Proposta indecente sul parco di Ugolio
di Francesco Mariani

30 Marzo 2023

3' di lettura

La nota pineta di Ugolio, dopo decenni di gestione da parte dell’Ente Foreste, è tornata, da qualche lustro, nella disponibilità dei legittimi proprietari. Per oltre 50 ettari, sui circa 100 complessivi, compresa la parte dove sorge il nuraghe, non appartiene al Demanio. Vi è stato realizzato un originale parco pubblico, ben arredato ed attraente, con la commovente rappresentazione, a Monte Dionisi, della crocifissione di Cristo, ma ricadente su terreni privati.

Tutta l’area è soggetta a vincoli ambientali stringenti per cui non vi è possibilità di costruire abitazioni e quant’altro. La cittadinanza ne usufruisce gratuitamente ma per i proprietari è diventata una rogna. Nella seduta del Consiglio Comunale del 09/02/2017, l’assessore Giuliano Sanna rispondeva così ad una interrogazione del consigliere Tore Lai (M5S): “Relativamente alla pineta di Ugolio… la stessa è completamente di proprietà privata, quindi appartiene a dei privati i quali a suo tempo fecero anche istanza legale di restituzione di queste aree che poi si concluse per volontà degli stessi con un nulla di fatto, nel senso che le aree naturalmente sono soggette ad una serie di vincoli sia dal punto di vista urbanistico che soprattutto dal punto di vista forestale”.

Possono legittimamente recintare e chiedere un ingresso a pagamento; possono mettersi d’accordo tra loro e dare il tutto in gestione ad una società turistica/ambientale; possono, insomma, dire che “questa è casa mia”.

Se si avesse a che fare con possidenti speculatori tutto ciò sarebbe già avvenuto. Ed invece non è così. Il libero accesso continua ad essere garantito per tutti, fermo restando che le tasse restano a carico dei proprietari. I quali, occorre ricordarlo, non hanno fatto storie se le zone limitrofe, guarda a caso come e perché, sono state urbanizzate e costruite. 

In una parte di quelle aree doveva sorgere in nuovo seminario vescovile nuorese, con previsti spazi pubblici, tipo un campo di calcio. Stiamo parlando degli anni sessanta. Il progetto era dell’ing. Francesco Bassi. Tutto andava bene. Poi furono favoriti, è il caso di dirlo, altri proprietari limitrofi rispetto a quelli che non potevano neanche sradicare una pianta di cisto. Un seminario non va bene ma la sede della Polizia Stradale sì.

La proposta indecente è questa: il Comune prospetti ai proprietari l’acquisto delle loro aree o almeno un concordato per non pagare le tasse (magari a sgravio su quelle che pagano per altri beni). Tra l’altro, trattandosi di terreni non recintati, i titolari debbono stipulare apposite polizze assicurative a tutela di chi vi va a passeggiare o fare sport. Decisamente troppo!

Come fare? Chiedere alla Regione che i 480 mila euro destinati all’acquisto dello stabile fatiscente Guida-Cherchi, in via Mariano D’Arborea n° 2, per la Fondazione San Pietro, cui essa Fondazione ha rinunciato, siano reinvestiti per questo progetto che sicuramente ha un più vasto interesse cittadino. Si può fare? Non è la soluzione di tutto il problema ma in buona parte sicuramente. 

Altrimenti aspettiamoci che, per pineta e parco, prima o poi, si paghi dazio.

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