Il caffè
Il caffè è una bevanda “voluttuaria” cioè non necessaria per la nostra sopravvivenza, ma se consumata con “giudizio” contribuisce a migliorare le nostre giornate
di Mariantonia Monni
4' di lettura
8 Febbraio 2024

Il caffè è, dopo l’acqua, la bevanda più consumata al mondo. È ottenuto dai semi torrefatti e macinati della pianta del genere coffea, originaria dell’Etiopia, diffusa poi nello Yemen, Arabia, Egitto e nel mondo. In Europa, dove all’inizio era noto come “vino d’Arabia”, giunse intorno al ‘600, anche se i suoi semi venivano utilizzati come medicamento già nel secolo precedente. Attualmente il maggior produttore mondiale è il Brasile mentre il maggior consumatore è la Finlandia, dove si stima un consumo annuo di circa 12 kg a persona. Esistono diverse varietà di caffè, quella più pregiata è l’arabica. Il caffè, se consumato con moderazione, ha degli effetti utili per il nostro benessere. La caffeina ha un effetto “stimolante” a livello cerebrale contribuendo ad aumentare il livello di attenzione e concentrazione e facilita la produzione di dopamina, la sostanza che ci fa sentire di buon umore. 

La tollerabilità personale di questa bevanda è molto variabile, ma di sicuro un consumo eccessivo non è mai raccomandato, perché superata la soglia di tolleranza si possono avere degli effetti negativi. Tra questi ricordiamo la difficoltà ad addormentarsi o disturbi che incidono sulla qualità del sonno, così come palpitazioni, tremori, ansia e nervosismo. Il caffè è inoltre controindicato in presenza di patologie gastro-intestinali perché può scatenare o peggiorarne i sintomi (es. acidità, bruciore di stomaco). Il suo consumo può inoltre interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci, come ferro o quelli per la cura dell’osteoporosi. 

Anche se il caffè non viene coltivato in Italia è entrato a far parte della nostra cultura in modo importante. Gli italiani hanno infatti saputo valorizzarlo facendolo diventare una delle bevande più apprezzate al mondo, la cui preparazione è una vera e propria arte! Infatti il caffè non è “solo” una bevanda, ma è diventato nel corso dei secoli un vero mezzo di interazione sociale. Pensiamo alla “pausa caffè”, per molte persone è un’abitudine quotidiana, che permette oltre che di interrompere le attività lavorative per “ricaricarsi”, anche di avere un momento di forte socializzazione. La maggior parte degli italiani inizia la giornata proprio con un caffè; spesso solo con questo! Oltre all’aspetto di socializzazione si ricorda l’aspetto della condivisione che è legata ad una tazzina di caffè. Pensiamo alla cultura del “caffè sospeso”, ovvero pagare un caffè, in anticipo, per una persona che non si conosce e che non potrebbe permetterselo. Questa cultura che nasce nel dopoguerra a Napoli, che si è poi diffusa in altre regioni e riguarda ormai anche altri prodotti (la pizza, la spesa ecc), ha un grande significato di generosità perché fatta in forma anonima e volontaria.
Anche in Sardegna il “rituale” del caffè è un aspetto importante dell’accoglienza dell’ospite. Pensiamo alla consuetudine di offrire il caffè a parenti e amici, o in occasione di funerali o trigesimi dove il ricordo del defunto passa anche attraverso l’invito di un buon caffè che deve essere “forte” e preparato con cura, o alle feste campestri, novene, battesimi, saluti agli sposi novelli o l’abitudine ancora presente in molti paesi del Nuorese, di portare in dono, quando si fa una visita, il caffè e lo zucchero, perché non si va a mani vuote e si ricordano così sas animas. 

Il caffè è una bevanda “voluttuaria” cioè non necessaria per la nostra sopravvivenza, ma se consumata con “giudizio” contribuisce a migliorare le nostre giornate.

Ricordiamo inoltre di scegliere il caffè proveniente da filiere tracciabili ed equo-solidali, che oltre a produrre un prodotto di qualità preservano e garantiscono la dignità e i diritti dei coltivatori.

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