Il pubblico in una precedente edizione del Festival letterario
Torna l’Isola delle storie, la prima edizione del dopo Fois
di Franco Pisanu

13 Aprile 2024

4' di lettura

Gavoi - Arriva una bellissima notizia sul fronte della cultura del nostro territorio. Torna nel mese di luglio il Festival L’Isola delle Storie di Gavoi. Ricordiamo il silenzio dei due anni del Covid 2020-2021 e poi l’anno scorso quando a sorpresa e all’ultimo momento si seppe che il Festival non sarebbe stato più ospitato fino a che alcune cose non si fossero chiarite.

Salvatore Lai, sindaco di Gavoi. Allora, è davvero una bella notizia. Non ci sarà Marcello Fois a dirigere l’orchestra, cosa ci può dire di più?
«Dunque la notizia è senz’altro molto bella per noi, ma credo per l’intera Isola. È un appuntamento culturale che apre l’Isola a incontri e confronti di livello ampio e sappiamo che ruolo ha la cultura nella formazione dei cittadini e di quanto ci sia bisogno veramente di questo in fasi difficili come quelle che attraversiamo. Non ci sarà Marcello ed è una cosa che mi è dispiaciuta, devo dirlo, glielo ho manifestato a lui, ne ho parlato, perché pur con il riconoscimento dovuto a tutti coloro che hanno creato il Festival e che attualmente consentono al Festival di tenersi, Marcello rappresentava proprio la punta più avanzata e in qualche modo ne era l’emblema».

Chi ci sarà al suo posto?
«Al suo posto ci sarà come presidente Mariagiovanna Serusi. Non ci sarà una figura di direttore artistico perché questa non è stata mai prevista anche se di fatto la funzione veniva svolta da Marcello. Quindi il gruppo, con Mariagiovanna in testa, andrà avanti e sicuramente si avvarrà del contributo di tanti, ma io sono convinto anche quello di Marcello, pur non essendo in prima linea. Sono passati tanti anni da quando il Festival è stato fondato, un evento di questo tipo va organizzato un anno prima, significa lavorare con una certa continuità e comporta molta fatica, molto impegno, quindi credo che alla fine si sia sentita un po’ questa stanchezza».

Noi abbiamo raccolto delle voci nel periodo scorso sull’addio di Marcello Fois. Una vorrebbe che non venisse più condivisa dagli altri collaboratori la linea politica giudicata troppo spostata a sinistra. L’altra invece vorrebbe che ci fossero delle frizioni interne in paese con alcune persone, con alcune figure anche del mondo economico. Noi non abbiamo provato a lanciare il sasso nello stagno, lei cosa ne dice?
«Il festival è caratterizzato da chi ovviamente lo organizza. Hanno partecipato intellettuali a tutto tondo, personalità del mondo della letteratura, che in definitiva vanno al di là dello schieramento politico. Anche l’altra è una critica che ho sentito, ma non mi sento di coinvolgere tutto il paese, perché il Paese vive questo evento con grande partecipazione, penso ai volontari, lo stesso ente locale investe molti quattrini e quindi c’è un riconoscimento per questo lavoro e per i risultati del Festival. Quando le critiche ci sono bisogna vagliarle bene, se hanno spirito costruttivo vanno accolte. Personalmente ho colto in alcuni casi – e questo può aver creato anche qualche problema in Marcello e anche nel gruppo -, mancanza di generosità, nel senso di ingratitudine da parte di alcuni gavoesi, per la verità abbastanza pochi e ben identificati. Piuttosto che riconoscere il valore del festival abbiamo verificato che la critica era dettata dall’invidia, sentimento che peraltro nelle nostre comunità non è mai scomparso».

La rete costruita da Marcello Fois resta in piedi?
«Sì, certo. C’è una rete di rapporti preziosissima che ha costruito Marcello in collaborazione con il gruppo che ha lavorato con lui».

Le date.
«La prima settimana di luglio, quindi primo venerdì, sabato e domenica».

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