Decidersi per l’amore
Commento al Vangelo di domenica 29 ottobre 2023 - XXX Domenica del Tempo ordinario - Anno A
di Michele Pittalis
James Tissot, Gesù parla ai farisei (1886-1894), Brooklyn Museum
4' di lettura
28 Ottobre 2023

Un dottore della Legge si accosta a Gesù con l’intento subdolo di tendergli un tranello, «per metterlo alla prova», dice il Vangelo. Anche se l’intenzione non è pura, tuttavia la domanda è legittima, e in un certo senso utile anche per noi: «Qual è il primo e più grande dei comandamenti?».

Ad un primo sguardo a questa domanda, colpisce anzitutto. La nostra reazione di fronte alla parola “comandamento” spesso non è semplice. Essa sembra indicare un qualcosa che ci è imposto, una arbitraria privazione della libertà. Questo se ci si ferma alla superficie. Di per sé, in una relazione, soprattutto se segnata fortemente dall’amore, la presenza di “regole” è normale. Amare esige anche una serie di “limitazioni”, che però non viviamo come tali, ma come la necessaria “custodia” di una relazione vera e sincera. Per fare un esempio ancor più concreto, pensiamo al guard rail in una strada. Nessuno di noi lo considera un limite, piuttosto un aiuto. Impedisce di andare oltre, ma perché oltre c’è il pericolo. I “comandamenti” funzionano allo stesso modo: delimitano un percorso, oltre il quale il pericolo è la morte interiore.

Alla domanda del dottore della legge, il Signore dà una risposta, insieme “antica” e “nuova”: antica, perché Egli richiama l’Antico Testamento e in particolare lo Shemâ; “nuova”, perché Gesù mostra come questa risposta riassume e compendia tutta la Legge, anzi ne è in un certo senso, il punto di partenza. Il più grande e il primo dei comandamenti è amare: un amore che si realizza fondamentalmente in due dimensioni: «amerai il Signore tuo Dio» e «amerai il tuo prossimo». L’amore a Dio deve essere un amore totale e coinvolgente tutta la persona. Non si tratta di un amore di superficie, ma tutto il cristiano, nella sua interiorità, nella sua volontà, nelle sue emozioni, nella sua stesa corporeità, deve essere coinvolto in questa tensione verso Dio. Questo amore, poi, è frutto di una decisione volontaria, non delegabile. Si ama veramente Dio se si decide di amarlo, non lasciandoci influenzare o guidare solo dalle sensazioni o dalle emozioni. Non ci si può accontentare di un amore volubile, variabile, dipendente dalle circostanze, ma si deve scegliere di amare, e amare sempre!

Gesù ci dice che il comandamento dell’amore al prossimo è “simile” al primo, perché è altrettanto esigente, da esso discende e ad esso conduce. Se si ama Dio, l’amore traboccherà anche verso gli altri, senza distinzioni; allo stesso modo, l’amore al prossimo, quando è autentico, conduce e realizza l’amore a Dio. Gesù da in questo caso anche il termine di paragone: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». È subito necessaria una considerazione. Viviamo in un tempo in cui o si è prigionieri della più nera disistima di sé, oppure l’amore verso se stessi è talmente accentuato e pervertito da scadere in un puro egoismo. Eppure, per amare bene gli altri è necessario amare se stessi in maniera equilibrata, riconoscendo la propria preziosità agli occhi di Dio. 

La Parola ci aiuti ad amarci in quanti amati da sempre da Dio, non perché amabili, ma perché l’Amore è da Dio e non conosce tentennamento o distinzioni. Non siamo amati perché amabili, ma siamo resi amabili proprio perché amati. E lo stesso vale per ogni uomo: in quanto è amato, è amabile.

Molti teologi, nel passato, si sono posti la domanda su quale sia l’essenza del cristianesimo. Dinanzi a questa pagina evangelica, la risposta più coerente e più completa è senza dubbio rappresentata proprio dalle parole di Gesù al dottore della legge. L’essenza del cristianesimo è amare anzitutto Dio, e, in Lui, amare i fratelli.

Il libro dell’Esodo ci ricorda che l’amore, per essere tale, è concreto. L’amore non si accontenta di parole, ma esige fatti, atteggiamenti, scelte coerenti. Ad amare si impara! Gesù è maestro soprattutto nell’amore, perché la Croce è una Parola d’amore. Amare Dio e il prossimo è allora realizzare ciò che il Signore ci chiede, è vera esperienza di cristianesimo, è la nostra vera vocazione.

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