Crisi energetica e guerra: un mix da fine del mondo
di Nando Buffoni
6 Ottobre 2022

Gli effetti della crisi energetica ci toccano molto da vicino, creano problemi economici, sociali e politici stravolgenti con risultati che vanno oltre ogni previsione. L’Energia ricopre un ruolo fondamentale nei processi produttivi fino a creare, in negativo, nel nostro caso, un “circolo vizioso di decrescita mondiale”. La crisi è uno strumento consequenziale al deteriorarsi di rapporti internazionali fra le maggiori potenze del pianeta ed è diventata un’arma, alla lunga, di indebolimento e di potenziale distruzione di massa.

Il teatro di guerra è lo stesso, ma gli strumenti sono qualificati, come “non letali”. Nel nostro caso, nell’attuale sistema produttivo occidentale, petrolio e gas, sono diventati elementi indispensabili per l’esistenza, prossimi all’acqua.

Ci troviamo di fronte ad una strana guerra, combattuta e dichiarata in maniera particolarmente insolita. Una potenza mondiale invade un Paese vicino, un tempo satellite di due fasi della sua storia imperiale (zarista e sovietica) per recuperare territori appartenenti allo Stato aggredito, indipendente e sovrano.
Ai cittadini del Paese aggressore, russi, è vietato chiamare “guerra” l’aggressione militare all’Ucraina, pena il carcere. Il termine ufficiale è “operazione speciale”.

L’intervento è stato giustificato come una operazione di “pulizia” politica ed etica: “denazificare” l’Ucraina, ossia ripulire il Paese, che nel corso della Seconda guerra mondiale, quando era satellite dell’Unione Sovietica, si era alleata con la Germania nazista dietro la promessa di Hitler di liberarla dall’Urss e renderla Stato indipendente e sovrano (che otterrà, per la prima volta nella sua storia, nel 1991 con lo sfaldamento dell’Unione). Questo ci porta alle cause “primarie”, ossia alle cause sottostanti del conflitto.

La guerra in corso è combattuta su tre fronti: un fronte militare, circoscritto territorialmente all’Ucraina, uno economico planetario e uno religioso.
Quest’ultimo ha preso forma di “guerra santa”. È legata al ruolo di Mosca come “Terza Roma”, ossia come centro della Cristianità, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e di Costantinopoli, con la vittoria dei mussulmani nel XV secolo.

L’eredità del centro della cristianità e dell’evangelizzazione sarebbe passata a Mosca. Ed è appunto in questa dimensione che il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, ha giustificato l’invasione dell’Ucraina, come una forma di crociata che ha per fine la “salvezza umana” con significato “metafisico” dell’intervento militare. Che la giustificazione e benedizione della guerra complichi la situazione economica e politica internazionale che ne è conseguita non c’è alcun dubbio, anche se, in realtà, la posizione della chiesa ortodossa è subalterna all’azione politica del governo russo.

Ciò significa che se Putin frenasse gli attacchi, Kirill non si opporrebbe. Ma nel frattempo il quadro economico e politico internazionale si è complicato.
Di grande interesse è che le due potenze mondiali impegnate nel conflitto e alcuni Paesi che li sostengono sui rispettivi fronti in battaglia in Ucraina, dal punto di vista della disponibilità delle risorse energetiche non hanno problemi. Entrambi i paesi hanno ampie disponibilità e, pertanto, non hanno particolare fretta a interrompere i combattimenti.

La Russia ha perso, alla fine degli anni ’80, inizio degli anni ’90, i Paesi satelliti che aveva acquisito con la Rivoluzione d’Ottobre (tra il 1918 e il 1924) e con i premi della vittoria nella Seconda guerra mondiale. È diventata un Paese capitalista anomalo, ha rinnegato il comunismo e ha reintrodotto i principi dello zarismo, con la limitazione di libertà che caratterizza i regimi dispotici. La sua storia è caratterizzata da un permanente espansionismo.
Iniziato con gli zar, ha continuato con il sistema sovietico ed è ritornata ad essere tale dopo la caduta dell’Urss. Riprendersi tutti o alcuni Paesi che avevano fatto parte dell’Unione Sovietica (15 in tutto) e di altri Stati acquisiti con la Seconda guerra mondiale (8). Il tutto condito con la benedizione dell’Altissimo, secondo il patriarca Kirill.

Siamo in prossimità ad un baratro, in una situazione paradossale nella quale la religione dell’amore del prossimo diventa strumento di distruzione di massa. Il massimo del sacrilegio e della disumanizzazione. E c’è un baratro economico di impoverimento dove i più deboli rischiano l’estinzione. Si profila una anticipazione della fine del mondo.
Per questo motivo occorre trovare, in tempi brevissimi, la tregua e parlare di “pace”, se il termine è ancora concepibile. Allo stesso tempo, sul piano economico, occorre accelerare al massimo l’adozione di fonti alternative.
Le rinnovabili sono essenziali per il futuro del pianeta ma non saranno immediatamente disponibili e sarà necessaria coesione (soprattutto all’interno dell’Italia) per garantirne l’adozione.

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