Alcune volontarie dell'associazione
Con l’Avo accanto agli ammalati
di Redazione

7 Settembre 2023

4' di lettura

Nuoro - L’emergenza pandemica iniziata nel 2020 e che ora dal punto di vista sanitario non viene considerata tale, porta ancora con sé strascichi di un immobilismo non sempre giustificabile: sono stati abbandonati impegni, abitudini, costanza… con gravi ripercussioni in quelle realtà dove ogni efficienza era garantita anzitutto dalla presenza fattiva e appassionata. L’Avo, l’Associazione volontari ospedalieri, presente anche a Nuoro da almeno un quarto di secolo, è una di quelle associazioni la quale conta almeno 360 sedi in Italia (di cui una decina in Sardegna) e che ha visto i suoi membri allontanarsi, vuoi per sensibilità personali, vuoi per direttive che la stessa sanità ordina per prudenza, impedendo così la prosecuzione di una grande opera di solidarietà nata negli anni ’70 del secolo scorso dall’Ospedale Niguarda di Milano e grazie alle intuizioni del dottor Erminio Longhini: garantire ai pazienti una compagnia, ascoltare il loro dolore, mettersi a disposizione per i piccoli favori, come offrire un po’ d’acqua.

Piermario Soddu, volontario, è il presidente della sezione locale dal 2021. Egli lancia con speranza un forte appello affinché nel territorio non manchi tale opportunità, rincuorante tanto per il destinatario quanto per il mittente: «Dal periodo preCovid, in tutti i reparti del San Francesco di Nuoro, circa 130 soci regalano la loro vicinanza stabilendo dei turni settimanali; adesso il numero è dimezzato e la direzione ospedaliera ci permette di intervenire solo nei piani della geriatria, medicina e ortopedia». Lui e il personale medico cercano ogni cittadino di buona volontà che sia pronto a offrire non denaro o uno sponsor, ma il proprio tempo, assai più prezioso. Concretamente, con l’intento di accogliere tutti gli interessati, l’Avo programma un corso di formazione per aiutare i soci futuri e già iscritti nel compiere al meglio la loro missione: con l’apporto professionale di esperti nel settore, imparare ad assicurare la massima riservatezza sull’identità dei degenti e sulle loro patologie, curare l’approccio con un giusto tono di voce e un rassicurante linguaggio del corpo, l’attenzione per l’igiene… e tutte le accortezze necessarie a tutela della salute, della dignità e della umanità del paziente.

La scuola di abilitazione si svilupperà lungo il prossimo mese di ottobre e le tappe, presumibilmente cinque e ciascuna dalla durata di una o due ore circa, saranno meglio calendarizzate e rese pubbliche con congruo anticipo una volta raccolte le iscrizioni, aperte per tutto settembre. Basterà scrivere ad avo.nuoro@hotmail.it oppure chiamare al 3204459536, pensando che non sono richiesti grandi requisiti, se non quello di voler “esserci” a beneficio di chi soffre e spesso vive in solitudine il proprio dolore. Gli obiettivi e prima ancora l’essenza dell’Avo sono spiegati essenzialmente nello statuto, facilmente reperibile dal web e da conoscere insieme ai diversi regolamenti redatti a livello locale a seconda delle esigenze e delle risorse. Nel caso di Nuoro, di recente la direzione generale dell’Asl, attraverso il coordinamento del dottor Luca Deiana, ha creato una forma di compartecipazione fra le varie associazioni perché ci fosse più comunicazione e sinergia che l’Avo condivide a fa sue.

Chi vuole e può, senza pensarci troppo, prodigarsi per portare una presenza amichevole accanto ai malati e offrire loro, durante la degenza, calore umano, sostegno, dialogo, aiuto per combattere contro la sofferenza, l’isolamento, la noia… non esiti a contattare l’associazione.

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