(photo by Francesco Zizola)
Una firma come “mandato”
di Franco Colomo

11 Settembre 2023

10' di lettura

“Una firma che fa bene” è lo slogan scelto quest’anno per la campagna di sensibilizzazione per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Fa bene perché si traduce in gesti d’amore, che si vedono o che restano nascosti, ricordandoci – come dice il Vescovo Antonello – che dietro ai numeri «ci sono persone concrete».  

Eccellenza, in questi anni abbiamo dato conto di diversi progetti realizzati, a suo avviso nell’ultimo anno e negli anni precedenti, quali sono quelli più importanti o quelli a cui tiene in maniera particolare? 
«Vorrei sottolineare che la Diocesi, grazie all’8xmille, ha fatto in modo in questi anni di utilizzare tutte le possibilità che, attraverso la Conferenza episcopale italiana, permettono di avere delle risorse per la sua attività. L’8xmille permette infatti alle diocesi di avere dei fondi per il culto e la pastorale (catechesi, formazione, missioni, manutenzioni ordinarie…) per la carità (persone bisognose, opere caritative parrocchiali e diocesane…) ma anche per progetti che riguardano l’edilizia di culto e i beni culturali. Le risorse per l’edilizia di culto rispondono alle esigenze di nuove costruzioni o di ristrutturazioni di edifici o di locali parrocchiali e di ministero, che talvolta possono ampliarsi grazie ai contributi comunali e regionali. Per quanto riguarda le cose che abbiamo fatto, L’Ortobene pubblica ogni anno l’elenco dei lavori e delle scelte effettuate. Darei conto in questo momento, tra gli altri, del recupero in atto dei locali di Galanoli, un centro di spiritualità importante, non solo per la Diocesi, lavori che riguardano la grande chiesa e i locali di accoglienza dei gruppi, che permetteranno incontri con numeri maggiori. Segnalerei, dai fondi carità e da quelli della stessa Diocesi, anche l’intervento di ristrutturazione dell’ex casa del clero che diventa un luogo di accoglienza temporanea per i senza fissa dimora, ma anche un centro-servizi collegato alla Caritas. Abbiamo inoltre recuperato le risorse 8xmille destinate ad archivio e biblioteca, aumentandoli con fondi Diocesi, per la sistemazione dei rispettivi locali: un impegnativo investimento che ha dovuto affrontare anche le problematiche legate alla stabilità dei luoghi. Infine, giusto evidenziarlo, con tutti i lavori avviati, abbiamo esteso l’invito al lavoro a nuovi professionisti e a più imprese, tenendo conto che l’8xmille arriva dalla firma della gente e la loro fiducia va salvaguardata anche in questo modo».

Quale criterio guida la scelta dei progetti da realizzare? Lei quale urgenza sente maggiore nel territorio della Diocesi e su cosa si punterà in futuro? 
«I criteri sono quelli dettati dalla Conferenza episcopale italiana. In secondo luogo le scelte nascono dalle segnalazioni dei parroci o dalle scelte pastorali della Diocesi. E tutto nasce cammin facendo. Le esigenze sono la ristrutturazione di chiese, di case parrocchiali, di ambienti di accoglienza. Sono essenziali per la continuità di un servizio della Chiesa nel territorio. Ed è fondamentale l’attenzione al mondo della povertà, gestita direttamente dalla Diocesi o dalla Caritas. Penso anche all’attenzione alle problematiche che sono sorte in questi anni dopo la pandemia, e per questo abbiamo avviato progetti di supporto psicologico, ponendo grande attenzione alle famiglie in difficoltà e, più in generale, abbiamo programmato – collaborando con le realtà diocesane, la Fondazione don Muntoni, i docenti di religione – progetti che riguardano i minori e gli studenti, e problematiche come l’usura, le tossicodipendenze e l’alcol. Una richiesta nuova ci sta preoccupando: quella degli anziani abbandonati, che talvolta si chiedono che senso ha la loro vita quando la malattia e la solitudine si fanno sempre più incombenti. Ci sono stati naturalmente anche progetti che hanno riguardato la catechesi e l’annuncio della fede, riflettendo così la necessità della formazione dei laici». 

Ritorniamo alle firme.
«La firma è una scelta democratica e libera che permette alla Chiesa di essere presente nei territori in modo assolutamente diretto, e i cui effetti si vedono immediatamente. A volte neanche sono conosciuti, certamente non pubblicizzati troppo. Le voci del rendiconto finale, obbligatorio per la legge dei fondi 8xmille, non sono sufficienti per comprendere tutto il lavoro svolto. Dietro quei dati ci sono persone concrete, persone che oltre all’aiuto hanno bisogno prima di tutto del nostro rispetto come esseri umani. Lo Stato italiano, destinando l’8xmille alla Chiesa, in realtà riceve un grosso aiuto per risolvere i problemi quotidiani della società». 

