Vincenzo Camuccini, La morte di Cesare (1805 circa). Napoli, Museo di Capodimonte
In politica, pur di sopravvivere va bene anche il parricidio
di Francesco Mariani

26 Luglio 2022

4' di lettura

Mentre andiamo in stampa nessuno sa come andrà a finire la crisi di governo apertasi con le dimissioni di Mario Draghi, respinte da Mattarella. Qualche considerazione la si può comunque fare. Per una volta tanto, sono d’accordo con il mio prof di sociologia Domenico De Masi, oggi vicino ai 5 Stelle e coordinatore del loro centro di formazione, dopo averne azzeccato poche nelle sue precedenti consulenze politiche. Con la freddezza dell’analista sociologo ha detto: “Dall’inizio del governo Draghi a oggi il M5s ha perso 7-8 punti percentuali. È chiaro che la permanenza nel governo non fa che dimagrarli. Avanti di questo passo, fra 6 mesi, scomparirebbero. Qualcosa Conte doveva fare e lo ha fatto. Non si tratta di giusto o ingiusto, è la mossa per sopravvivere, è indispensabile”. Analisi lucidissima, priva di moralismi e di contorsioni politiche. Il M5s doveva per forza aprire la crisi. Giuseppì (Conte solo di cognome) non poteva fare diversamente, anche a costo di sconfinare nel ridicolo. Restare al governo significava cedere armi e bagagli a Di Maio protagonista di una pesantissima scissione filo-governativa, lasciare ancora spazio libero a Giorgia Meloni unica esponente di un partito all’opposizione, ammainare le ultime bandierine di un progetto politico inesistente, confuso, ideologico e mistificatorio. Per sopravvivere si commettono parricidi, tradimenti, viltà di ogni genere. Conte aveva dichiarato di non voler Draghi alla Presidenza della Repubblica perché indispensabile alla guida del governo. Il M5s lotta per la sua sopravvivenza, punto e basta. Se poi c’è di mezzo una guerra europea, una crisi energetica spaventosa, una pandemia, un’inflazione da brivido, poco conta. Urge tenere in piedi la bottega o, più nobilmente, “la ditta” come direbbe Bersani. I pentastellati ormai passano da un’alleanza all’altra, dal no al sì nel volgere di un paio di ore, non sai se li guida Conte o Grillo o chi per loro, hanno detto e votato tutto e il contrario di tutto. Sono nati con una vaffà e così probabilmente si estingueranno. Se De Masi stavolta ha avuto l’onestà di ragionare da sociologo, io colgo l’occasione per un pensiero da prete cattolico. Il peccato originale esiste, per tutti, nessuno escluso. Quando una persona o un partito o chicchessia afferma di esserne immune bisogna allarmarsi. Il M5s pensava di non essere erede di Adamo ed Eva, di essere geneticamente diverso, inappuntabile eticamente, l’onestà fatta carne. Cosa che mai è esistita e mai esisterà. Ha copiato lo slogan ipocrita del “moralmente diversi” dal Pci di Berlinguer. Le mani pulite le hanno anche i più grandi ladri. La moralità è conquista e fatica quotidiana non etichetta pubblicitaria. Occorre diffidare di chi, partito o movimento, si presenta dicendo di averla in esclusiva. Gesù diceva realisticamente che i “poveri li avrete sempre con voi” e chiedeva di essere con loro fraternamente vicini per emanciparli. Quando ho visto Di Maio annunciare dal balcone istituzionale “abbiamo abolito la povertà” mi sono chiesto se non avessimo un nuovo messia e quindi un nuovo insostenibile inganno. Io non voterò mai un politico che fa proclami del genere. Come non voterò mai un politico nostrano che si definì “assessore alla felicità”. Anche un ragazzo capisce che le povertà non si abrogano o cancellano per legge e la felicità non la si regala come fosse un bene di cui disponi in esclusiva. Infine, un piccolo particolare: Gesù ha scelto e chiamato Giuda, il traditore che comunque un affetto per il suo Maestro lo aveva. Qui, a furia di sbandierare fedeltà eterna, abbiamo a che fare con un battaglione di Giuda avente alla fine l’orizzonte della sua tasca. “Era ladro”, ci ricorda amaramente il Vangelo di Giovanni, ma non fuori dalla realtà. Qui abbiamo a che fare con soggetti politici da noi eletti ma marziani per pensiero e condotta. Giuda amministrava la borsa di una scalcagnata compagnia e da essa rubava. I suoi emuli politici odierni (perché il famoso Giuda era anche lui un “politico”), lo fanno in modi più svariati. Non fidatevi di chi vi dice di non avere un Giuda nelle sue file.

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