Convertirsi all’amore che perdona
Commento al Vangelo di domenica 26 febbraio 2022 - I Domenica di Quaresima - Anno A
di Michele Pittalis
Félix-Joseph Barrias, La tentazione di Cristo da parte del Diavolo (particolare) 1860. Philbrook Museum of Art, Tulsa (Oklahoma, USA)
4' di lettura
24 Febbraio 2023

Perdonaci, Signore, abbiamo peccato”. Accogliamo come un dono e una nuova opportunità di crescita nella fede il “cammino austero” della S. Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza e per un’esperienza più viva dell’amore che perdona.

Sono infatti due le “consapevolezze” che dobbiamo portarci dentro in questo tempo santo, guidati soprattutto dall’ascolto della Parola di Dio. Anzitutto riappropriarci del senso del peccato, sia nella sua dimensione personale che comunitaria. Significa riconoscere il nostro stato di miseria dinanzi a Dio, il nostro assoluto bisogno di redenzione, ponendo segni concreti di conversione. Senza consapevolezza del peccato non vi può essere conversione!

L’altra “consapevolezza” riguarda invece l’amore di Dio. La Quaresima deve condurci a riconoscere con maggiore profondità l’amore incondizionato di Dio per noi, che si esprime in particolare con il suo perdono. Anche in questo caso, senza esperienza dell’amore di Dio, non esiste conversione autentica.

La Quaresima ci richiama alla necessità di ritornare a Dio con tutto il cuore, attraverso due atteggiamenti fondamentali. Il primo è quello della purificazione interiore, lasciando perciò che la Parola di Dio, in questo tempo ancor più chiara ed esigente, penetri nella profondità di noi stessi, come luce che smaschera le connivenze e i compromessi con il peccato, per immergere nella misericordia del Padre il nostro evidente bisogno di perdono. Il secondo atteggiamento, da esprimere soprattutto nella preghiera costante, accorata e fiduciosa, è proprio quello di stringersi sempre più al Signore, che dona la vita per noi, perché tutta la nostra esistenza sia – da Lui e in Lui – totalmente rinnovata, in particolare nelle relazioni.

La prima lettura, tratta dal libro della Genesi, ci riporta alle origini, riproponendo l’episodio della creazione dell’uomo e della rovinosa caduta. L’uomo, plasmato con polvere dal suolo, riceve il dono della vita stessa di Dio. Tuttavia, nonostante questo legame sorprendente col Creatore, cede alla menzogna del serpente antico che lo conduce alla disobbedienza. L’uomo superbamente si erge a supremo arbitro del bene e del male, ed estromette completamente Dio dalla propria vita, usurpandone il posto. L’inganno del male, che subdolamente mescola menzogna e verità, conduce l’uomo e la donna alla “scoperta” della propria “nudità”, che oscura la loro preziosità e bellezza originaria.

È Paolo, nella seconda lettura, che fa già intravedere il contrasto stridente tra il “primo Adamo” e il “secondo Adamo”, che è Gesù stesso. A causa della disobbedienza dei progenitori il peccato e la morte sono entrati nel mondo e hanno contaminato tutti gli uomini. L’annuncio di Paolo è sconvolgente, carico di speranza, vera profezia della novità di Dio: «Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che da vita».

Il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto continua a stupirci. Gesù viene condotto nel deserto dallo Spirito Santo, lo stesso Spirito che si è posato su di Lui nel battesimo al Giordano. Conosciamo il contenuto delle tentazioni a cui Gesù, abbracciando pienamente l’umanità, accetta di sottoporsi. Sono quasi tentazioni “archetipiche”, come se rappresentassero l’azione ordinaria del demonio anche su di noi, che vuole condurci ad un amore disordinato alle cose, alla ricerca spregiudicata dell’affermazione di sé e alla vanità del potere. Gesù vince le tentazioni con il continuo richiamo al Padre e alla Parola di Dio.

L’esperienza della tentazione e della prova possono diventare allora occasione per rinnovare la nostra adesione al Vangelo. La Quaresima è per questo un’occasione da sprecare, nella quale la mano tesa del Signore verso di noi non è indice che accusa, ma carezza che consola, sostegno nel vacillare del cammino. Santa Quaresima a tutti!

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