18 Maggio 2024
8' di lettura
Nuoro - Era il 31 marzo del 2023 quando gli ex presidenti della regione si confrontavano sul tema “Politica, quando e dove ti sei persa?”. Il 7 febbraio scorso le candidate e i candidati alla presidenza si sono misurati sul tema “Date ragione della speranza che è in voi”. In quell’occasione il Vescovo strappò la promessa a chiunque avesse prevalso nella competizione elettorale di ritornare a Nuoro: è toccato ad Alessandra Todde, l’8 maggio, a circa un mese dal suo insediamento. Nella città che esprime al momento un vuoto politico devastante, questo percorso organizzato dalla Diocesi al teatro San Giuseppe si è caratterizzato per una costante: la partecipazione.
La presidente ha risposto a sette domande – intervallate da alcune questioni poste anche da monsignor Mura – su altrettanti temi dell’agenda regionale. Ne riportiamo alcuni passaggi.
Famiglia e politiche sociali
Interrogata da Paola Cadau sulla possibilità di vedere realizzate nella nuova legislatura politiche strutturali a beneficio delle famiglie la presidente ha escluso l’idea di una Legge quadro: «Parlando di politiche sociali non avrebbe senso un’unica norma», ha detto. E richiamando le parole di Papa Francesco, «Non lasciatevi rubare la speranza», ha elencato le precondizioni affinché un giovane, un genitore, una famiglia, possano investire con fiducia sul futuro: un sostegno economico, il lavoro, l’istruzione. «Noi non stiamo investendo sulla scuola, sugli asili e la cosa che abbiamo fatto nel passato è stato accettare supinamente parametri che ci sono stati dati non tenendo conto dei nostri territori». E poi la casa: «Più che un nuovo piano casa c’è bisogno di recuperare l’esistente, le seconde case emquelle presenti nei centri storici sempre più spopolati».
Scuola e giovani
La più giovane sul palco era la sedicenne Eleonora Fois, studentessa, ha ripreso il tema della scuola e della formazione. «Parlando di una legge quadro sull’istruzione – ha detto la presidente – abbiamo in mente il fatto di poter agire sugli edifici ma anche sul come si sta a scuola, poter studiare e rimanere dopo la fine delle lezioni, mettere in rete gli istituti». C’è poi il tema del dopo: «Quali sono le opportunità? Non bisogna aver paura di andare fuori, a me spaventa che noi non attraiamo altri giovani. Le nostre aziende sono molto piccole quindi le opportunità di lavoro per chi si specializza sono difficili da trovare in loco. Dobbiamo investire nel rafforzare la nostra economia, nel far crescere le aziende, perché più sono strutturate, moderne e tecnologiche, più avranno opportunità di ospitare anche nuove competenze. Bisogna lavorare con gli imprenditori e anche sulla formazione, accompagnare i ragazzi in un percorso nel quale ci si deve adattare alle competenze richieste dal mercato».
Inclusione
Francesco Fancello ha presentato la realtà delle persone con disabilità oltre a sottolineare alcune criticità sui temi dello sport e tempo libero.
«Occorre fare in modo – ha replicato Todde – che il percorso di inclusione non si esaurisca a scuola o all’interno della famiglia. Questo discorso non è legato solo alla disabilità. In certe comunità, oltre al bar del paese non c’è niente, mancano centri di aggregazione culturale. Si deve ricostruire il tessuto culturale e sportivo delle nostre comunità e fare in modo che non solo chi ha disabilità ma tutti i ragazzi abbiano l’opportunità di potersi incontrare, di capire che cosa vuol dire lavorare in squadra, prendersi delle responsabilità, curare anche i propri compagni che hanno abilità diverse».
