Quando la Posta si trasforma in banca
di Redazione

21 Dicembre 2020

3' di lettura

“Tu prova ad avere un mondo nel cuore/ E non riesci ad esprimerlo con le parole”. De André resta un grande maestro. Le Poste Italiane, o meglio il Postal Market, ne sono il tradimento. Lasciamo stare il nostro settimanale L’Ortobeneche paga mille euro a numero per la consegna postale. Mettiamo da parte questa estorsione per un servizio che avviene a singhiozzo, in tempo di Covid e non. Tacciamo sui gravi danni che questo (di)servizio arreca all’editore e al lettore, all’inserzionista pubblicitario e a quant’altri. Facciamo finta di non aver inoltrato nessun reclamo ed ottenuta corrispondente e giustificante risposta. Resta il fatto di un servizio postale da terzo mondo. Di cose scritte, da comunicare subito e non riuscire a recapitarle. Vai alle poste centrali di Nuoro. Fai la fila come neanche al San Francesco. Ci sono due postazioni postamat: una ha tempi ultra biblici, l’altra è un pò più veloce ma sempre intasata dai clienti. Complicato un pagamento qualsiasi. Per avere la cointestazione su un conto corrente chiedi un appuntamento con l’addetto del settore che ti interessa. Ti rimandano da un giorno all’altro, ti chiedono il tuo numero di telefono e mail, ti assicurano in una risposta a breve. Ti danno anche un numero verde cui non risponde nessuno per giorni e giorni. Sono tutti in quarantena o in smart working? Intanto la fila è incessante e la pazienza pure. Poste italiane è diventata una banca e da tale si comporta. Sono andato alle 13 per una operazione non possibile da fare senza la mia presenza, sperando ingenuamente non ci fosse fila. Ho atteso a lungo dinanzi a due soli sportelli aperti. Uno trattava di telefonini ed abbonamenti relativi. L’altro si sarebbe dovuto occupare di me che alle 14 dovevo tornare a casa per adempiere a ben altre cose. Il postino (figura ormai arcaica in un servizio finanziario e non di consegna della corrispondenza) ci ha preso gusto. Con la scusa della consegna della corrispondenza a giorni alterni, del Covid e dei numeri civici errati, mi lascia l’avviso delle raccomandate anche quando sono a casa mia, in quarantena, presente e anzi presentissimo. Con questo avviso debbo andare poi io alle Poste Centrali per avere la comunicazione inviatami non senza, prima, aver fatto la fila, esibito documenti, deleghe e quant’altro. Insomma, pago Poste Italiane per un servizio che già pago e non mi viene reso. Ed io pago… direbbe Totò. La magistratura italica, per molto meno, ti spedisce in galera. © riproduzione riservata

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