Dai Paesi - Orani
Il cortile interno dell’edificio (photo by Luca Mele)
Testimoni e custodi del sapere di Orane mannu
Le nostre case per gli anziani/3. La struttura dedicata a San Giuseppe è stata edificata tra il 1963 e il 1976, gli ospiti sono 24
di Luca Mele

29 Gennaio 2024

4' di lettura

Orani - Come una perla incastonata nel paese di Orani, nell’area retrostante la chiesetta ottocentesca di San Giuseppe, la Casa di Riposo che alle falde del Monte Gonare porta appunto il nome del padre putativo di Gesù simboleggia anche nella sua posizione geografica la centralità degli anziani per l’intera cittadinanza. Sono sos mannos, a cui la popolazione riserva grande ammirazione e profondo rispetto perché testimoni di Orane mannu e custodi di un sapere e della saggezza popolari. Una considerazione che negli ultimi sei decenni ha potuto esprimersi attraverso l’opera del parroco di allora e di una generosa compaesana, fedelmente a quanto riportato nella lapide collocata ad perpetuam memoriam all’ingresso della struttura: «La Comunità parrocchiale di Orani ricorda con gratitudine che sul terreno donato da Donna Valentina Maria Nieddu negli anni 1963 – 1976 fu edificata questa Casa per anziani dal Canonico don Arnaldo Concas (1909 – 2003). Per lui e per tutti i benefattori offre una riconoscente preghiera». Proprio davanti all’iscrizione, sulla parete opposta, è possibile ammirare un dipinto che raffigura lo stesso sacerdote nato a Marsiglia che guidò la parrocchia di Sant’Andrea dal 1962 al 1978. Ma ad accogliere l’amorevole iniziativa della succitata nobildonna locale fu il predecessore don Francesco Lai; il nuovo pastore arrivato subito dopo raccolse e custodì l’eredità anzitutto “spirituale” e il 19 marzo 1963, festa liturgica del Patrono universale della Chiesa, pose la prima pietra con la benedizione del vescovo Giuseppe Melas. 

In quel tempo, quando la Chiesa viveva le primizie del rinnovamento conciliare, gli oranesi godevano della presenza delle suore Fedeli Apostole di Gesù, alle quali fu affidata la recente opera assistenziale. Ora nei locali tra via Cavada, via Repubblica e via Cedrino abitano le Figlie della Carità e la casa di riposo San Giuseppe è l’unica in diocesi dove c’è la presenza di queste religiose, precisamente tre consorelle. Da 6 anni suor Clementina Dessì è la superiora della comunità e contemporaneamente, forte della sua lunga esperienza tra gli ospedali dell’Isola, indispensabile collaboratrice del responsabile legale don Gesuino Corraine: «Noi suore e il sacerdote lavoriamo insieme a diversi operatori qualificati e addetti ai servizi di cucina e riordino; i pazienti sono 24 (la maggior parte originari di Orani e altri provenienti da Dorgali, Nuoro e Oliena) e ciò che ci rende orgogliosi è il grande clima di familiarità tra gli utenti e la incoraggiante serenità all’interno del personale», ha dichiarato suor Clementina.

L’edificio in tre piani, che nel tempo ha conosciuto diversi interventi di ripristino e di ampliamento, dispone di camere, sale comunitarie, spazi per la cura e l’igiene, di un cortile ben curato con piante e fiori e alberi da frutto. C’è anche una cappella dove il parroco ogni domenica celebra l’Eucarestia: «La Santa Messa è il momento in cui si manifesta tutto l’affetto della popolazione: oltre agli anziani e ai loro familiari, la presenza di tanti parrocchiani rivela il forte senso di appartenenza», ha spiegato don Corraine. E «la preghiera sostiene quotidianamente gli ospiti della Casa – ha confidato ancora suor Clementina –. Mi piace raccontarvi di una coppia speciale che occupa l’unica camera matrimoniale a disposizione: lui ha 103 anni, lei 98, e prima di addormentarsi recitano insieme il Rosario in latino». Infine, ogni invocazione trova conferma nella generosità della gente: «Abitualmente qualcuno regala pane, olio, viveri di prima necessità… e numerosi sono i volontari pronti a intervenire quando c’è bisogno di aiuto! L’amore provvidente ci accompagna sempre», ha affermato in conclusione la religiosa.

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