Gli adolescenti in piazza San Pietro per l'incontro del 18 aprile 2022
Gli adolescenti da Francesco ed il bisogno di maestri veri
di Francesco Mariani

28 Aprile 2022

3' di lettura

Seppure sia passata qualche settimana, non si può dimenticare l’immagine di 80 mila adolescenti assiepati, il lunedì dell’Angelo, in piazza San Pietro e nell’adiacente via della Conciliazione in Roma. Erano convenuti da ogni parte d’Italia per un incontro con il Papa.
Un evento che si presta a diverse considerazioni.

Di adolescenti ne erano attesi 50 mila, e ne sono giunti 80 mila.
Accompagnati da sacerdoti, suore, diaconi, educatori, animatori e tanti genitori. Per i tempi che corrono, una vera sorpresa. Erano in pochi a credere che la Chiesa italiana avesse ancora una capacità di “convocazione” così forte. È probabile che nessun’altra istituzione od ente sia oggi in grado di realizzare un raduno di adolescenti di queste proporzioni. Sui numeri non bisogna illudersi ma non si possono neanche ignorare.

Altro elemento è la composizione di quella folla. La stragrande maggioranza, erano ragazzi e ragazze degli oratori parrocchiali e delle varie congregazioni religiose. Una realtà, quella oratoriale, fortemente presente nelle città e Regioni del Centro-Nord e molto meno al Sud e da noi.
Stando agli ultimi dati raccolti, in Italia sono oltre 8000.
Essi rappresentano ancora un luogo estremamente rassicurante per i genitori, uno snodo che intercetta le domande delle famiglie, dei giovani, dei bambini e anche degli enti pubblici locali (specie in occasione delle ferie estive). I problemi comunque ci sono e tanti pure. Ad iniziare dal fatto che i genitori di oggi sono meno disponibili a condividere con altre figure di educatori il percorso formativo. Circa 10 mila erano aderenti a Gioventù Studentesca, il segmento di Cl che è presente nelle scuole medie superiori, e ad altri movimenti ecclesiali.

Una porzione importante di quegli adolescenti era infine composta da studenti delle scuole paritarie. In queste realtà è più presente l’associazionismo cattolico di tutti i tipi che rispetto all’esperienza oratoriale è più durevole nel tempo, o meglio, si conserva più attrattiva.

Per tutti, anche per i “cani sciolti” il Papa ha avuto parole di grande insegnamento. “Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli – la riflessione di Francesco – quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura?
Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Tutti noi abbiamo paura del buio! Le paure vanno dette, bisogna esprimerle per mandarle via! Vanno messe alla luce, e quando vengono messe alla luce, scoppia la verità! Il buio ci mette in crisi, è vero, ma durante le crisi si deve parlare: vanno illuminate, per vincerle!”.

Un insegnamento prezioso per gli adolescenti ma anche per gli adulti. Le paure dei ragazzi debbono trovare maestri (in famiglia, a scuola, in parrocchia, nelle realtà associative) capaci di ascoltarle e capirle, in modo coinvolgente e responsabilizzante.
Maestri di vita per passione, per vocazione, non per un impreciso dovere o approssimativo spirito di volontariato.
Da piazza San Pietro si è udito un grido inascoltato: «Abbiamo necessità di maestri».

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