Photo by Gennari Siciliani/Sir
Giovani, una fede sempre più convinta
Società. I risultati di una ricerca della promossa dalla Pontificia università della Santa Croce
di Franco Colomo

7 Marzo 2024

13' di lettura

Mentre la pastorale giovanile latita ed è per lo più affidata alla buona volontà di pochi, da una ricerca appena pubblicata emerge come i giovani stiano riscoprendo la spiritualità. Se per qualcuno può essere una sorpresa, agli occhi degli osservatori più attenti non è che la conferma di un risveglio, come di una corrente magari carsica ma composta di tanti rivoli e che si esplicita in tante forme che attendono solo di essere riconosciute e incoraggiate.

Il dato più significativo è questo: come tendenza si può dire che in paesi nei quali è crescente il processo di secolarizzazione, ben documentato in studi precedenti e confermato in questo, esso corre parallelo ad una minore ma significativa tendenza opposta: un aumento della fede vissuta per convinzione, sostituendo una sorta di religione “socio-culturale” vissuta per mera tradizione o consuetudine. Una tendenza che è una scoperta originale di questo studio, l’indagine internazionale su giovani, valori e religione promossa dal Gruppo di ricerca Footprints. Young People: Expectations, Ideals, Beliefs della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, insieme ad altre sette università del mondo. Allo scopo di misurare lo stato della religiosità e la fede fra i giovani, l’inchiesta si è svolta nei mesi di novembre e dicembre 2023 in 8 Paesi: Argentina, Brasile, Italia, Kenya, Messico, Filippine, Spagna e Regno Unito. Il campione è composto da 4.889 giovani tra i 18 e 29 anni di età. 

Dalla ricerca emergono anche le tante contraddizioni ma non mancano spunti che restituiscono speranza. Alla domanda “Chi è Dio per te?” Ragazze e ragazzi hanno risposto: “Amore, perdono e misericordia”. Forse è quello di cui hanno bisogno.


Una nostra traduzione delle conclusioni della Ricerca

Lo studio evidenzia la presenza di atteggiamenti religiosi e morali diversificati tra i giovani, influenzati dalle differenze regionali. La spiritualità gioca spesso un ruolo importante nella vita dei giovani, al punto che, una volta entrata nella loro vita, la sua presenza aumenta o almeno rimane (83%) uguale a cinque anni fa, in pochissimi casi diminuisce (15%).

La fede dei giovani credenti si estende oltre le pratiche religiose come la preghiera e la partecipazione ai servizi, influenzando anche i loro punti di vista morali. A seconda del loro credo, i giovani hanno opinioni diverse sulle questioni religiose e sociali.

I credenti tendono a riconoscere l’esistenza del peccato più degli atei (79% contro 33%).

La fede in Dio e l’identificazione cattolica influiscono in modo significativo sul sostegno ad alcuni valori morali.

Si osserva che la maggior parte dei giovani crede che la coscienza sia il determinante del bene e del male (67%), e questa convinzione aumenta tra coloro che riconoscono la presenza della fede in Dio o dell’identificazione cattolica nella loro vita (71%).

Tuttavia, ciò non esclude le contraddizioni, come osservato in Spagna, dove molti riconoscono il ruolo della coscienza nella giustizia (42%), ma un numero significativo non sostiene l’idea dell’obiezione di coscienza (49%).

Questo paradosso è evidente anche in Italia (il 70% è favorevole all’autoconsapevolezza, mentre il 52% è contrario all’obiezione di coscienza).

Inoltre, i credenti sono generalmente più propensi a sostenere punti di vista riguardanti la presenza di Dio nella famiglia (85% contro 29%) e il sostegno ai valori religiosi in misura maggiore rispetto agli atei (70% contro 31%).

Sulle questioni sociali, la prospettiva religiosa gioca un ruolo importante, e i credenti tendono ad avere una mentalità più civica.

Sia i credenti che gli atei generalmente considerano la guerra ingiustificabile, anche se circa il 25% ritiene che possano esserci ragioni giustificabili, una posizione forse influenzata dagli attuali conflitti internazionali come quelli in Ucraina e Israele a Gaza.

Le preoccupazioni circa la corruzione politica e i problemi ambientali sono comuni ad entrambi i gruppi.

Tuttavia, le opinioni su questioni come la pornografia e la maternità surrogata differiscono tra atei e credenti.

Gli atei tendono a sostenere questioni sociali più liberali, come la legalizzazione della prostituzione o la pratica della maternità surrogata, questioni su cui i credenti concordano in misura minore. – La pena di morte e la giustificazione della guerra incontrano un maggiore rifiuto tra i cattolici rispetto alle altre religioni e agli atei.

Giovani credenti di diverse religioni mostrano notevoli somiglianze nei valori sociali.

Esiste un notevole accordo tra cattolici e non cattolici riguardo all’effetto dei contraccettivi sulle relazioni intime (rispettivamente il 39% e il 38% ritiene che diminuiscano la qualità della relazione) e la loro comune opposizione alla legalizzazione della prostituzione, con il 70% contrario in entrambi i gruppi.

