Dai Paesi - Gonare
Un momento della fiaccolata del 2 settembre
Maria, madre della speranza
di Priamo Marratzu

3 Settembre 2022

4' di lettura

Gonare - Il buio del bosco secolare è squarciato da centinaia di luci che tracciano il sentiero verso la chiesetta del santuario. La fiaccolata dei giovani e per la pace organizzata al Monte Gonare nel quarto giorno della novena dedicata alla Vergine, comincia alle 21.15 quando il predicatore don Luigi Delogu convoca i giovani arrivati da vari paesi della Diocesi. Don Luigino Monni parroco di Sarule li invita a farsi sentire, le voci provengono da Bitti, Mamoiada, Nuoro, Gavoi, Orani, Sarule, Ollolai e Orgosolo. Li accompagnano i rappresentanti della Pastorale Giovanile, vecchi e nuovi, chi è già sacerdote, chi aspira ad esserlo a breve con la grazia del Signore. Ma ci sono anche pellegrini di mezza età, i volontari dei comitati di Orani e Sarule e le solerti donne delle cumbessias in mezzo alla comitiva che comincia a pregare sulla strada che conduce al piazzale delle cumbessias.

Don Delogu, direttore dell’Ufficio catechistico regionale, invita i partecipanti a leggere la Christus Vivit, l’esortazione apostolica di Papa Francesco che parla dell’attualità di Gesù, del suo essere presente della speranza, ad averla sempre nel comodino a portata di mano, e ricorda che la chiamata non è generale ma sempre personale. Preghiera, canti e chitarra animano la fiaccolata, e per tutti l’appello è quello di ascoltare con il cuore. Non è facile camminare al buio sulle rocce umide alle pendici della chiesa che svetta nel centro della Sardegna, c’è chi usa il lumicino cercando di non farlo spegnere dal vento che aumenta man mano che si sale, c’è che usa la torcia del telefono cellulare illuminando anche il cammino dei vicini, perché la marcia non si interrompa e qualcuno debba fermarsi. La passeggiata è metafora del cammino della vita: difficile, per via degli ostacoli a tratti invisibili che appaiono tra un momento e l’altro, quando magari ci si distrae a salutare qualcuno, ma sostenuta dalla fede e dalla speranza che anche se i problemi anche gravi dovessero sorgere, bisogna affidarsi a Gesù e chiedere aiuto alla Madonna per superarli.

Fiduciosi che nulla è impossibile a Dio, come racconta Andrea, giovane sassarese entrato in seminario che vive sulla sua pelle il tema della malattia, e appena arrivati in cima al Monte inizia a raccontare la sua esperienza. A cuore aperto. “Non dobbiamo abbandonare il rapporto diretto con il Signore anche nella sofferenza- ammette Andrea- dobbiamo cercare sempre il dialogo anche se siamo arrabbiati e stiamo perdendo la fiducia. Ora spero di aver terminato le cure e ho deciso di fare rientro in seminario”. Una straordinaria lezione di vita di un ragazzo coraggioso che rivela la sua malattia a centinaia di persone, spiegando la sua incapacità a capire appieno il mistero della vita, e lo ammette sinceramente. Una confessione senza paura nella quale Andrea dice di poter contare sulla compagnia dei santi come Santa Teresina. La sua croce, la croce di Cristo, prende forma alla discesa dal monte, nei lumicini uniti tutti insieme sotto la Vergine illuminata nel piazzale delle cumbessias. Il tema della novena in questa edizione è “Maria donna delle beatitudini. Stella e madre della speranza”, e la speranza di Andrea è quella di tanti sofferenti che si augurano di non dover più lottare contro il male. Prima dei saluti e del doveroso rinfresco finale offerto ai pellegrini don Luigi ricorda il valore della Giornata Mondiale della Gioventù che nel 2023 sarà a Lisbona. Da Gonare a Fatima, da una Madonna all’altra, il passo è breve.

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