Questo aspetto di “supplenza” è da sottolineare perchéé è forte nel Paese una certa propaganda con libri, campagne di stampa, associazioni. In che modo si possono coinvolgere ulteriormente le nostre comunità per farle sentire corresponsabili? E in che modo si può anche arginare un calo nelle firme che c’è stato in questi anni e quindi invertire un po’ questa tendenza?
«Direi che la gente non deve pensare che l’8xmille risolve tutto, e che l’unica cosa da fare è aspettare, tanto poi la Chiesa interviene. Le risorse arrivano grazie a una partecipazione consapevole, una decisione diretta. Non è sufficiente apprezzare dopo, è necessario, prima, comprendere perché la destinazione di questi fondi alla Chiesa cattolica merita un gesto concreto. La scelta è personale, ma è anche comunitaria. Spetta a noi ministri far capire che una comunità non può aspettarsi tutto dall’alto. C’è chi lavora meglio per questo e chi meno. Aiutiamo la gente a darci un mandato, e questo avviene solo se ha fiducia in noi.  Si tratta di un’attribuzione di responsabilità che se non arriva non permette di fare il bene che vorremo fare. Anche i più vicini a noi, nelle comunità, sono come distratti, qualche volta indifferenti, dobbiamo aiutarli a capire che anche con una firma, con una donazione, ad esempio per il sostentamento dei sacerdoti, stanno mettendo le basi per dare alla Chiesa una fiducia che si sta meritando (e merita) sul campo, non teoricamente. Anche perché noi aiutiamo tutti, non chiediamo prima se è uno battezzato o praticante, lo facciamo grazie al mandato ricevuto, e grazie a quanto Gesù ci ha invitato a fare nel suo Vangelo».


GUIDA ALLA FIRMA

Scheda allegata al Modello CU

Chi può firmare?
Coloro che possiedono solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CU e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Come scegliere?
Utilizzare l’apposita scheda allegata al modello CU. Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, firmare nella casella “Chiesa cattolica”,
facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Firmare anche nello spazio “Firma” posto in basso nella scheda.

Quando e dove consegnare?
Consegnare entro il 30 novembre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura “Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef”.
Presso qualsiasi ufficio postale. Viene rilasciata apposita ricevuta.
A un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, Caf).
Direttamente via Internet entro il 30 novembre.

Modello 730 precompilato

Il modello 730 precompilato e il modello 730-1 devono essere presentati al Caf o al professionista o al sostituto d’imposta entro il 30 settembre. O direttamente all’Agenzia delle Entrate via Internet entro il 30 settembre.

Modello 730 ordinario (non precompilato)

Il contribuente non è obbligato ad utilizzare il modello 730 precompilato messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Può infatti presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie (utilizzando il modello 730 o il modello Redditi).

A chi e quando si presenta
Al sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, al Caf o al professionista abilitato entro il 30 settembre.

Modello Redditi

La scelta viene effettuata utilizzando l’apposita scheda, presente all’interno del modello Redditi, che è usata sia in caso di obbligo di presentazione della dichiarazione sia in caso di esonero. Dovranno essere indicati anche il Codice Fiscale e le generalità del contribuente.

Chi può firmare?
I contribuenti che non scelgono di utilizzare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi oppure i contribuenti che sono obbligati
per legge a compilare il modello Redditi.

Come scegliere?
Firmare nella casella “Chiesa cattolica” facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta, nell’apposito riquadro denominato “Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef” posto nella scheda.

Quando e dove consegnare?
Possono essere predisposti da qualsiasi intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf, professionista), che provvederà anche all’invio della dichiarazione entro il 30 novembre.
È importante comunque ricordare all’intermediario fiscale la propria scelta per la destinazione dell’Otto per mille.
Chi predispone da solo il modello Redditi, deve effettuare la consegna via Internet entro il 30 novembre, ovvero, se non è obbligato all’invio telematico, presso qualsiasi ufficio postale dal 2 maggio al 30 giugno.

E il cinque e due per mille?
In tutti e tre i modelli troverete anche lo spazio per destinare il cinque e il due per mille.
È una possibilità in più che non esclude o modifica la firma dell’Otto per mille. L’invito è a firmare l’Otto per mille come sempre e, per chi vuole, aggiungere anche la scelta del cinque e due per mille.


ONLINE. VISITA IL SITO E I CANALI SOCIAL

Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nell’area Mappa 8xmille sono geolocalizzati e documentati migliaia di interventi già realizzati, in Italia e nel mondo.
Una geografia di opere in aggiornamento, nel segno della rendicontazione e della trasparenza verso chi ha generato con la firma opere di fraternità secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. La Chiesa cattolica ogni anno si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e contribuenti per rinnovare
la firma che si concretizza in risorse per la realizzazione di opere dove tanti, ogni giorno, trovano porte aperte e speranza restituita.

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