Dai Paesi - Dorgali
Cala Luna, un bene da tutelare
di Redazione

29 Luglio 2023

3' di lettura

Dorgali - Cala Luna ha subito, con le ultime alluvioni di fine maggio e giugno, un notevole ridimensionamento. Si può permettere che gli accessi alla spiaggia siano lasciati alla libera iniziativa? Si può ignorare che un numero eccessivo di visitatori produrrebbe un danno grave a un gioiello della costa sarda? 

Da queste premesse è partita la sindaca Angela Testone e la Giunta comunale, interpellando prima di tutto gli operatori dei trasporti per condividere con loro metodi e finalità. 

Nell’ultimo mese e mezzo è stato portato avanti un tavolo tecnico che ha coinvolto in particolar modo gli operatori del trasporto passeggeri di Cala Gonone i quali, dopo una iniziale riluttanza, nell’incontro tenutosi il 17 luglio si sono dichiarati disponibili alla stesura e conseguente sottoscrizione di un protocollo di intesa. Detto protocollo altro non era che un “accordo ponte” il quale avrebbe consentito, attraverso una regolamentazione dei flussi sull’arenile di Cala Luna, di superare la stagione turistica corrente senza raggiungere i livelli di saturazione delle presenze degli anni passati.

Il passaggio successivo sarebbe seguito al termine della stagione balneare con l’organizzazione di tutte le dovute consultazioni, non solo con gli operatori turistici di Dorgali e dei comuni limitrofi, ma anche con gli enti preposti e le varie parti politiche, al fine di dare vita ad un regolamento definitivo che tenesse conto delle oggettive esigenze e criticità poste da tutte le parti in causa.

La Sindaca ha preso atto con disappunto che gli stessi operatori il 19 luglio hanno ritirato la propria disponibilità a un accordo condiviso; a quanto si evince dai numerosi servizi apparsi sulla stampa e sull’informazione televisiva il diniego non è dovuto a ragioni organizzative, in quanto gli stessi operatori si dichiarano già operativi con un sistema di controllo dei flussi autogestito. 

Trattasi evidentemente di un dietrofront dalla connotazione politica, al quale la Giunta comunale risponde che la difesa del territorio non ha bandiera, o almeno non dovrebbe averla. L’Amministrazione pubblica ha il dovere di tutelare la sicurezza della spiaggia stessa.

Pertanto, dopo aver cercato le soluzioni condivise, non resta che uno strumento quale l’ordinanza, la quale sperimentalmente e temporaneamente tuteli quel bene.

Non si tratta di attaccarsi medagliette ma di rappresentare gli interessi della comunità e non solo di una parte.

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