Come spiegato sopra, il comportamento dei giovani può essere influenzato dal loro paese di origine. Tuttavia, le somiglianze consentono la classificazione degli otto paesi in gruppi distinti:

Paesi religiosi che mostrano una forte identità religiosa. Questo gruppo comprende Kenya, Filippine e Brasile.

In questi paesi la religione è vissuta con intensa devozione, pur non condividendo una religione predominante.

Nelle Filippine, il cattolicesimo è la religione dominante (67%).

In Kenya, mentre il cattolicesimo detiene una presenza significativa (26%), una varietà di altre religioni rappresentano collettivamente una quota maggiore (71%).

In Brasile, l’evangelicalismo è la religione principale (31%), seguito a ruota dal cattolicesimo come seconda fede più praticata (27%).

Kenya, Filippine e Brasile mostrano caratteristiche comportamentali simili in termini di religione, questioni sociali e atteggiamenti verso la legge morale che sono più vicini alla dottrina cattolica e alla maggior parte delle religioni.

In questi tre Paesi, una parte significativa dei giovani si identifica come credente e di conseguenza riconosce che la spiritualità è presente nella loro vita e addirittura aumenta con il passare degli anni (57% in tutti e tre i casi).

In generale, i giovani pregano spesso, aderiscono fortemente alle pratiche e alle credenze della loro religione e partecipano frequentemente ai rituali religiosi.

Paesi in via di secolarizzazione con una presenza ancora rilevante del cristianesimo. In Spagna e Italia, una percentuale minore di giovani si identifica come credente (rispettivamente 35% e 42%).

Nonostante ciò, i credenti in questi paesi sembrano avere una fede più radicata. Si osserva che pregano più frequentemente rispetto ai paesi con una percentuale più elevata di credenti.

In termini di confessioni, la religione cattolica resta predominante in Italia e Spagna (rispettivamente 52% e 33%). Entrambi i paesi presentano una notevole minoranza cattolica, con il 60% degli individui che dichiara di frequentare la messa almeno una volta al mese e sottolinea l’importanza significativa dell’Eucaristia nella propria vita (33%).

Inoltre, tra i cattolici in Spagna e in Italia, c’è un’alta percentuale che confida nell’interpretazione delle Scritture guidata dal Magistero della Chiesa cattolica (rispettivamente 33% e 35%).

Come tendenza, si può dire che in questi paesi il crescente processo di secolarizzazione, ben documentato in studi precedenti e confermato in questo, corre parallelo ad una minore ma significativa tendenza opposta: un aumento della fede vissuta per convinzione, sostituendo una sorta di religione “socio-culturale” vissuta per mera tradizione o consuetudine. Quest’ultima tendenza è una scoperta originale di questo studio.

Paesi in posizione intermedia.

Messico, Argentina, occupano una posizione intermedia in termini di credenze religiose, con tendenze che li avvicinano a paesi come Spagna e Italia. Spicca il Messico con il 71% dei credenti, seguito dall’Argentina con il 51%. Nonostante questi dati, Argentina e Messico mostrano un impegno minore in termini di frequenza della frequenza alla messa (rispettivamente 39% e 61%), suggerendo una pratica religiosa meno rigorosa.

Il Regno Unito costituisce un caso unico.

Nel Regno Unito il 48% dei giovani si identifica come credente, una cifra superiore a quella di Spagna e Italia, ma inferiore a quella di Messico e Argentina. L’88% dei giovani in Inghilterra riferisce di pregare più volte alla settimana e il 68% partecipa alla messa almeno una volta al mese. Presenta caratteristiche distintive, probabilmente influenzate dalla sua eredità anglicana, con il 15% della popolazione che aderisce a questa fede. Questa classificazione fornisce una panoramica generale delle tendenze religiose.

ATEI E/O AGNOSTICI

Nella fascia demografica dei giovani atei è più elevata la percentuale di uomini (56%) e si trovano principalmente in Italia (61%) e Spagna (54%).

I giovani atei difendono per lo più la loro posizione sia dal punto di vista psicologico che morale. Per lo più ritengono che la fede in Dio sia semplicemente un rifugio mentale, un mezzo per dare un senso a fenomeni che, sostengono, anche i credenti non riescono a comprendere appieno; questa giustificazione è comune tra gli atei, soprattutto in Kenya e Brasile.

Dal punto di vista morale, gli atei mettono spesso in discussione l’idea che credere in Dio sia sinonimo di essere una brava persona. Pertanto, sostengono che la moralità e la bontà non sono intrinsecamente legate al credo religioso.

Sempre basandosi sull’aspetto morale come giustificazione della propria posizione, soprattutto in Italia e nel Regno Unito, uno dei principali motivi di incredulità tra atei e agnostici è il mistero della sofferenza nel mondo. Sebbene questo sia un mistero sia per i credenti che per i non credenti, i giovani atei e agnostici lo vedono come una forte giustificazione per la loro mancanza di fede. – Anche se i giovani si identificano come atei o agnostici, in Kenya e Filippine tendono a credere più che in altri paesi nell’aldilà (rispettivamente 50% e 53%) e nella comprensione dei credenti della sofferenza e della morte.

