Il Long Covid
Una nuova “condizione” che ci ricorda quanto ancora siamo lontani dal “ritorno alla normalità”
di Mariantonia Monni
5' di lettura
17 Luglio 2022

In questi ultimi due anni le nostre vite sono state sconvolte dalla pandemia causata dal Covid-19; abbiamo imparato a conoscere questo virus e, almeno in parte, provato a conviverci. Oltre al fatto che la situazione pandemica sta evolvendo verso una sorta di endemizazzione e i casi di nuove infezioni tornano ad aumentare, si è presentata una nuova “condizione” che ci ricorda quanto ancora siamo lontani dal “ritorno alla normalità”. Infatti è stato osservato come sempre più persone guarite ufficialmente dal Covid-19 (cioè “negativizzate” al tampone), continuino a manifestare, anche diverso tempo dopo la guarigione, disturbi di vario genere, tant’è che si è identificata una nuova sindrome chiamata “Sindrome long-Covid” o “Sindrome post-Covid”.

Nonostante colpisca sempre più persone è difficile dare una definizione precisa, perché di essa si sa ancora poco, così come poco sappiamo del perché si manifesti solo in alcune persone. Si ipotizza che alcuni dei sintomi siano dovuti all’azione diretta del virus, che causa una serie di “danni” a tutti i tessuti del nostro corpo. Sappiamo infatti con certezza che il Covid-19 non causa solo una malattia respiratoria, ma l’infezione può colpire tutto l’organismo dando luogo a sintomi più o meno gravi. In altri casi i sintomi sembrerebbero più una conseguenza dell’ospedalizzazione prolungata, in particolare se avvenuta in terapia intensiva (indicativa anche di forme più severe della malattia).
Tutto questo quadro sembra essere “peggiorato” dall’impatto psicologico di questa malattia che necessitando di isolamento come misura preventiva per ridurre il contagio, ha probabilmente contribuito a far emergere stati ansiosi, disturbi dell’umore latenti o a peggiorare quelli già esistenti, oltre ad un aumento della sensazione di solitudine, paura, abbandono sempre più diffusa nella nostra società.

Ma quali sono i sintomi riferiti più spesso dalle persone che soffrono di questa sindrome? Uno dei sintomi più frequenti è la sensazione di stanchezza eccessiva, quasi invalidante, tanto da compromettere le normali attività quotidiane. Frequenti sono i disturbi cosiddetti “cognitivi”, per esempio problemi di memoria, difficoltà di concentrazione, mancanza di energie mentali, sensazione di “annebbiamento” mentale, disturbi del sonno. In molti soggetti persistono per settimane o anche mesi alcuni dei sintomi tipici dell’infezione come la perdita di gusto e olfatto, la dispnea (cioè difficoltà respiratorie), dolori articolari, mal di gola, mal di testa, disturbi gastrointestinali, perdita dei capelli e affanno per piccoli sforzi. In presenza di sintomi riconducibili all’infezione da Covid o dopo la comparsa di sintomi nuovi dopo la guarigione è fondamentale rivolgersi al proprio medico per un eventuale supporto terapeutico, farmacologico, psicologico, riabilitativo ecc.

L’alimentazione gioca un ruolo di primaria importanza nella fase di recupero di questa patologia così come è stato ampiamente dimostrato che le persone che presentavano, già prima dell’infezione, uno stato metabolico alterato o uno stato infiammatorio cronico, per esempio diabete, sindrome metabolica, sovrappeso, obesità ecc.., avranno probabilità maggiori di un’infezione da Covid più severa e quindi probabilmente di risentire maggiormente della Sindrome post-Covid.

Con l’infezione da Covid si scatena nel nostro corpo un importante processo infiammatorio (la cosiddetta “tempesta citochinica”) oltre ad un notevole consumo di energia e di nutrienti (che vengono usati dal virus anche per la sua replicazione) per questo è importante “aiutare” il nostro sistema immunitario a lavorare nelle miglior condizioni possibili. È raccomandato quindi eliminare (o almeno ridurre drasticamente) dalla propria alimentazione gli alimenti che possono contribuire a peggiorare lo stato di infiammazione generalizzata (come alimenti raffinati, industriali, ricchi di grassi di bassa qualità e di zuccheri semplici).
Al contrario è utile consumare fonti di carboidrati “sani”, meglio se integrali e provenienti da coltivazioni locali e biologiche. Ridurre al minimo il cibo spazzatura così come l’alcool è importante per aiutare la funzione del fegato, organo fondamentale del nostro corpo! Consumare giornalmente frutta e verdura (anche in questo caso meglio se locali, biologiche e ovviamente di stagione) aiuta a fare rifornimento di composti come antiossidanti, vitamine, sali minerali e fibre, fondamentali per la funzione del microbiota e per rafforzare le difese immunitarie. Consumare la giusta quantità di proteine nobili e grassi di qualità aiuta nel recupero delle energie e della massa muscolare.
Fondamentale è infine garantire il giusto apporto giornaliero di acqua e limitare il consumo di bibite dolci e dolcificate (anche queste responsabili di aumento dei valori di glicemia e quindi di un possibile peggioramento dello stato di infiammazione generalizzato).

Per concludere, un’alimentazione equilibrata può essere un valido supporto, ovviamente in associazione ad altre eventuali terapie specifiche caso per caso, per ridurre l’infiammazione sistemica e rafforzare il sistema immunitario sia nel processo di guarigione che in quello di recupero dell’organismo dopo l’infezione da Covid-19.
Vi ricordo che queste informazioni hanno uno scopo esclusivamente informativo e in nessun caso possono sostituire diagnosi e trattamento personalizzati che solo il rapporto diretto con il proprio medico possono assicurare.
Quindi qualunque disturbo, segnale o sintomo vanno sempre riferiti al proprio medico che rimanderà allo specialista.

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