(photo by Aurelio Candido)
Quaresima. Dio si prende cura di noi
di Monsignor Antonello Mura

14 Febbraio 2024

4' di lettura

La Quaresima è per i credenti una straordinaria occasione per compiere esercizi che permettano di lodare la vita. In questo modo la Pasqua raccoglierà quanto ognuno ha seminato in questo tempo. Vivere penitenzialmente il tempo quaresimale non significa infatti farsi del male ma, piuttosto, inneggiare e gioire in modo diverso, individuando, umanamente e spiritualmente, gli atteggiamenti che cambiano, migliorano e convertono la vita.

Senza questi presupposti, parole quaresimali quali digiuno, astinenza, silenzio, sacrificio, pentimento, rischiano di essere parole non solo fuori moda ma anche inutili, anche se dette e celebrate nelle chiese. Il rischio, inoltre, nel contesto attuale, è di renderle ininfluenti nella vita reale, perché possono essere colte con un senso punitivo, fino a renderle perfino inaccettabili. 

Se “Dio è grande nell’amore”, come diciamo grazie alla Bibbia nelle nostre liturgie, è proprio grazie alle sue parole che aprono per noi spazi di misericordia e di perdono, a partire dalla domanda fondamentale in questo tempo: siamo disposti a cambiare veramente la nostra vita, grazie a quest’amore? 

Decisivo, anche per rispondere a questa domanda, diventa il sacramento della Riconciliazione, perché la quaresima interroga il nostro modo di amare, e chiede di ravvederci se non siamo in sintonia con l’amore di Dio, modello di ogni atteggiamento che crea e dona la vita. 

Importante chiedersi allora quale sia lo spessore del nostro cuore, se siamo pronti a metterci in discussione, seguendo così le parole del profeta Gioele, proclamate il mercoledì delle Ceneri: “Ritornate a me con tutto il cuore (…) laceratevi il cuore e non le vesti”. Dove quel “Ritornate… ritornate”, suona come il tenero appello che il Padre rivolge a un figlio.  

Sentirsi dire: “Con tutto il cuore” diventa un invito a prenderci cura della nostra vera interiorità. Non tanto del cuore come organo fisiologico o, semplicemente come luogo delle emozioni e dei sentimenti, ma in quanto simbolo di una realtà molto più ampia, spazio dove generiamo pensieri e atteggiamenti, dove nascono desideri e speranze, e dove talvolta muoiono intenzioni e progetti. Il cuore come fonte della vita spirituale e, per questo, immagine di tutta la persona, che chiama in causa la coscienza, l’intelligenza, la libertà e la capacità di pensiero. Il cuore, luogo dove Dio parla, educa, valuta, e dove si fa presente e abita. 

Questo cuore, in quaresima, è fortemente stimolato, non solo come sede della memoria ma soprattutto come centro delle scelte e dei programmi di vita. Un cuore chiamato a riavviare progetti d’amore interrotti, a superare divisioni e frammentazioni che si stanno consolidando. Un cuore che ricominci ad amare e a servire, perché si sente amato. E che diviene così forte da affrontare e gestire tutte le tentazioni, celebrando la vittoria su ogni morte e lodando chi ci ha dato la vita e che ci permette di ritrovarla, dopo averla persa. 

La quaresima insegna ogni giorno ad ognuno a chiedersi, giunto alla sera: Che cosa è uscito dal mio cuore? Che cosa ho dimostrato incontrando le persone? Che cosa ho generato? Che cosa ho immesso di bello e di vero nel mondo? 

La quaresima come una bella occasione per compiere “esercizi” di rinnovamento e di conversione, incoraggiati da Gesù, appassionato cuore di Dio, che ama la vita fino a morirne e che ha vinto la morte con l’amore. 

Buon tempo quaresimale. 

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