(photo by Luca Mele)
Edifici pericolanti, parte un progetto pilota per i Comuni
di Franco Pisanu

1 Maggio 2024

3' di lettura

Nuoro - Innescherà un progetto sperimentale di portata nazionale l’incontro convocato dal Prefetto Giancarlo Dionisi dopo la tragica morte a Nuoro di due adolescenti travolti dal crollo di un rudere alla periferia della città. Coinvolgerà le singole amministrazioni comunali, i Vigili del fuoco, il Genio civile, l’Ordine degli ingegneri e il Corpo forestale. 

Signor Prefetto, questa convocazione ha messo la pulce nell’orecchio ai nostri amministratori che governano un territorio con un patrimonio edilizio spesso antico e, come è capitato qui a Nuoro, abbandonato a se stesso e fonte di numerosi pericoli. Che cosa è emerso dal vostro incontro? 
«È emerso intanto che lo spopolamento a cui è soggetto il territorio crea questa situazione di abbandono di tanti edifici che nel corso degli anni diventano pericolanti e pericolosi per l’incolumità pubblica come purtroppo abbiamo assistito a Pasquetta con la tragica scomparsa di due ragazzi della nostra comunità. Da qui la necessità di fare tutti qualcosa e rimboccarci le maniche: parte oggi un progetto sperimentale innovativo non solo in Sardegna ma in tutta Italia in cui mettiamo a fattore comune, sotto il coordinamento della Prefettura, i Vigili del Fuoco con i loro professionisti, l’Ordine degli Ingegneri che gratuitamente prestano la loro collaborazione, il Genio civile e gli uffici tecnici dei vari comuni. Noi cominceremo una mappatura degli edifici pericolanti e del loro stato di pericolo partendo da Orani, Fonni e altri comuni di quella zona a titolo sperimentale. È chiaro che si tratta di una sperimentazione che andrà arricchita poi dei contributi di tanti altri soggetti e soprattutto andranno individuate le giuste linee di finanziamento regionale e statale perché, una volta individuati gli edifici, sia garantita la messa in sicurezza». 

Marco Ziranu è il Presidente della Comunità Montana del Nuorese, un territorio che raggruppa numerosi centri molto antichi e che vedono al loro interno un patrimonio edilizio a volte fatiscente. Questa convocazione del Prefetto vi metterà in difficoltà?
«Assolutamente no, anzi la convocazione è gradita perché come sindaci questo problema lo sentiamo. È vero che abbiamo dei patrimoni edilizi importanti ma è anche vero che ci sono dei pericoli per i nostri cittadini che da soli non possiamo affrontare. Si tratta di interventi che costano tantissimo e spesso anche i proprietari di queste case non possono intervenire. In alcuni casi ci sono diversi proprietari, anche 20 o 30, oppure non si riesce neanche a individuarli tutti e non si può neanche intervenire con un’ordinanza».

Dal momento che occorrono fondi importanti il richiamo è anche verso la Regione?
«Il richiamo è sia economico verso la Regione, sia normativo verso il Ministero per snellire un po’ l’iter burocratico. Se per esempio un proprietario non vuole intervenire perché non ha interesse potrebbe essere costretto a cedere l’immobile ai comuni che se ne fanno carico, magari per fare una piazza. Altro intervento normativo sarebbe quello di cercare di snellire i vincoli su questi edifici: tutelare una casa che ha una valenza storica è importante, ma tutelare dei ruderi che sono solo un pericolo pubblico non ha nessun senso. Magari è meglio fare una piazza e permettere ai nostri centri storici di vivere, perché senza piazze e senza parcheggi non vivono più».

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