Dai Paesi - Orotelli
Un momento di conviviali all'interno della struttura
S’ospitziu e la comunità orotellese
Le nostre case per gli anziani/2. La struttura dedicata a San Pietro è attiva da oltre trent’anni
di Luca Mele

22 Gennaio 2024

3' di lettura

Orotelli - Un sogno, non proprio disinteressato, realizzatosi grazie alla donazione fatta nel 1986 da Pietro Cannas, cittadino di Orotelli che ha regalato al proprio paese la Casa di riposo costruita in località Ladorzu. L’anziano benefattore desiderava trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una struttura che rappresentasse un luogo di accoglienza per tutte le persone bisognose di un particolare supporto, al di fuori del proprio contesto familiare. 

Dedicato all’apostolo Pietro, la cui devozione è particolarmente diffusa nel piccolo borgo della Sardegna centrale, s’ospitziu è stato inaugurato ufficialmente aperto 32 anni fa, nel periodo in cui la cura pastorale fu affidata al sacerdote don Francesco Mario Mariani. Attualmente il legale rappresentante è don Michele Pittalis, parroco di San Giovanni Battista e Spirito Santo, che insieme agli operatori socio sanitari e gli addetti ai servizi generali mette a disposizione dei pazienti e delle loro famiglie ogni premura, al fine di trasmettere serenità durante tutto il soggiorno. Il sacerdote si mostra vicino ai suoi anziani preoccupandosi abitualmente di fare loro una visita per stare in compagnia e pregare insieme, anche amministrando i sacramenti. 

Uno dei collaboratori di don Pittalis è Paolo Fadda, a cui è affidato l’aspetto amministrativo per una gestione tecnica sempre meglio fedele alle indicazioni della Stato. Questi ha voluto sottolineare la «fiducia reciproca» che caratterizza i rapporti tra il sacerdote responsabile e il personale: «Per fare un esempio, la forte intesa si manifesta specialmente non negli inesistenti momenti in cui viene ordinato cosa si debba fare, ma quando si riflette su “come” si possa raggiungere insieme un obiettivo». Fadda ha pure spiegato che «l’alloggio per legge non può ospitare più di 18 anziani autosufficienti e tante sono le richieste, soprattutto dal circondario, per le quali è necessario adottare una lista di attesa secondo il criterio temporale della domanda e un margine di discrezionalità di fronte a situazioni di maggiore urgenza».

Ovviamente anche la Casa di Orotelli ha dovuto subire le conseguenze a causa delle pesanti restrizioni adottate per arginare la crisi sanitaria del Covid. Tuttavia in questi ultimi mesi è stato possibile riproporre occasioni di festa e di condivisione con la partecipazione non solo dei parenti ma anche di amici e comunque della popolazione. Nello scorso periodo natalizio, precisamente il 23 dicembre, è stato organizzato un pranzo sociale con quasi un centinaio di familiari proprio nei locali della struttura, una giornata di fraternità che si è prolungata fino alla sera con il concerto del coro parrocchiale; il giorno dopo Natale, poi, c’è stata l’esibizione del Gruppo Folk locale che ha regalato uno spettacolo musica e danza per la gioia dei pazienti. «Sono segni che confermano quanto la Casa sia parte della comunità. È un ospizio nato grazie alla generosità e che può ancora andare avanti grazie alla gratuità di tanti», ha commentato sempre Fadda.

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