Nella più piccola torrefazione d’Italia
di Luca Mele

30 Aprile 2021

4' di lettura

Pier Bruno Bussu non ha difficoltà nel farsi intervistare dopo trent’anni di attività in un settore originalissimo nell’entroterra. Eppure, quando il furgone viaggia da una parte all’altra dell’Isola, tanti, ancora oggi, vedendo il logo, si chiedono stupiti: «Ma davvero a Ollolai fanno il caffè?». Il nostro interlocutore sembra più preoccupato della foto: vuole concordare un orario affinché possa esserci tutta la famiglia, perché in quella scommessa c’è tutto il sacrificio e la passione per la moglie Tiziana e i figli Giuseppe e Vìttore. Aveva 24 anni quando decise di intraprendere questa avventura, partendo da solo verso il continente e comprare la prima macchina per la tostatura. «L’idea nacque grazie a una coppia di ollolaesi che gestivano una piccola torrefazione a Spoleto – racconta –, i quali mi suggerirono di provare a fare altrettanto in paese. Dopo le mie prime trattative, per cui mi appoggiai necessariamente agli esperti del settore per discernere sui miei progetti, ripartii in nave la sera del 10 aprile 1991, chiaramente senza telefono. Ci fu un terribile ritardo nella traversata e i miei familiari, nel mentre che io ancora non rientravo a casa, sentivano in tv il disastro della Moby Prince e ovviamente lo associavano anche a me». Il coraggio e l’intraprendenza di quel giovinotto conquistò, sempre negli anni ’90, anche la Rai, la quale, attraverso il programma L’Italia in diretta condotto da Alba D’Eusanio, venne a Ollolai per intervistare il più giovane torrefattore nel laboratorio più piccolo d’Italia. «Ero già consapevole di iniziare qualcosa di straordinario. Tanti compaesani, a iniziare dai titolari dei bar, mi hanno incoraggiato da subito, assicurandomi la loro collaborazione che, a proposito, dura fino ad oggi. Altri, scettici in nome della nostra tradizione agropastorale, pensavano che un’attività del genere non potesse durare più di tanto». In effetti, Pier Bruno non ha ereditato quest’arte da un genitore o un nonno: partendo da zero ha costruito il suo mondo facendosi le ossa da solo, senza un consiglio che avrebbe certamente trovato se avesse deciso di fare il pane o il formaggio. E nel campo della torrefazione, i segreti su aromi e miscele si custodiscono gelosamente per non perdere l’originalità del prodotto. Da lì sono passati tre decenni, pieni di soddisfazione e segnati pure da delusioni.«Avendo monitorato la fattibilità del progetto con un’indagine tra gli esercenti locali e appurato,così, la possibile e reale richiesta, ho lasciato il mio lavoro di operaio per seguire il sogno di essere indipendente ed esprimere la mia creatività». Il primo laboratorio, in società con una familiare, fu aperto dopo l’acquisto di una tostatrice STA a Occhiobello (RO) grazie ancora a un suo altro parente residente a Foligno. «Dopo pochi anni l’impresa è stata portata avanti solo da me. In quegli anni non potevo appoggiarmi alla pubblicità per dare visibilità alla mia torrefazione. È proprio il caso di dire che ho dovuto “macinare” chilometri dentro la Sardegna per farmi conoscere e rappresentare il mio prodotto. I primi clienti furono le società di distribuzione automatica, poi ho trovato spazio nei bar e anche nei negozi di alimentari; oggi sono cambiate le esigenze del mercato e le abitudini dei clienti, per cui è stato necessario rimodulare la produzione con capsule e cialde compatibili per le comuni macchinette per il caffè». Anche i bar fanno nuovi investimenti, ma non sempre è possibile soddisfare le loro richieste. «Mi dà grande soddisfazione, dovendo perdere un cliente nel rispetto dei loro nuovi progetti, conservare l’amicizia e il rapporto umano. Cito, ad esempio, alcuni amici di Sorgono i quali hanno pianto dovendo accettare di non poter più portare avanti una collaborazione di anni con me per stipulare nuovi contratti con grossisti più importanti». Pier Bruno, anche lui colpito dalle conseguenze economiche della pandemia, continua la sua sfida con tenacia, desideroso che i figli portino avanti l’opera iniziata, ma sempre nel massimo rispetto delle loro aspirazioni. © riproduzione riservata

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