La lettera. Poste Italiane e il lavoro precario
di Redazione
27 Febbraio 2024

Gentile direttore,
sono un ex postino precario di Poste Italiane e referente del movimento “Lottiamo Insieme” dei lavoratori precari di Poste Italiane, nato la scorsa primavera per far fronte alle prospettive occupazionali di circa 10 mila ex dipendenti di P.I. in attesa di stabilizzazione. In merito ai recenti articoli pubblicati da codesta redazione sui disservizi postali in provincia di Nuoro, le ragioni andrebbero ricercate nel diffuso e collaudato sistema di sfruttamento del lavoro precario perpetrato e perpetuato da Poste Italiane S.p.A. con la complicità delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, che hanno mostrato ampi margini di tolleranza verso quella che di fatto è una subdola forma di caporalato, con tutte le criticità del caso: occupazione a breve termine, ricatto, vessazioni, diritti negati per decine di migliaia di giovani in Italia. Nella colpevole indifferenza della società e di una stampa piuttosto “servile” nei confronti di Poste S.p.A. (probabilmente per merito della pubblicità, certamente non gratuita). Quando la qualità del lavoro è scadente (come lo è in Poste, nonostante la propaganda aziendale e i numerosi premi ricevuti per le “migliori condizioni di lavoro”) ne risente la qualità del servizio pubblico e a farne le spese sono i cittadini.
È un sollievo constatare che tuttavia esiste ancora stampa libera e al servizio dei cittadini capace di fare informazione senza piegarsi a logiche clientelari.

Carmine Pascale

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