Dai Paesi - Irgoli
L’organo della parrocchiale di San Nicola è stato realizzato nel 1750 circa dall’organaro Mauro Gallo
Irgoli, l’organo settecentesco torna all’antico splendore
Beni culturali. L’intervento possibile grazie anche al contributo dell’8xmille
di Luca Mele

7 Ottobre 2023

3' di lettura

Irgoli - Nuove note di orgoglio e soddisfazione risuonano nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Irgoli, dove è ritornato a casa il suo organo a canne recentemente restaurato. L’antico strumento è stato restituito al suo splendore dopo due anni di lavoro, resi possibili grazie alla generosità dei fedeli e al contributo della Conferenza episcopale italiana, la quale ha stanziato la somma di 15mila euro dai fondi dell’8×1000 destinati alla conservazione dei Beni culturali.

«Si tratta di un organo di Scuola Napoletana, realizzato artigianalmente nella metà del XVIII secolo dall’organaro Mauro Gallo, figlio di Jacopo, che trent’anni prima aveva prodotto quello della vicina chiesa del Santissimo Crocifisso di Galtellì – ha spiegato don Sebastiano Corrias, incaricato dei beni culturali per la Diocesi di Nuoro –. Sotto le direttive della Soprintendenza Archeologia, Arti e Paesaggio delle province di Sassari e Nuoro, il 28 luglio scorso si sono concluse le operazioni di restauro e rimontaggio a cura della bottega organara di Roberto Curletto a Vinovo (To) per la parte meccanica, di Franco Nicora per l’accordatura e del Laboratorio Arborense per il rifacimento della cassa lignea».

Il primo a voler raggiungere questo traguardo è stato il parroco don Angelo Cosseddu, alla guida della comunità irgolese dal 2007 e da sempre appassionato di musica e attento al canto liturgico. Il sacerdote, che in quest’anno ha celebrato il suo 50° anniversario di ordinazione presbiterale, ha potuto constatare «la situazione di degrado in cui si trovava l’organo» e si è premurosamente prodigato affinché fosse tutelato il valore storico e culturale che esso rappresenta per i suoi fedeli.

«L’ultimo intervento – e senza dubbio il più dannoso – risale agli anni ’80 del secolo scorso: in quella occasione la struttura originaria è stata stravolta in tutte le sue componenti», ha dichiarato ancora don Cosseddu.

Il rituale romano del Benedizionale afferma che «nella celebrazione dei divini misteri ha notevole importanza la musica sacra; l’organo poi è tenuto in grande onore nella Chiesa latina, esso infatti, accompagnando i canti e i momenti liturgici, può aggiungere splendore alla celebrazione, favorire la preghiera dei fedeli e innalzare la loro mente a Dio. Dato lo stretto legame tra organo, musica e canto nelle azioni liturgiche e nei pii esercizi del popolo cristiano, è particolarmente significativa la benedizione celebrata prima del suo uso liturgico». Per queste ragioni la parrocchia pensa ad una inaugurazione ufficiale impreziosita da un concerto, di cui presto saranno comunicati il programma e la data, sperando che in futuro l’organo non si riduca ad un arredo, ma sostenga il canto unanime dei fedeli, espressione di quel cantico nuovo che sarà veramente tale se all’accordo degli strumenti e delle voci si unirà la santità della vita.

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