Uno degli eventi della Notte europea dei ricercatori all’anfiteatro del Centro polifunzionale di via Roma
Nuoro e l’Europa, un filo ininterrotto
di Franco Colomo

6 Ottobre 2023

6' di lettura

In principio era la festa dell’Europa, il 9 maggio, i giardinetti colorati di blu e stelle dorate, il taglio della torta, tanti eventi collaterali. Dal 2011 è la Notte europea dei ricercatori, ultimamente ribattezzata Sharper, a far sentire più vicina un’entità sempre più presente nelle nostre vite eppure percepita talvolta come distante quando non oppressiva. È nel centro Europe direct che la città ha la sua finestra sempre aperta sul Continente e le sue istituzioni, lo sportello ospitato prima dalla Comunità montana e poi, dal 2008, dal Comune di Nuoro aiuta i cittadini a scoprire e sentirsi parte di una collettività che tiene insieme, regola e influenza più di quanto si possa immaginare territori tanto diversi tra loro. Salvatore Boeddu ne è l’anima, con i suoi collaboratori e grazie alla sinergia tra diverse istituzioni mette in moto ogni ultimo venerdì di settembre questa manifestazione che si è ripetuta per il tredicesimo anno consecutivo. 

«Siamo contenti – dice – quest’anno è andata meglio anche rispetto al 2022, forse perché si risentiva ancora degli strascichi del Covid. Ora sto già pensando a cosa si potrebbe fare l’anno prossimo per farlo diventare un evento diffuso e non solo limitato a un luogo fisico».

Gli appuntamenti si sono concentrati il 28 settembre con le conferenze all’ExMe e il 29 con laboratori, spettacoli e conversazioni negli spazi del Centro polifunzionale di via Roma. Il bel tempo ha permesso di sfruttare l’anfiteatro esterno, in futuro sarebbe bello riuscire ad allargare la manifestazione fino a coinvolgere tutto il centro e le case storiche in una notte della cultura a livello non solo locale ma regionale.

Il cuore di Sharper resta, ovviamente, l’incontro con la scienza e la ricerca a partire dagli alunni delle scuole cittadine. Coinvolti gli istituti comprensivi con i bambini e i ragazzi della primaria e della secondaria di primo grado e le scuole superiori con incontri organizzati al mattino nella sede degli istituti e al pomeriggio, aperti a tutti, al Centro polifunzionale. 

Quanto alla risposta degli studenti anche qui Boeddu si dice soddisfatto: «Si mostrano tutti interessati alla scienza applicata, poi certo come sono fatte le nostre classi lo conosciamo, chi si appassiona più chi meno. La nostra fatica è di trovare ogni anno dieci o dicidici ricercatori capaci di raccontarsi oltre che illustrare il proprio campo di lavoro. Da parte nostra garantiamo anche per il futuro uno spettacolo o un laboratorio divulgativo per ogni istituto comprensivo, e poi facciamo in modo che le scuole vengano sulla base di prenotazioni e ieri tante classi hanno colto questa occasione».

C’è un altro aspetto che Salvatore Boeddu tiene a sottolineare: «Da due anni pubblichiamo una manifestazione di interesse attraverso la quale invitiamo tutti gli attori interessati a proporre una collaborazione dandoci una indicazione di spesa alla quale rispondiamo sulla base del budget a nostra disposizione». 

Nonostante figuri come in liquidazione non è mancata la collaborazione con il Consorzio UniNuoro: «Devo dire che è stata proficua, fattiva e produttiva – afferma Boeddu -, si è creata una sinergia fra Provincia, Comune e il commissario Pinna Parpaglia, il quale ha fatto ciò che ha potuto e proseguirà fino a quando non gli si dirà di chiudere. UniNuoro fa parte di quel partenariato ristretto che quest’anno ha avuto come protagonista anche Sardegna Ricerche con il quale abbiamo un progetto nato dal Consorzio Universitario ma da loro finanziato e che si chiama Restart». 

In conclusione torniamo al punto dal quale siamo partiti, questa è una occasione per parlare d’Europa, sempre al centro di polemiche per la sua burocrazia che spaventa ma comunque vicina: cosa ci dà e cosa ci toglie? «L’Europa è importante e vitale – sottolinea Salvatore Boeddu – perché ha una dimensione sovranazionale che governa i problemi che non sono più locali, né nazionali ma sovranazionali. Oggi perché si va dall’Europa a dire che dobbiamo assolutamente trovare una soluzione per governare i flussi migratori? Perché solo l’Europa lo può fare, l’Italia sarebbe distrutta moralmente, come lo è stata quando a fronte delle bolle finanziarie mondiali non poteva reggere all’urto delle decisioni economiche: in quel momento ci piaccia o no l’Euro ha protetto il Continente e tutti gli Stati membri in termini di stabilità economica e monetaria.

Ancora, l’Europa è importante perché ci ricorda sempre quanto siano importanti i diritti umani, quanto lo sia la pace e perché con i nazionalismi non si vada da nessuna parte. Poi certo c’è un’Europa burocratica ma noi perché la soffriamo? La risposta l’ho maturata in questi vent’anni: noi al contrario di altri Paesi non abbiamo persone capaci di dare del tu ai fondi europei, abbiamo tante persone che non sono capaci di spenderli, la nostra è una burocrazia da stato borbonico. Finché non riusciamo a realizzare una semplificazione amministrativa non riusciremo a gestire i fondi europei. Pensiamo ora a questi sei mesi di impasse in Regione, mesi persi nel gestire il nuovo programma 21-27. Nel bilancio regionale ci sono miliardi da programmare eppure non riusciamo a spenderli tutti, e poi ce la prendiamo con l’Europa?».

Da parte sua il centro Europe direct prosegue nella sua opera di coinvolgimento dei cittadini, aiutandoli ad avere una maggiore consapevolezza anche di questi temi. Sarebbe auspicabile diventasse lo sportello condiviso dei comuni dell’Area vasta, anche alla luce di progetti come Next generation Nuoro 2030, presentato proprio in occasione di Sharper.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--