Uno degli spazi esterni del Museo del Costume
Le Giornate di Primavera del Fai
di Redazione

18 Marzo 2024

3' di lettura

Il Fondo ambiente italiano propone per i prossimi 23 e 24 marzo le Giornate di primavera. La delegazione di Nuoro con il gruppo Ogliastra propone per sabato 23 la visita guidata al faro di Capo Bellavista (nella foto in basso), attivato nel 1866 e tra i più importanti della Sardegna, e alla stazione metereologica. Il faro venne costruito sui ruderi dell’antica torre spagnola “de Larga Vista” in seguito a un sopralluogo del generale Alberto La Marmora. Fu attivato dal Regio Ufficio del Genio Civile e al suo interno vi è ancora presente la vecchia lanterna di fabbricazione francese sita a 165 metri sul livello del mare. Obiettivo primario del Fai è promuovere la conoscenza e la salvaguardia dei beni territoriali, anche attraverso il progetto “Beni promossi dai volontari Fai: l’auspicio è che il faro di Capo Bellavista di Arbatax possa diventare uno di questi beni. Orari della visita guidata 9.30 – 12.30 e 15.30 – 17.30.

A Nuoro domenica 24 marzo la delegazione cittadina invita invece a scoprire l’architettura del “Villaggio Isola” di Antoni Simon Mossa nel Museo del Costume di via Mereu. Gli orari: dalle 9.30 alle 13 (ultimo ingresso alle 12.15) e dalle 15.30 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.15). Le visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Itc “Ciusa”, dell’Itc “Chironi” e del Liceo “Fermi”, saranno presenti gli esperti dell’area Musei dell’Isre e Pietro Simon, figlio del progettista. Previsti anche eventi collaterali, alle ore 18 il concerto del duo barocco composto da Antonella Chironi e Battista Giordano che seguirà brani di Bach e dell’architetto Simon Mossa. L’Atp attiverà la Linea 6 Museale con fermate intermedie in tutta la città.

La proposta di istituire a Nuoro un museo destinato ad ospitare il maggior numero possibile di costumi tradizionali sardi risale a metà degli anni ’30 ma fu solo dopo la guerra che l’idea divenne progetto concreto. L’incarico fu affidato all’architetto di origini algheresi Antonio Simon Mossa, che ideò un villaggio-isola in cui fossero presenti i più svariati modelli costruttivi individuabili in Sardegna, anche quelli importati dai popoli colonizzatori. La posa della prima pietra avvenne nel 1957 e i lavori si conclusero nel 1961, ma il museo restò chiuso a lungo. Fu inaugurato nel 1976, gestito dall’Isre, ente regionale istituito nel frattempo per gestirlo e per promuovere nuovi studi sul patrimonio etnologico sardo.

Il complesso che ospita il Museo appare ai visitatori come una sorta di micro-paese fantastico. Il borgo si sviluppa su due diversi livelli in cui sono presenti anche due piccole piazze (patii) e diversi viottoli acciottolati che conducono i visitatori a scoprire una suggestiva sintesi dell’edilizia storica isolana. Così dalla Piazza di Chiesa, caratterizzata da una austera facciata e da un annesso chiostro, si passa a Sa Domu Campidanesa e a Sa domo logudoresa, e attraverso altri angoli suggestivi si arriva a Sa Corte de Su Bentu, tappa finale del percorso.

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