morte, nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri». Il brano del Vangelo ci ricorda che la Pasqua, cioè il “passaggio”, sarà compiuto da Gesù con il suo sacrificio e con il dono del suo Corpo, nuova manna che ci sostiene nei deserti del cuore e della vita.

I discepoli chiedono a Gesù dove preparare: occorre un luogo che sia degno di poter celebrare la cena, come dimostra anche la sottolineatura dell’evangelista Marco quando scrive che verrà mostrata loro «al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta» (Mc 14, 15). Per noi il luogo dove poter celebrare l’Eucaristia solitamente è una chiesa, uno spazio consacrato, ma ciò di cui abbiamo bisogno (sia chi vi partecipa raramente e soprattutto chi lo fa più assiduamente) è trovare uno spazio “al piano superiore” cioè sopraelevato, che ci permette di avere uno sguardo diverso. Abitiamo quella stanza ogni volta che, attraverso il Corpo del Signore, ci incontriamo con i fratelli e le sorelle per vivere davvero in comunione, quando riusciamo a prenderci cura degli altri, quando nutriti ed illuminati dall’amore di Dio ci mettiamo in cammino spinti dalla grazia divina. L’Eucaristia aiuta a non fermarci alle stanze della nostra vita collocate in basso, quelle che possono diventare luoghi di reclusione e di paura (come sarà il cenacolo prima della Pentecoste), ma cercare come i discepoli inviati da Gesù un luogo di incontro, di consolazione, di celebrazione della fede e della vita.

La sequenza ci ricorda che questo è «il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua […] Cristo lascia in sua memoria ciò che fatto nella cena: noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino». Il Signore ci ha lasciato un “memoriale”, non solo qualcosa da ricordare, da riportare alla mente, non solo parole o simboli. Ci ha dato un cibo che è continuamente efficace, il Pane di vita eterna che è Lui stesso. In effetti, l’Eucaristia è “memoria vivente” o un memoriale che rinnova (o “attualizza” senza ripetere) la Pasqua. È il ricordo perenne della nostra fede, della nostra speranza, del nostro amore. L’Eucaristia può essere definita il “memoriale del cuore” perché guarisce, preserva e rafforza l’intera persona del cristiano. Per questa ragione i Padri della Chiesa la chiamavano “farmaco dell’immortalità”, nel senso che è lo stesso Dio che risana e ci permette di vivere per sempre in Lui.

Portando in processione il Corpo del Signore in questa solennità ricordiamo che Lui cammina con noi percorrendo le nostre strade e attraversando le nostre vite per dimostrarci la sua continua presenza nel segno del pane, che dall’ultima cena continua ad essere spezzato per l’umanità.


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