Vergognosa, insopportabile, pazzia. Le parole di Francesco sulla guerra
di Francesco Mariani

31 Marzo 2022

3' di lettura

Papa Francesco è sceso in campo per dire no alla guerra e alle armi. Molti Pontefici lo avevano fatto prima di lui ma nessuno aveva usato termini così forti, neppure Benedetto XV con la famosa espressione “l’inutile strage”. Neppure Giovanni Paolo II, molto duro contro la subordinazione della ricerca scientifica agli interessi dell’industria bellica. «La buona politica – ha detto il Papa – non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo». E quindi ha proseguito: «Penso che per quelli di voi che appartengono alla mia generazione sia insopportabile vedere quello che è successo e sta succedendo in Ucraina. Ma purtroppo questo è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica. La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate; per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, un po’ dappertutto; fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno ‘scacchiere’, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri». Poi ha precisato: «La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico militare». Il discorso di papa Francesco oltrepassa la dottrina classica della “guerra giusta”. Essa era nata come superamento delle tesi di Tertulliano secondo il quale nessuna guerra poteva essere moralmente accettabile ed il cristiano non doveva usare le armi. Per Tommaso d’Aquino, che si rifà ad Agostino, la guerra è “giusta” se dichiarata da una legittima autorità, se intrapresa per giusta causa, se condotta in modi commisurati ai fini. Ed è quanto insegnato nella Dottrina Sociale e nel Catechismo. Giovanni Paolo II, nel discorso d’inizio 1993 al corpo diplomatico, arriva ad ammettere, l’“ingerenza umanitaria” armata in difesa di uno Stato finito “sotto i colpi di un ingiusto aggressore”. Papa Francesco invece ha parlato di «un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo!» E il 18 marzo ha ribadito: «Non esistono le guerre giuste: non esistono!». Lui stesso però ammette il diritto ad una “legittima difesa” contro un’aggressione e secondo condizioni precise; riconosce che c’è differenza tra invasore ed invaso. © riproduzione riservata

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