Francesco Guccini
Un campo progressista è ancora possibile
L'intervento di Francesco Guccini
di Redazione

12 Giugno 2023

4' di lettura

Nuoro - Non è facile per un Nuorese con l’Ortobene nel cuore, guardare la propria città e sognarla ancora con gli occhi di quell’adolescenza che doveva sgomitare fra mille facce, in quelle vasche fra i giardini e il corso. Osservare oggi le piazze, le chiese, le strade, i mattoni, in cui è passata tanta vita, è un colpo all’anima.
La portata della questione, l’urgenza del dibattito, esige, anche se brusco e traumatico, il risveglio da quello stato di torpore e apatia al quale va addebitato il capovolgimento narrativo della fiaba: poiché davvero Nuoro, il cigno dell’Atene sarda, sta diventando un brutto, orrendo anatroccolo. Ciò che percuote con forza le coscienze è l’apatia nella quale ci troviamo: si continua a gettare sale sulle ferite senza, non dico opporsi, ma al meno tentare un lamento. Per la verità, un tentativo è stato fatto in quel lontano novembre. Male interpretato dal Sindaco, dai suoi sempre meno convinti sostenitori, ma utilizzato, ad arte da una parte della destra per insinuarsi nella gestione della città. Quando infatti si è denunciato l’immobilismo della giunta, si è pensato ad osservare il colore politico del dito che indicava la luna e non invece l’oggetto. Questo ha portato una serie di ripercussioni in Consiglio che ne hanno minato il già precario equilibrio. E così, piuttosto che discutere sui temi proposti, il Sindaco, come un printzipale di altri tempi, ha cominciato a togliere e assegnare deleghe, quasi la politica stesse agli incarichi come il chilogrammo alla bestia di macelleria. E i tanti temi sono rimasti li, sul tavolo. Persino Ulisse dopo dieci anni ritornò all’amata Itaca.. qui le opere pubbliche, invece, sono un odissea senza fine. Dalle più piccole, alle più grandi. Dai lavori per una rotatoria, come è quella di Via Santa Barbara, aperta da mesi, a un altra in via funtana Buddia, che farebbe rabbrividire chiunque si intendesse minimamente di traffico o avesse anche solo una patente di guida. Per non parlare, della galleria di Mughina, emblema dell’inefficienza del settore. Laddove con la scusa della messa in sicurezza e “dell’incolumità dei cittadini prima di tutto”, si è giustificato un anno e mezzo di chiusura; e ancora non si vede la luce. Roba che da altre parti ne avrebbero fatto altre due nuove. Lasciamo stare l’anfiteatro De Andrè, dopo le balle, ne vedremo le belle. E che dire della presa in giro ai danni degli Operatori di Prato Sardo, convinti della bontà dell’operazione che dovrebbe portare il Comune alla gestione dell’area, e all’oscuro del fatto che si tratti di una scatola vuota. Senza un piano industriale, senza copertura economica, senza nemmeno dati aggiornati sulla gestione, ma con in tasca la scusa pronta di una regione matrigna e assente all’abbisogna. E il Pums, che sembra oramai digerito dalla città, che avrebbe potuto colmare quella carenza di fondi da investire per le barriere architettoniche, dopo otto anni di nulla. Naturalmente al netto di un voto in Consiglio che avrebbe dovuto istituire una figura a tutela delle persone con disabilità. Lettera morta. Ma sono solo pochi esempi di una situazione sull’orlo del baratro. Quando al ballottaggio invitai al voto per Andrea Soddu – cosa che evidentemente vale solo per vendere freddi numeri, se poi chiedergli conto dell’azione amministrativa è lesa maestà – ero davvero convinto che avrebbe potuto essere meglio di ciò che, purtroppo, ho davanti agli occhi. Alzare bandiera bianca è una possibilità, ma non la mia scelta. Trascurando chi non vuole attorno teste pensanti o è mosso da esagerate ambizioni, occorre incontrarci. Un campo comune, moderato e progressista, con al centro la rinascita di Nuoro, è possibile. 

Francesco Guccini

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