L'incontro di questa mattina nella sede di Confindustria Sardegna centrale a Nuoro
Confindustria, politica ha abbandonato territorio e imprese
di Franco Colomo

5 Aprile 2023

4' di lettura

Nuoro - Immobilismo, abbandono, sfiducia e rassegnazione, è il sentire diffuso tra gli industriali che hanno voluto denunciare con una conferenza stampa questa mattina nella sede di Confindustria a Nuoro lo stato di abbandono in cui versa il centro Sardegna. Lo hanno fatto numeri alla mano: tra il 2020 e il 2021 – ha detto il presidente Giovanni Bitti – la provincia di Nuoro ha registrato un crollo del Pil del 7,6% e nonostante la mini ripresa del dopo pandemia la Provincia si attesta tra le 25 più povere d’Italia con un Pil di 3,5 miliardi e un reddito pro capite pari a una media di 13700 euro, il più basso in Sardegna. Negli ultimi quindici anni il Pil nel settore manifatturiero è calato di oltre il 40%, nel 2021 si è attestato sui 340 milioni di euro a fronte degli 800 milioni registrati nel 2005.
Ora l’interlocutore non è più la politica – “indifferente, inaffidabile e incapace di trovare soluzioni” – ma il Prefetto, al quale è stato consegnato un documento di sintesi, perché raccolga le istanze del territorio e le porti all’attenzione del Governo.

Gli interventi dei rappresentanti dei vari settori produttivi – Giuseppe Mastio, Mario Masini, Anna Scancella, Enrico Burrai, Massimiliano Meloni, Vanna Fois, Giuseppe Pertile – hanno evidenziato i tanti i tanti dossier aperti a partire dallo stato di abbandono di Consorzi industriali e delle Zir, commissariate dal 2008. Manca una legge di riforma dei Consorzi che sono o dovrebbero essere il primo polo d’attrazione per le imprese.

L’altro danno grave per il Nuorese e l’Ogliastra è l’esclusione dalle Zes (Zone economiche speciali), occorrono invece politiche fiscali di vantaggio per ridurre il gap con altre zone dell’Isola e del continente.

Anche il distretto del marmo – come ha ricordato Anna Scancella, la cui famiglia opera da 60 anni a Orosei – nonostante esportazioni in Cina, India, Egitto, ha visto la forza lavoro dimezzata: erano 500 le unità dirette e altrettante quelle indirette al lavoro prima del Covid, oggi sono la metà a causa di vincoli e tasse che hanno penalizzato il settore.

Tra e infrastrutture mancanti ci sono poi quelle digitali, dei 40 milioni destinati alla banda ultra larga ne sono stati spesi la metà, così pure il voucher connettività da ulteriori 40 milioni ne ha visti spesi appena 6. A Pratosardo sono state duplicate reti ma manca l’accesso finale alle singole unità produttive, ogni impresa dovrebbe effettuare gli scavi a proprie spese per l’allaccio alla rete. sulla digitalizzazione – ha affermato Burrai – la Sardegna è indietro di vent’anni.

“Con questi numeri siamo al fallimento”, ha denunciato Massimiliano Meloni, “fare impresa nel nostro territorio è follia, è antieconomico”, ha proseguito denunciando lo stato delle aree industriali, le strade, le infrastrutture, la mancanza di impianti di depurazione. “Manca visione politica”.

Un accenno anche all’energia, Pertile che ha due insediamenti gemelli, uno in Corsica e l’altro in Sardegna, spende nella nostra Isola il 307% in più di quanto non faccia in terra francese.

La politica è stata tirata in ballo anche per le promesse del Piano di rilancio del Nuorese, “che fine ha fatto?” ha domandato Bitti. Tutti gli accordi sottoscritti con i vari governi regionali non sono stati realizzati. Un “treno perso” è anche il Pnrr, basti pensare allo stato in cui versano i collegamenti ferroviari.

C’è, infine, il grande abbaglio collettivo dell’Einstein Telescope a Sos Enattos. “Non vorrei – ha detto Bitti – che sia il solito miraggio preelettorale. Sosteniamo il progetto ma non si può nascondere che a livello infrastrutturale o per l’accoglienza nulla sia stato fatto in questi anni”.

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