In azzurro il tracciato complessivo di Einstein Telescope; le pale eoliche sono contrassegnate da segnaposto bianco (da Osservazioni sul progetto Parco eolico di Bitti-Buddusò presentate dal comune di Lula in data 18/12/2020)
Il Tar e l’Et ci salvano dall’assalto delle pale
La recente sentenza dei giudici amministrativi sottolinea come la tutela del paesaggio non vada sacrificata per la produzione di energia
di Franco Colomo

28 Febbraio 2024

4' di lettura

La sentenza numero 63 del Tar Sardegna (Sez. II), del 30 gennaio 2024, incide sulla pietra una massima imprescindibile sul tema transizione energetica ovvero sul rapporto tra produzione di energia da fonti rinnovabili e tutela dell’ambiente. Lo fa con queste parole:

«Se è vero che l’implementazione degli impianti di energia da fonte rinnovabile si pone in una chiara logica di tutela dell’ambiente, oggi rafforzata dalla modifica dell’art. 9 della costituzione, nondimeno è nella polisemicità insita nella nozione giuridica di ambiente che si annida l’erroneità di una visione totalizzante del pur riscontrabile favor legislativo per gli impianti. Invero, il “territorio”, quale componente dell’“ambiente”, costituisce il medesimo oggetto di disciplina, assumendo peraltro, nella sua veste culturale ed identitaria, la connotazione di “paesaggio”, evocativo di altri valori costituzionali sottesi (artt. 9 e 32 Cost.) e di altri interessi da comporre». 

Su queste basi i Giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso della società WPD Piano d’Ertilia Srl, titolare di un progetto presentato nel 2020 per la realizzazione di un impianto da fonte rinnovabile in località Mamone, nel territorio di Bitti e Buddusò. Un parco eolico costituito da 15 turbine della potenza di 4,2 MW ciascuna e relative opere di connessione, per una potenza complessiva di 50,4 MW.

Il procedimento di Valutazione di Impatto ambientale si è concluso con il decreto n. 262 del 5 ottobre 2022 con il quale il Ministero della Transizione Ecologica ha espresso giudizio negativo di compatibilità ambientale per il progetto del parco eolico, che è stato preceduto e si basa su tre contributi istruttori: il parere negativo n. 95 del 17 maggio 2021 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS; il parere tecnico-istruttorio negativo del Ministero della Cultura, reso dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, con nota prot. n. 9664-P dell’11 marzo 2022; il parere negativo espresso dalla Regione Autonoma della Sardegna, con prot. n. 4032 del 28 maggio 2021.

L’area, caratterizzata – lo ha ricordato la Regione – dalla presenza di bosco e macchia mediterranea che andrebbe definitivamente perduta nei pressi degli aerogeneratori, è prossima a beni storico-culturali e archeologici come il complesso Nuragico Romanzesu di Bitti, Su Tempiesu di Orune e numerosi nuraghi.

Non basta, come già in sede di osservazione sul progetto immediatamente presentata dal Comune di Lula, parere fortemente contrario ha espresso anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare perché «l’area dove insisterebbe il parco eolico è sito candidato ad ospitare il futuro osservatorio di onde gravitazionali Einstein Telescope, progetto sottomesso per l’aggiornamento 2021 della roadmap ESFRI (European Strategic Forum on Research Infrastructures) dal Ministero dell’Università e della Ricerca, con il supporto della Regione Sardegna, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dell’Istituto Nazionale di Astro-Fisica (INAF), dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e delle due Università sarde, Sassari e Cagliari. L’Italia è il leader del progetto sottoscritto anche da altri quattro governi europei e sostenuto da una moltitudine di istituti di ricerca di altri paesi europei, progetto oggetto di specifici accordi finanziati con cospicui fondi pubblici e interventi già in esecuzione con la realizzazione (attualmente in corso d’opera) di un laboratorio sotterraneo (SARGRAV) all’interno della miniera di Sos Enattos dedicato alla realizzazione di esperimenti scientifici in condizioni di bassissimo rumore ambientale».

La sentenza del Tar dovrebbe porre una pietra tombale anche sul progetto di parco eolico di cui ci siamo occupati la scorsa settimana dopo il consiglio comunale congiunto tra le amministrazioni di Oliena, Orgosolo e Nuoro e – come si dice – fare giurisprudenza per difendere il territorio dall’assalto indiscriminato di piccole e grandi società con la scusa della transizione energetica. Come ha ricordato ancora il Tar le disposizioni normative finalizzate ad agevolare la produzione di energia da fonti rinnovabili secondo gli obiettivi europei «non hanno affatto comportato l’affermazione che la tutela dei valori culturali e paesaggistici assume rispetto a tale interesse valore recessivo». Vale a dire che la tutela dell’ambiente e del paesaggio non possono essere sacrificate sull’altare della produzione di energia, sia pure da fonti rinnovabili. 

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