L’insufficienza renale
La malattia insorge quando i reni non funzionano bene: le sostanze che devono essere eliminate si accumulano nel corpo causando disfunzioni anche gravi
di Mariantonia Monni
3' di lettura
24 Febbraio 2023

I reni sono organi deputati a svolgere funzioni importantissime per la nostra salute e sopravvivenza. Provvedono all’eliminazione dei prodotti di scarto (sono dei “filtri”), regolano la quantità di acqua e sali minerali, sono coinvolti nella produzione di ormoni utili per le ossa (vitamina D) e il sangue (eritropoietina). Se non funzionano bene si ha l’instaurarsi di quella malattia detta “insufficienza renale” (o IR): le sostanze che devono essere eliminate si accumuleranno nel corpo causando disfunzioni anche molto gravi. L’IR è definita “acuta” (IRA) se si manifesta nell’arco di poche ore o pochi giorni, è una situazione molto grave ma reversibile se trattata in tempo. 

Se la funzione renale è alterata da almeno 3 mesi, viene definita “cronica” (IRC). Essa ha inizio e decorso lento nell’arco di vari mesi, a volta anni, è irreversibile e porta alla perdita graduale e completa della funzione renale. Se avviene, si deve intervenire, per salvaguardare la vita della persona, con la dialisi o con il trapianto di rene. L’IRC viene classificata in stadi di gravità crescente. 

Le cause di IRC sono diverse, può essere dovuta a patologie del rene (glomerulonefriti, rene policistico ecc.) oppure secondaria ad altre malattie come diabete, ipertensione ecc. Purtroppo pur essendo una patologia grave e progressiva è spesso sotto-diagnosticata soprattutto negli stadi iniziali. In caso si sospetti un’alterata funzione renale o si rientri in una categoria a rischio è fondamentale rivolgersi al più presto al proprio medico, perché il tempestivo trattamento dell’IRC, con un approccio multidisciplinare, permette un miglior controllo della progressione della malattia, aiuta ad evitare le sue complicanze e ritardare il ricorso alla dialisi. 

Anche in questa patologia una corretta alimentazione svolge un ruolo molto importante. È utile in ambito preventivo, perché permette di prevenire o migliorare il decorso delle malattie metaboliche che possono causarla o peggiorarla e anche in ambito terapeutico insieme alle terapie farmacologiche. La dieta nell’IRC deve essere personalizzata. Essa prevede il consumo di una quantità controllata (diversa in base allo stadio) della quota di proteine, che devono essere di alta qualità. In alcuni casi può essere necessario l’uso di alimenti specifici come i “cibi aproteici”. Nei pazienti che presentano accumulo di sali minerali (potassio, fosforo e sodio) pericolosi se in eccesso, si può intervenire oltre che con i farmaci specifici, con la riduzione o eliminazione dei cibi che ne sono ricchi e con l’utilizzo di alcuni metodi di cottura. Una corretta alimentazione in corso di IRC deve permettere di raggiungere il giusto fabbisogno di energia per evitare l’instaurarsi di uno stato di malnutrizione (ugualmente pericolosa). 

Ad oggi purtroppo non esiste una cura che permetta di guarire dall’IRC, ma è bene ricordare che, pur essendo una malattia molto seria, è possibile avere una buona qualità di vita. Fondamentale è seguire le indicazioni terapeutiche e comportamentali fornite dal proprio curante ed evitare le soluzioni “fai da te”. 

Vi ricordo che queste informazioni hanno uno scopo esclusivamente informativo e in nessun caso possono sostituire diagnosi e trattamento personalizzati che solo il rapporto diretto con il proprio medico possono assicurare. Quindi qualunque disturbo, segnale o sintomo vanno sempre riferiti al proprio medico che rimanderà allo specialista.

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