Inoltre, in questi due paesi è comune per i giovani atei impegnarsi nella preghiera in vari momenti della vita (in media 78% in Kenya e 70% nelle Filippine), compresi momenti di felicità, gratitudine e bisogno. Nel resto dei paesi, gli atei pregano soprattutto nei momenti di bisogno, ma in misura minore, essendo in meno il Regno Unito (35%), la Spagna (38%) e l’Italia (40%).

CREDENTI IN DIO

A differenza degli atei, tra i credenti c’è una percentuale maggiore di donne (52%), soprattutto in Kenya (93%), Filippine (88%) e Brasile (81%).

I credenti in questi tre paesi condividono caratteristiche molto simili e tendono a registrare le più alte percentuali di accordo e di menzione in diversi aspetti legati ai valori religiosi.

Comune tra i giovani credenti è la pratica della preghiera come forma di conversazione con Dio (96%), spesso attraverso il dialogo e la meditazione, e utilizzando le proprie parole ed espressioni. L’Italia presenta un caso unico in cui i giovani preferiscono prevalentemente le preghiere strutturate prescritte dalla loro religione rispetto alle espressioni personali estemporanee.

Per quanto riguarda la Chiesa, la sua percezione varia tra i giovani. In generale, i più lo considerano un’entità che contribuisce positivamente alla società (76%), e non lo vedono come un’istituzione politico-temporale (25%), tranne che in Italia.

Tra i credenti non si osservano differenze evidenti tra cattolici e giovani che si identificano con altre religioni. Le uniche eccezioni si riscontrano nella figura della Vergine Maria e nella lettura della Bibbia.

La Vergine Maria occupa un posto di rilievo nelle pratiche di preghiera dei cattolici (39%), una venerazione non tipicamente condivisa dai giovani non cattolici.

I giovani cristiani non cattolici tendono a privilegiare la lettura approfondita della Bibbia più dei cattolici (32% contro 24%), che sono più propensi a recitare le preghiere stabilite dalla loro fede.

CREDENTI CATTOLICI

Come tra i credenti, anche tra i credenti cattolici la percentuale di donne è maggiore (52%).  Esaminando specificamente i cattolici, il gruppo formato da Filippine, Kenya e Brasile diverge in termini di numero di cattolici. Le Filippine sono in testa con il maggior numero di giovani cattolici (67%), seguite da Italia, Argentina e Messico. Mentre Kenya e Brasile hanno molti giovani credenti, soprattutto di altre religioni, soprattutto evangelicale. Quindi, insieme al Regno Unito, sono i Paesi con la minore presenza di giovani cattolici. – Riferendosi ai giovani cattolici, si pone un’enfasi particolare sui cattolici romani, poiché i greco-cattolici rappresentano una percentuale molto piccola del numero totale dei giovani cattolici.

La totalità dei cattolici riconosce che Dio si è rivelato attraverso suo Figlio, Gesù Cristo (73%) e concorda sull’importanza della Bibbia come libro sacro contenente le verità rivelate da Dio (72%).  Inoltre, ritengono che tutti possano leggere la Bibbia senza la mediazione della Chiesa, soprattutto i giovani cattolici in Kenya. In Italia e Spagna, invece, è dove viene data più importanza alla Chiesa cattolica come istituzione che aiuta e insegna a interpretare le Scritture.

I giovani cattolici riconoscono l’importanza dei sacramenti, come il Battesimo (80%), la Cresima (80%) e il Matrimonio (81%). Per quanto riguarda questi ultimi, anche se a causa dell’età i giovani sono in maggioranza non sposati, la maggioranza esprime l’intenzione di celebrare in futuro matrimoni sacramentali.

La confessione è ritenuta essenziale, soprattutto tra i giovani cattolici in Kenya e nelle Filippine. Per quanto riguarda la frequenza alla Messa, molti giovani cattolici difendono la loro posizione che nega la correlazione tra andare a Messa ed essere un buon cristiano. Un numero significativo, compresi sia quelli che frequentano regolarmente la Messa sia quelli che non lo fanno, condividono la convinzione che essere un buon cristiano non dipenda necessariamente dalla frequenza alla Messa (69%). Questo argomento emerge soprattutto in Argentina, Messico, Italia e Spagna.

D’altra parte, soprattutto nelle Filippine, tra i giovani la frequenza all’Eucaristia è di vitale importanza come attività essenziale nella loro vita spirituale. Nonostante le opinioni divergenti sulla necessità di partecipare alla Messa, quasi tutti i giovani cattolici sanno nel dettaglio cosa avviene durante la Messa, spesso grazie alle spiegazioni dei genitori (63%).

In paesi come Italia, Spagna e Argentina prevale la figura dei catechisti in quanto esperti che spiegano dettagliatamente cosa accade durante la Messa.

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