
23 Aprile 2020
4' di lettura
Noi non andiamo ad Emmaus! Non possiamo neanche uscire da casa! Ti chiediamo, Gesù, di accostarti a noi, di camminarci accanto, magari solo da una stanza all’altra delle nostre piccole o grandi case, belle o brutte che siano, come hai fatto con Cleopa e l’altro discepolo che era con lui. Cammina con noi, Signore, anche se facciamo fatica a riconoscerti in questa Pasqua che è veramente un passaggio verso un oltre e altrove che ci spaventa, dove non vediamo orizzonti né confini, immersi nel buio, e tutto sembra che ci crolli addosso. «Resta con noi, Signore, perché si fa sera», questo nostro giorno sta già declinando. Per tanti, per troppi, è un giorno che ha conosciuto già il tramonto e con fatica grande, anche noi, come i discepoli di Emmaus stentiamo a riconoscerti, o Signore. Siamo tante volte così incapaci, Gesù, a riconoscerti perché il tuo corpo, benché Vivente, è totalmente trasfigurato nel mondo di Dio. «È il corpo di prima, ma ormai è in un’altra dimensione: e gli occhi umani faticano sempre a riconoscere le cose di Dio». La fede che tu ci hai donato, nonostante questo tempo così doloroso in cui siamo immersi, nel vortice di una pandemia che sembra travolgerci e stravolgerci mettendo nel nostro cuore angoscia e paura, ci assicura che tu sei al nostro fianco come allora: accanto ai tuoi discepoli delusi ed avviliti per la tua morte così violenta ed infamante. Aiutaci a rileggere questotempo duro di prova, così come hai fatto con i due discepoli in cammino verso Emmaus. Facci capire che i fallimenti, le morti che non riusciamo ad accettare, non sono una maledizione, la fine di una speranza, ma, come è stato per la tua morte in croce, che sia anche per noi la fondazione di un mondo nuovo; comeCleopa, anche noi portiamo nel cuore la domanda che oggi, dopo duemila e venti anni di storia e di teologia, risuona, forse, irriverente: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?» . Certo, queste parole sono riferite alla tua morte in croce, ma noi le trasponiamo oggi alle morti delle tue membrasofferenti: sei così forestiero, Gesù, così estraneo nei confronti di quest’umanità dolente e morente? Spiegaci ancora Gesù, oggi più che mai, il senso della Scritture; dicci ancora oggi che queste sono la tua lettera d’amore per ciascuno di noi. Dì ancora al nostro cuore che ci vuoi bene, che il Tuo Amore è più grande e più forte della morte e di ogni pandemia. Donaci ancora la tua amicizia, fa che le tue Parole ci ardano nel cuore affinché possiamo riprendere il cammino della vita insieme a Te, che adegui sempre il tuo passo al nostro passo che tante volte è incerto, sofferente, deluso e stanco. Donaci ancora di sedere a mensa con Te, di mangiare quel Pane Benedetto come i discepoli di Emmaus, fa che possiamo tornare alle mense eucaristiche con i nostri sacerdoti, anche se tante volte siamo «stolti e lenti di cuore». Entra nelle nostre case per rimanere con noi e spezzare il pane e darci ancora la tua benedizione, non lasciarci soli. Apri i nostri occhi, rendici capaci di riconoscerti sempre per annunciare a tutti che Tu sei il Vivente! Mane nobiscum, Domine! Come i due discepoli del Vangelo,/ ti imploriamo, Signore Gesù: Rimani con noi!/ Tu, divino Viandante, esperto delle nostre strade/ e conoscitore del nostro cuore,/ non lasciarci prigionieri delle ombre della sera./ Sostienici nella stanchezza, perdona i nostri peccati,/ orienta i nostri passi sulla via del bene./ Benedici i bambini, i giovani, gli anziani,/ le famiglie, in particolare i malati./ Benedici i sacerdoti e le persone consacrate./ Benedici tutta l’umanità./ Nell’Eucaristia ti sei fatto “farmaco d’immortalità”: dacci il gusto della vita piena,/ che ci faccia camminare su questa terra/ come pellegrini fiduciosi e gioiosi,/ guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine./ Rimani con noi, Signore! Rimani con noi! Amen. (San Giovanni Paolo II)