Sanità
Incalzata in maniera puntuale da Stefania Calvisi sui temi della sanità Alessandra Todde ha subito messo le mani avanti: «Intanto – ha detto – la cosa importante per noi è di prendere il controllo della nostra macchina sanitaria, capire dove siamo e cercare immediatamente di affrontare questo tema con serietà». Poi rispondendo ad alcune questioni ha proseguito: «Tra le cose da portare avanti immediatamente c’è per esempio il PDTA Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) sulla sclerosi, dargli priorità è legato al fatto che in Sardegna abbiamo un’incidenza sulla sclerosi che è doppia rispetto al resto d’Italia. Tra le altre cose dobbiamo puntare su una ridistribuzione dei medici, perché abbiamo delle concentrazioni in alcuni luoghi e il deserto su altri. La nostra popolazione è distribuita in un territorio vasto e quindi dobbiamo mettere in campo tutto quello che possiamo per rimettere al centro le persone fa di fare un percorso sanitario indispensabile. Quello che è prioritario per noi è la presa in carico. Dobbiamo capire che il percorso è lungo e comporta delle scelte: va rivista la rete ospedaliera sapendo che non tutto può essere fatto dappertutto, quindi avremo degli ospedali che avranno delle missioni, delle eccellenze e degli altri ospedali che chiaramente daranno risposte alla medicina di base, chirurgia, ortopedia, ma non possa avere 18 eccellenze oncologiche in una regione». Il tema dei medici di base: «La domanda è come riusciamo ad incentivare i medici di base a rimanere ed essere sui territori. Per farlo bisogna gestire correttamente il fatto che ci siano degli Ascot (gli Ambulatori straordinari di comunità territoriali ndr), questi sono spesso l’unica risposta che abbiamo i territori ma rappresentano anche una concorrenza sleale nei confronti dei medici di base che vengono pagati meno».
Ambiente ed energia
Provocata dall’intervento di Domenico Scanu, di Isde Medici per l’Ambiente, la presidente ha avuto modo di ricostruire le vicende che vanno dal famoso Decreto Energia emanato dal Governo Draghi nel 2021 al provvedimento che prevede una moratoria sulla realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da rinnovabili.
«Il decreto Draghi è stato fatto nel 2021, quando ero viceministro alle crisi industriali, quindi non avevo le deleghe energetiche nonostante qualcuno continui a ripeterlo, per ottemperare delle direttive europee. L’Unione Europea ci ha imposto dei limiti molto importanti relativamente alla transizione energetica e alle fonti energetiche e questi sono stati tradotti con una semplificazione rispetto alle procedure. Il decreto era collegato a una mappa delle aree idonee che doveva arrivare entro 180 giorni. La mappa non l’abbiamo vista e non mi pare che la precedente giunta, tra il 2021 e il 2024 si sia sperticata per colmare quel vuoto normativo dato dal fatto che non c’erano regole perché oggettivamente le autorizzazioni si sono spostate ad un livello nazionale. Il punto è stato che, in assenza di regol,e di fronte ad un limite per l’Isola di 6 gigawatt stiamo ricevendo autorizzazioni per 58 gigawatt. La nostra moratoria difficilmente sarà impugnata perché non abbiamo agito sulle autorizzazioni, noi abbiamo sancito quello che è un principio fondamentale del nostro Statuto per il quale ambiente e paesaggio sono beni essenziali, peraltro sul tema urbanistico abbiamo competenza primaria. Questa norma permette di avere del tempo, in secondo luogo volevamo uno strumento che permettesse al Consiglio di emendarlo e arricchirlo perché si riempia di altri contenuti».
Innovazione
Appassionato l’intervento di Salvatore Mario Carta sui temi del lavoro e dell’innovazione.
«L’Einstein Telescope – secondo la presidente – è un’opportunità, ma cosa fare perché non sia un’iniziativa isolata? Ovviamente lavorare con le università per fare in modo che ci possano essere dei contesti, degli attrattori, progetti di ricerca che possano far rimanere le persone e poi riverberarsi in posti di lavoro. Un’altra cosa: le competenze non devono stare a Cagliari o adesso a Olbia dove ci sarà il il polo dell’innovazione ma bisogna fare in modo che possono essere anche portate nelle scuole nei territori. In Sardegna visto che siamo 1.600.000 abitanti, un quartiere di Madrid, sarebbe bello avere una università diffusa, magari con una storia diversa rispetto al nostro Consorzio universitario che non è innovativo».
Trasporti
Per parlare di trasporti era sul palco l’avvocato Claudio Solinas, anima del Comitato Trenitalia nuorese. Di fronte alle sue sollecitazioni la presidente ha elencato alcune volontà della giunta: «La tratta da Abbasanta a Nuoro ma anche il ripristino della Macomer – Nuoro che deve servire i comuni e collegare l’area di Tossilo a quella di Pratosardo, infine una società regionale che gestisca correttamente i 400 chilometri di strade ferrate dell’Isola».