Pietro Tandeddu oggi e, in basso, da bambino
Pietro Tandeddu, l’allievo della maestrina
di Lucia Becchere

19 Marzo 2024

5' di lettura

Colpita dal fatto che negli elenchi dell’anagrafe scolastica di Orgosolo ci fosse Pietro Tandeddu, cugino di Pasquale, il famoso latitante, Maria Giacobbe aveva pregato i colleghi di cedergli il documento perché interessata a conoscere da vicino la famiglia. 

«Pietro ha un viso tondo molto simpatico e vivissimi occhi nocciola», lo descriveva la scrittrice nel Diario di una maestrina, conquistata dalla sua grazia e la sua intelligenza.

Quando Pietro ha incontrato Maria Giacobbe aveva 6 anni. Non ha mai conosciuto Pasquale perché il padre si era sposato in età adulta e tutti i suoi cugini erano molto più grandi di lui. 

«La maestra – racconta Pietro a L’Ortobene -, mossa da grandi ideali voleva cambiare le cose di questo mondo. Il suo metodo di insegnamento era innovativo rispetto a quello tradizionale. Al centro della sua attenzione gli alunni che educava ad osservare la realtà, a riflettere e valutare. Era il 1954 e parliamo di una Sardegna molto povera fatta di famiglie numerose. La sua forte volontà di migliorare una situazione difficile traeva origine dalla fede politica consolidata dalle esperienze familiari essendo figlia dell’ingegner Dino Giacobbe e della maestra Graziella Sechi, due noti intellettuali antifascisti e si traduceva in un desiderio di riscatto delle persone più fragili e più bisognose».

Finita la 2^ elementare, la Giacobbe come premio per il buon rendimento scolastico portò Pietro e due compagne di classe, Mariangela e Andreana, ad una colonia marina a Piano di Sorrento per trascorrere un mese di vacanza. Alloggiavano in una grande villa con 5 ettari di terreno di proprietà di un ingegnere navale, l’anarchico Cesare Zaccaria. La sua compagna Giovanna Caleffi, vedova di Camillo Berneri famoso anarchico ucciso in Spagna durante la guerra civile, anarchica lo era anche lei, aveva intitolato la colonia alla figlia Maria Luisa scomparsa giovane.

Dopo un mese le due bambine rientrarono ad Orgosolo, Pietro invece rimase lì perché Zaccaria che non aveva figli, chiese alla famiglia di poter provvedere alla sua formazione. Lo inviò al Ceis (Centro Educativo Italo Svizzero) la prestigiosa scuola laica di Rimini dove frequentò la terza elementare.

«Pietro –  si legge nel libro -, fa i primi passi su una strada nella quale tutte le sue migliori qualità potranno svilupparsi e dare frutto. Ci ha mandato anche delle fotografie. Sorride ed è vestito con eleganza: è già diverso dai compagni rimasti che qui cominciano a parlare di lui come di un personaggio fiabesco. Il mito dunque è cambiato: prima era “zio Pasquale Tandeddu, il bandito, adesso è Pietro Tandeddu, lo studente».

Separatosi dalla Caleffi, Zaccaria si era riunito con un amore giovanile, Fanny Bernini, una insegnante di Firenze madre di tre figli e venne a costituirsi così una nuova famiglia. Il ragazzo abitava in via dei Mille al centro storico di Napoli, in un ambiente alto borghese fra viaggi e lussi che nulla avevano a che fare col suo paese di provenienza. Erano due mondi completamente diversi e quando d’estate rientrava ad Orgosolo e raccontava di questa sua nuova vita tutti rimanevano sbalorditi. Lì ha vissuto per cinque anni fino alla morte di Zaccaria avvenuta quando frequentava la terza media. Alla sua scomparsa, Fanny era tornata a vivere Firenze e in quelle condizioni non lo poteva tenere. 

«Lei aveva i suoi figli, io ero il figlio di Cesare – prosegue Pietro -. Finita la scuola sono rientrato in paese dove mi attendevano gli anziani genitori e i miei 7 fratelli. Nel ‘61 mi sono iscritto all’Istituto Agrario appena istituito a Nuoro anche per espressa volontà di Zaccaria, essendo quello il periodo in cui si intravvedevano le linee progettuali del Piano di Rinascita. Tuttavia Fanny ha contribuito a mantenermi agli studi fino al diploma. 

Con Maria Giacobbe – aggiunge -, sono rimasto sempre in contatto. L’ho messa al corrente del mio primo lavoro da insegnante in una scuola professionale nei pressi di Avellino dopo essere rimasto disoccupato per due anni. 

Sono andato a trovarla a Copenaghen dove le veniva riconosciuto il ruolo di grande intellettuale e attribuiti numerosi riconoscimenti. L’ultima volta che l’ho vista è stato alcuni anni fa in occasione di un evento culturale a Cagliari.

Maria Giacobbe – conclude – ha rappresentato per me una svolta importante. Se io non fossi andato in quella colonia marina e non avessi incontrato Cesare Zaccaria certamente il mio destino sarebbe stato diverso».  

Pietro Tandeddu ha 76 anni. È sposato con Maria Cocco ex deputato del Pci e vive a Cagliari dal ‘74. Ha fatto parte del gruppo dirigente dell’Alleanza contadini e pastori della Sardegna (attuale Cia) e per 22 anni si è occupato prevalentemente di agricoltura nella Lega delle cooperative, è stato dirigente presso l’Agci (Associazione Generale Cooperative Italiane) e capo di gabinetto dell’assessore all’agricoltura Foddis nella giunta Soru. Dopo il pensionamento ha ricoperto per 14 anni il ruolo di direttore regionale nel sindacato Copagri (Confederazione Produttori Agricoli). Da dicembre si è dimesso dalla carica pur mantenendo un rapporto di collaborazione.

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