I media diocesani nel continente digitale
di Franco Colomo

20 Novembre 2021

3' di lettura

Un momento di riflessione quello vissuto sabato 6 aprile all’auditorium della Biblioteca Satta nel convegno organizzato dai media diocesani (la foto è di Gigi Olla). Moderati dalla giornalista di Videolina Simona De Francisci sono intervenuti il Vescovo Antonello, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il direttore de L’Ortobene don Francesco Mariani, la docente dell’Università di Sassari Antonella Fancello, il direttore editoriale de L’Unione Sarda Lorenzo Paolini. I motivi di questo ritrovarsi li ha ricordati nel suo saluto introduttivo il direttore di Radio Barbagia Graziano Canu, i 45 anni di Radio Barbagia e l’inaugurazione dei nuovi studi dell’emittente e della redazione del settimanale. «Radio Barbagia – ha ricordato – nasce per essere “una radio di servizio, per i pastori e per le persone che stanno male”, come diceva il canonico Menne. Abbiamo capito quanto poteva essere una radio di servizio soprattutto in alcune circostanze abbastanza drammatiche, come il terremoto dell’Irpinia – quando grazie al tam tam della radio si organizzò una spedizione di volontari e aiuti – ma anche quando in tre giorni si riuscì a raccogliere la somma per permettere a una bambina un costoso intervento chirurgico». Adesso, ha proseguito Canu, «avevamo bisogno di un luogo moderno per rispondere a nuove esigenze. La radio non è mai andata in crisi, è il mezzo più ascoltato ma si è dovuta adeguare alle sfide del digitale. Quando abbiamo iniziato era una impresa straordinaria far arrivare una telefonata da Orune o Macomer, oggi non ci stupiamo se qualcuno ci chiama dall’Australia da dove ci segue tramite app». Un saluto ha rivolto anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi. «Il mio è un augurio – ha esordito – e noi che facciamo informazione di auguri ne abbiamo davvero bisogno, viviamo uno straordinario momento di cambiamento. Non c’è stato mai nella storia della comunicazione un momento come questo. La comunicazione si deve confrontare con questo fenomeno. La Radio ha assorbito meglio il colpo, tutti i mezzi di comunicazione per sopravvivere è necessario ricorrano alla loro personalità. La diocesi di Nuoro – ha concluso Birocchi – ha saputo mantenere una radio di impronta cattolica ma universale, che serve la comunità, come un giornale che vale per tutti. In che modo? Non modificando le notizie che devono essere riferite tutte ma con la gerarchia dei temi, la spiccata personalità del giornalismo cattolico e la fedeltà ai valori».

Gli interventi

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