Per le elezioni regionali è già scoppiata la guerra
di Redazione
21 Luglio 2023

Non c’è pace, in Consiglio regionale. Mentre le sedute dell’assemblea vengono convocate ormai ogni morte di Papa (sia detto con il dovuto rispetto), il quadro politico appare sempre più frastagliato e litigioso. Ancora una volta ci si è messo il placido gruppo di Forza Italia a sparare ad alzo zero contro l’inattività della Giunta Solinas. L’ultimo caso – in ordine di apparizione – è il disordine causato dalle caselle lasciate vuote nell’organigramma degli assessorati, a partire dalla pedina più importante, quella mai occupata stabilmente del Segretario generale, figura di nuovo conio.

Prima fu Francesco Scano, ex magistrato del Tar Sardegna, ad essere chiamato dal Governatore alla prestigiosa carica. Poi, complice la pensione, la tentata sostituzione con Giuseppe Luigi Cucca, l’alzata di scudi dell’intero arco politico, quindi la scelta di virare su Gabriella Massidda, già in passato direttore generale dell’assessorato ai Trasporti. La recente andata in pensione di quest’ultima ha complicato i piani, per effetto della legge Madia che vieta gli incarichi ai pensionati per più di un anno, insieme ad una serie di direttori generali ancora da nominare.

In mezzo c’è di tutto, tra inchieste giudiziarie e un valzer di riposizionamenti politici da far paura a un ottovolante. Tenere il conto non è semplice. 

Dopo la fusione a freddo di Stefano Tunis e Antonello Peru che hanno unito le loro sigle a favore di un più confuso “Sardegna al centro 2020”, l’ultima trovata è “Alleanza Sardegna” progettata dall’attuale capogruppo dei sardisti Giovanni Satta per partecipare per conto proprio al tavolo dei centristi e magari chiedere di ricandidare Solinas sostenendo di non essere più così tanto sardista. E’ perfino rispuntata la Democrazia Cristiana con il volto pacifico dell’ex riformatore Attilio Dedoni. A destra, come a sinistra, si susseguono riunioni, incontri e mediazioni tra gruppi e gruppuscoli che paiono imitare la scissione dell’atomo: chiunque si intesta un gruppo, una squadra, una congrega di “amici” o almeno di compagni di spuntino pur di sedersi ad una qualche assemblea di condominio politico e far pesare il proprio presunto peso elettorale.

A sinistra è andato in scena nelle scorse settimane lo stesso gioco: da tempo Paolo Maninchedda e Luciano Uras lavorano alla costruzione di una coalizione (il cosidetto “campo largo”) che metta insieme Pd, Cinquestelle, Progressisti e indipendentisti di varia estrazione con una galassia di orfani di riferimenti politici. E’ pure apparso qualcuno che per l’occasione parla a nome di “Azione”, il pulviscolo di Calenda che nell’Isola non aveva ancora dato segno di vita.

Sullo sfondo di questi tentativi di tenere insieme con l’attaccatutto qualcosa destinato a spaccarsi il giorno dopo le elezioni, c’è ancora una volta la corsa per le candidature a Presidente. Le altre contano decisamente meno, complicate da sbarramenti altissimi e califfati interni a partiti che tanto decidono su tutto.

A destra lo scontro è tra Christian Solinas e Paolo Truzzu: difficile che spunti qualche altro nome, nella lotta tra l’attuale governatore e il sindaco di Cagliari. Da una parte la Lega cerca di fare asse con quello che rimane dei sardisti, dall’altra il resto del centrodestra spinge per un cambiamento, consapevole che una condanna di Solinas anche solo per abuso d’ufficio costituirebbe un vero terremoto, politico prima che giudiziario.

A sinistra il quadro è molto più complicato, ma la sensazione è che il nome uscirà tra il Partito democratico e i Cinquestelle, anche se i più saggi della coalizione suggeriscono di puntare su nomi nuovi, magari scollegati dalla politica. Intanto, in queste ore, con ogni probabilità sono nati tanti nuovi partitini. Tranquilli, settimana prossima si torna alla prima casella.

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