«Non abbiate paura!»
Commento al Vangelo di domenica 31 marzo 2024 - Domenica di Pasqua - Resurrezione del Signore - Anno B
di Andrea Biancu
William-Adolphe Bouguereau, Le pie donne al sepolcro (1876), Museo reale di belle arti, Anversa
3' di lettura
31 Marzo 2024

Il Vangelo di Marco, nella sua forma originaria, si conclude con il racconto della Risurrezione di Gesù (secondo gli studiosi ciò che segue è un’aggiunta successiva alla prima stesura). In questo racconto, che la liturgia ci fa proclamare durante la Veglia Pasquale, le donne che hanno seguito Gesù si recano al sepolcro il giorno dopo il sabato. 

La narrazione della Passione terminava con le donne che «stavano a osservare dove veniva posto» (Mc 15,47): hanno visto da vicino la deposizione nel sepolcro e nel loro sguardo c’è desolazione, nel loro cuore la certezza che tutto è ormai concluso. Tuttavia hanno un ultimo compito da eseguire, un’ulteriore dimostrazione di attenzione verso il Maestro: portano gli unguenti e gli oli aromatici per ungerne il corpo, quasi a mettere la parola “fine” in modo non cruento (dopo il Calvario) ma ricolmo di affetto e questo sembra l’ultimo atto del loro cammino di sequela. Inoltre hanno una preoccupazione che non svelano agli altri, quasi un segreto da custodire: «Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”» (Mc 16,3). Quando “si mette una pietra sopra” si vuole chiudere un’esperienza, circoscrivere una pagina dolorosa e sigillarla definitivamente, come fecero i soldati la sera del venerdì santo.

Gli unguenti e la pietra sono solo oggetti che delimitano una vita che non può cedere il passo alla morte: il loro compito e la loro preoccupazione si tramutano in sorpresa e paura al vedere il sepolcro aperto e senza il corpo del Maestro. 

“Sorpresa” perché è qualcosa di inaspettato: non è possibile che quella pietra si sia mossa da sola! Se sul loro cuore prima gravava un peso opprimente maggiore rispetto a quella pietra, ora non hanno più quel problema, non sentono più “il peso sul cuore”. Quando sentiamo un peso sul cuore è perché esso ci dice che non sta assolvendo alla sua funzione: la liberazione da questo peso è l’inizio della Pasqua. 

“Paura”: l’istinto ci fa pensare sempre al peggio, al pericolo imminente, per questo cerchiamo risposte che possano estinguerla. «Non abbiate paura!» (Mc 16,6): sono le prime parole dell’alba di un nuovo mondo, un giorno che ha cambiato la loro vita e la loro storia. «Voi cercate»: le donne cercavano ciò che avevano osservato, nei loro ricordi di un passato non troppo lontano, ma devono guardare altrove e soprattutto devono “andare” dagli altri discepoli senza indugiare e fare troppi ragionamenti. Devono raccontare la loro esperienza, poi anche gli altri potranno vedere Gesù risorto. Come si sono fidate del Maestro e lo hanno seguito, così devono fidarsi delle parole del giovane vestito di bianco nel mattino di Pasqua.

Il loro compito e la loro preoccupazione si trasformano: ora non devono più ungere un corpo esanime ma proclamare la vita oltre la morte. Non devono preoccuparsi di aprire il sepolcro perché Gesù risorto ha eliminato la pietra più pesante, quella della morte, per darci fiducia che le nostre pietre trascinate nella quotidianità possono essere sempre rimosse. Quella sarà la vera Pasqua.


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