Artefici del proprio destino, una massima di Appio Claudio Cieco
di III C Liceo Classico Nuoro
Cesare Maccari, Appio Claudio Cieco in senato (particolare), 1881-88, Palazzo Madama, Roma
4' di lettura
4 Gennaio 2023

“Fabrum esse suae quemque fortunae” Ciascuno è artefice della propria sorte. Si tratta di una massima di Appio Claudio Cieco, politico, condottiero, letterato romano (340 a. C.). La parola “fabrum” deriva da “faber” e significa “operaio, artigiano, fabbro”. Il termine rimanda all’idea simbolica di poter modellare la propria vita utilizzando come strumento le scelte personali. Il termine “fortuna” possiede una pluralità di significati: sorte, buona sorte, prosperità, fortuna, successo, sorte avversa, ma anche “volontà”, necessaria per impegnarsi e raggiungere un obbiettivo. Ciò vuol dire che noi medesimi siamo responsabili, tramite le nostre azioni e decisioni, dell’avvicendarsi di eventi sfavorevoli e favorevoli all’interno della nostra vita. Il compito di darsi da fare è nostro, poiché a prescindere dal fatto che ci sia o meno una forza divina di qualsiasi tipo, non possiamo lasciare che sia essa a compiere tutto il lavoro. Evidente il contrasto con il significato dato alla sorte dagli antichi Greci, i quali ritenevano che questa non potesse essere aggirata o modificata in alcun modo dall’uomo: era una vera e propria forza ordinatrice della vita, alla quale non si poteva sfuggire, una entità ineluttabile.

Le parole di Appio Claudio sembrano avere lo scopo di incoraggiare l’intraprendenza da parte di ogni individuo, libero di compiere le scelte che caratterizzeranno la sua vita e il suo futuro: un po’ come dire “si raccoglie ciò che si semina”. Ognuno di noi infatti ha il potere di compiere più scelte in diversi contesti, nella vita quotidiana, in situazioni particolari: si può scegliere se approfittare di quella che appare come un’occasione irripetibile o lasciar andare tale possibilità perché non in linea con la strada che si vuole intraprendere; che tipo di persone si desidera avere intorno e il comportamento da mantenere. Ed allora, dato che noi siamo fautori del nostro destino, dobbiamo essere portati a riflettere maggiormente sulle nostre scelte e sulle nostre azioni.

Le parole dell’intellettuale latino ispirano il coraggio, la spinta ad impegnarsi per raggiungere gli obiettivi, sicuri che da qualche parte si arriva. Evidente il richiamo alla meritocrazia, per la quale il merito viene premiato e riconosciuto. D’altra parte bisogna essere cauti nel prendere qualsiasi decisione, ed avere la consapevolezza di esistere in un continuo circolo di cause e conseguenze. Sono le nostre decisioni, le nostre scelte, che stabiliscono la nostra sorte. L’opportunità capita a tutti se si è lavorato bene prima. Sappiamo che per molte persone la sfortuna è una giustificazione per non cambiare mai. Ma se non si modificano in positivo i nostri atteggiamenti, difficilmente ci si sentirà mai fortunati. Spesso poi accade che taluni giudichino la propria esistenza come fortunata o meno in funzione di ciò che ottengono e possono fare gli altri, e difficilmente ci si focalizza su se stessi facendo una seria autoanalisi. Qualsiasi cammino si intraprenda non è possibile pensare che sia sempre tranquillo, senza intoppi o problemi. E non bisogna pensare che agli altri vada tutto sempre bene, perché non è così. Ci sono persone che hanno avuto momenti di sorte favorevole, ma hanno compiuto errori o fatto scelte sbagliate e la “fortuna” se n’è andata. Non è stata colpa della “sfortuna”. La responsabilità è sempre nostra, alla fine.

Così lontana nel tempo, la citazione latina è in realtà molto attuale poiché rispecchia i valori della cultura moderna: ogni individuo si ritrova a dover fare delle scelte che cambieranno la propria esistenza sia in maniera positiva sia in quella negativa, ma in qualunque caso il risultato che otterremo sarà dovuto a noi stessi e alla strada che abbiamo deciso di intraprendere.


A cura degli alunni della classe III C del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro: Lucianna Delogu, Clara Ena, Maria Grazia Rita Goddi, Beatrice Loi, Sofia Cabitza, Chiara Concu, Yuliana Usai, Lucia Tola, 
Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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