La calcolosi urinaria
La nefrolitiasi è molto diffusa nel mondo occidentale, si stima colpisca circa il 5-10% della popolazione tra i 30 e i 50 anni. Le cause sono varie
di Mariantonia Monni
4' di lettura
3 Dicembre 2023

La calcolosi urinaria, o nefrolitiasi, è una delle più frequenti malattie delle vie urinarie, caratterizzata dalla formazione di calcoli (latino “calculus”, sassolino). Questi si formano all’interno dei reni quando alcune sostanze, normalmente presenti nelle urine, sono “troppo”concentrate, si accumulano formando dei cristalli e precipitano in formazioni simili a sassolini. Una volta formati, i calcoli possono rimanere nel rene o muoversi lungo gli ureteri, i tubicini che collegano i reni alla vescica e che trasportano l’urina all’esterno. Questo movimento può causare un forte dolore, la “colica renale”, accompagnato da febbre, vomito, presenza di sangue nelle urine (ematuria) e disuria (dolore quando si urina). Se il calcolo blocca la via si avrà un ristagno di urina che può portare ad una grave sofferenza renale (idronefrosi). 

La nefrolitiasi è molto diffusa nel mondo occidentale, si stima colpisca circa il 5-10% della popolazione tra i 30 e i 50 anni. Le cause sono varie: difetti ereditari (rari), forme primitive (in cui non si conosce la causa) e forme secondarie ad altre malattie (iperparatiroidismo, malattie infiammatorie dell’intestino, bypass gastrico, obesità). 

Come si formano i calcoli? In tale processo intervengono vari fattori: l’aumento nelle urine di calcio (ipercalciuria), ossalati (iperossaluria), urati (iperuricuria), fosfati (iperfosfaturia), la disidratazione (ridotta introduzione di acqua, maggiori perdite per calore, diarrea, vomito), le variazioni del pH urinario (le urine sono più acide), la riduzione dei fattori anti-cristallizzazione (come i citrati). I calcoli si differenziano per composizione, dimensione (da granelli di sabbia la cosiddetta “renella” a vere e proprie palline di qualche cm), colore e forma. Tra i vari tipi ricordiamo i calcoli di calcio (75% del totale, formati da ossalato di calcio), di acido urico (frequenti soprattutto in urine acide), di cistina (tipici di una malattia genetica detta cistinuria) e calcoli di struvite, detti anche calcoli infettivi (perché spesso legati a infezioni batteriche). Nei casi in cui i calcoli non vengano espulsi spontaneamente è necessaria una terapia farmacologica o nei casi più gravi, endoscopica o chirurgica. 

Anche nel caso di nefrolitiasi una alimentazione equilibrata può essere di aiuto. Una dieta che garantisca un corretto apporto di calcio permette di ridurre la quantità di ossalati (presenti soprattutto in alcuni vegetali di cui può essere necessario limitare l’assunzione) che vengono assorbiti a livello intestinale (evitando l’accumulo renale). È raccomandato limitare il consumo di sale e di cibi salati, in quanto l’eccesso provoca una maggiore eliminazione di calcio nelle urine. Mangiare troppe proteine animali rende le urine più acide, aumenta l’escrezione urinaria di calcio e acido urico, riduce le sostanze ‘anti- calcoli’. È bene ridurre gli zuccheri semplici il cui eccesso può favorire la precipitazione di acido urico. In prevenzione è importante bere molta acqua (circa due litri al giorno, salvo diversa indicazione del medico) per evitare che le urine siano troppo concentrate, se il calcolo è “incuneato” e non riesce a progredire lungo la via urinaria è necessario fare attenzione: bere troppo può peggiorare la situazione! Infine è necessario curare quelle patologie predisponenti la calcolosi (gotta, diabete, obesità). 

La nefrolitiasi è una situazione che tende a ripetersi, per questo è importante individuarne precocemente la causa e il tipo in modo da poter assumere uno stile di vita adeguato per limitarne il più possibile la ricomparsa. Ricordo che queste informazioni hanno uno scopo esclusivamente informativo e in nessun caso possono sostituire diagnosi e trattamento personalizzati che solo il rapporto diretto con il proprio medico possono assicurare. 

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