Beniamino Zuncheddu, una buona candidatura
di Francesco Mariani

1 Maggio 2024

3' di lettura

L’attivista di origini cagliaritane Ilaria Salis, detenuta in condizioni vergognosamente disumane a Budapest, sarà per le europee la capolista dei RossoVerdi. «Il nostro obiettivo – si legge in un comunicato – è generare intorno al nome di Ilaria una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi inviolabili dello Stato di diritto». In realtà questa formazione politica, come tutte le altre, è andata a pescare nel lago delle icone, dei “santi subito”, delle star mediatiche, pur di avere consensi e limitare l’astensionismo massiccio che si registra alle europee. E d’altronde questa competizione elettorale riguarda l’Ue ma da noi è declinata in versione cortile di casa, per una conta nostrana dei consensi ai vari partiti. E infatti il tutto è avvolto in molte chiacchere senza proposte politiche.

Ilaria Salis è accusata dai magistrati ungheresi di lesioni personali e di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, che ha come obiettivo quello di “martellare” presunti neonazisti. Avrebbe partecipato a due atti di violenza del 10 febbraio. Uno contro un uomo – scambiato per un estremista di destra – e un altro contro il musicista di estrema destra László Dudog. Il processo dirà fino a che punto quelle accuse siano vere. In caso di condanna ci sono in ballo 24 anni di carcere. In Italia è scattata una mobilitazione, per chiederne i domiciliari, che non ci fu manco per i nostri due marò, innocenti, detenuti in India e lì bloccati per anni.

Personalmente vorrei porre un interrogativo: perché, al di là delle sintonie politiche, in Sardegna non è candidato Beniamino Zuncheddu? L’ex-pastore di Burcei era stato condannato all’ergastolo con l’accusa di essere l’autore della strage di Sinnai dell’8 gennaio del 1991, in cui furono uccisi tre allevatori. Dopo 33 anni di carcere è stato assolto e rimesso in libertà lo scorso gennaio al termine del processo di revisione che si è tenuto a Roma. Il tribunale di Sorveglianza di Cagliari gli ha riconosciuto un risarcimento da parte dello Stato di circa 30mila euro per aver trascorso oltre dieci anni di detenzione in celle piccole, sovraffollate e malsane. Anche lui è stato esibito in catene ed ha vissuto in condizioni disumane, non per mesi ma per anni interminabili. Quando entrò in cella ne aveva 27 oggi ne ha 59. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la motivazione del tribunale romano che lo ha assolto nel processo di revisione: tradotto in linguaggio accessibile vi è scritto che non sono state acquisite prove inconfutabili della sua innocenza. Questo vuol dire che con tutta probabilità non avrà un risarcimento per la sua carcerazione record da innocente. Il castello accusatorio è caduto tutto ma l’imputato non ha portato prove certe della sua innocenza. Roba da matti!

Ecco, Zuncheddu è l’icona sconosciuta da portare in Europa per far capire come funziona la cosiddetta Giustizia, i diritti dei detenuti e il sistema carcerario. Ha patito e sofferto, gli è stata rubata oltre metà della sua vita, ed ora si trova in condizioni economiche (te credo!) molto critiche. Visto che sono stati candidati benestanti e vip, c’è un attimo di attenzione per uno che davvero è un caso di ingiustizia insopportabile? 

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