L’alimentazione nell’anziano
Il consiglio di un’alimentazione equilibrata è ancor più valido nella terza età. Mangiar bene permette di mantenere uno stato nutrizionale adeguato e contrasta l'insorgere di malattie
di Mariantonia Monni
4' di lettura
4 Novembre 2023

La popolazione mondiale anziana è in costante crescita e solo in Italia rappresenta più del 20% del totale, numero destinato a crescere. D’altra parte un aumento dell’aspettativa di vita non sempre corrisponde ad una vita senile in salute. L’invecchiamento è caratterizzato da cambiamenti fisici, psicologici, sociali ed economici inevitabili che non sono, necessariamente, indicativi di malattia. Si può distinguere tra anziani su base anagrafica che hanno più di 65 anni ma in buona salute e quelli che, invece, sono anziani e fragili. È fisiologico che, con l’avanzare dell’età, tutte le attività corporee subiscano dei cambiamenti quali: diminuzione della massa muscolare e scheletrica, rallentamento del metabolismo basale, delle funzioni cardiovascolari, di quelle digestive e della memoria. Tutto ciò può facilitare l’insorgenza di una serie di malattie croniche come patologie cardiovascolari, tumori, diabete di tipo 2, malattie respiratorie croniche e neurodegenerative. Tuttavia, sebbene il rischio di malattia aumenti con l’età, i problemi di salute non sono una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento anche grazie alla possibilità di fare prevenzione. 

La raccomandazione di un’alimentazione equilibrata è ancor più valida nella terza età. Mangiare bene permette il mantenimento di uno stato nutrizionale adeguato e diventa un importante fattore di contrasto per varie malattie. Per fare ciò, oltre che una sana alimentazione è fondamentale una regolare attività fisica. Mantenersi fisicamente attivi è una regola che vale anche in età geriatrica perché permette di aumentare il dispendio energetico e contrastare la sarcopenia o impoverimento muscolare. La corretta alimentazione in età geriatrica non è molto diversa da quella “ideale” nell’adulto sano, è utile fare riferimento al modello dalla dieta mediterranea: carboidrati complessi preferibilmente integrali, pochi zuccheri semplici, proteine di alta qualità, legumi, frutta e verdure di stagione, grassi “buoni” e tanta acqua. In genere l’anziano tende a bere poco, per via di un diminuito senso della sete, ma una corretta idratazione è davvero importante. Spesso l’anziano presenta una ridotta produzione di saliva (che porta ad un aumento della secchezza della bocca) e una parziale o totale edentulia (assenza dei denti). Ciò causa difficoltà nella masticazione, inappetenza e l’eliminazione di alimenti difficili da masticare e porta a consumare cibi più “morbidi” (latte e minestre), con il rischio di avere un’alimentazione monotona. Fare pasti leggeri e masticare lentamente facilita e migliora la digestione così come tritare, frullare e grattugiare aiuta a non rinunciare ad alcuni cibi. 

Nell’anziano la diminuzione dell’olfatto e del gusto porta ad un’alterazione del sapore dei cibi, mentre la disfagia (difficoltà a deglutire) è altra problematica che influisce negativamente sul modo di alimentarsi. Tale quadro è, purtroppo, peggiorato dalla solitudine in cui spesso gli anziani vivono, da difficoltà economiche, da problemi pratici come la difficoltà a fare la spesa o a cucinare in autonomia, per problemi visivi o di deambulazione. 

Una cattiva alimentazione in età geriatrica può facilmente causare una malnutrizione con perdita di peso, astenia, minor resistenza alle infezioni, comparsa di lesioni (piaghe) da decubito, ma anche l’insorgenza di sovrappeso, obesità, disordini della glicemia e cardiovascolari. 

Senza dubbio, assicurare il corretto apporto di energia e nutrienti può consentire un rallentamento del processo di invecchiamento e permette di tutelare le funzioni fisiche e cognitive della persona anziana. Ricordiamoci quindi, che anche la vecchiaia ha esigenze specifiche e che la strada per il benessere deve essere percorsa ad ogni età!

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--