Le bufale nel piatto/2
Zucchero, olio, glutine, altre "bufale alimentari" a cui fare attenzione
di Mariantonia Monni
4' di lettura
29 Gennaio 2023

Nel riprendere il discorso sulle bufale legate al mondo dell’alimentazione non si può non parlare della convinzione che lo zucchero di canna sia “meno calorico” di quello bianco e quindi più sano. In realtà entrambi sono formati da saccarosio e forniscono più o meno lo stesso apporto energetico. Lo zucchero di canna può essere di due tipi: integrale e grezzo. Quello integrale contiene una minor percentuale di saccarosio (10-15% in meno) e una maggior quantità di sali minerali, ciò lo rende un prodotto “migliore” rispetto a quello grezzo. Quest’ultimo subisce infatti un processo di raffinazione simile a quello a cui è sottoposto lo zucchero bianco e il colore scuro è dovuto, in realtà, alla presenza di melassa. È comunque bene ricordare che un consumo eccessivo di qualunque tipo zucchero non è giustificato in quanto in una corretta alimentazione è richiesto di ridurne il più possibile l’uso. 

Altra “bufala” è quella secondo cui l’olio di semi è più “leggero” e quindi migliore dell’olio extravergine di oliva. In realtà entrambi sono costituiti da grassi e forniscono le stesse calorie. L’extravergine, tuttavia, risulta migliore perché viene prodotto dalla semplice spremitura delle olive senza altri trattamenti, al contrario degli oli di semi ottenuti con un processo molto complesso che richiede, tra l’altro, l’utilizzo di alte temperature che impoveriscono il contenuto di sostanze utili, in particolare, in antiossidanti. È quindi vero che l’extravergine di oliva, dal punto di vista salutistico (essendo più “naturale”), per la presenza di una maggior quantità di grassi “buoni” e anche perché ha molto più sapore, possa considerarsi migliore per la nostra alimentazione. 

E per quanto riguarda il glutine, è corretto utilizzare prodotti “privi di glutine” al solo scopo di dimagrire? È bene ricordare che una rigida dieta senza glutine è fondamentale per la salute di chi soffre di celiachia, ma non è giustificata al solo scopo del dimagrimento in persone sane. Negli ultimi anni, infatti, tanti individui hanno eliminato il glutine dalla loro dieta anche in assenza di una diagnosi di celiachia o altri disturbi glutine-correlati. In molti casi, tale scelta parrebbe non dettata da una reale esigenza salutistica e la convinzione che i prodotti senza glutine siano più salutari può portare al consumo eccessivo degli stessi. Essi, essendo prodotti “troppo industriali”, possono, infatti, contenere aggiunti, per esempio, maggiori quantità di grassi (non sempre “buoni”), per ovviare alla assenza di quelle che sono proprietà tipiche (morbidezza e elasticità) che il glutine conferisce ai cibi. Nel caso in cui si pensi di soffrire di celiachia o altri disturbi glutine-correlati è bene non eliminare il glutine sino alla diagnosi definitiva per evitare “falsi negativi” e ritardare l’accertamento della presenza della malattia. É comunque vero che, secondo vari studi, il glutine potrebbe svolgere un’azione “infiammatoria” sul nostro intestino ed essere quindi il responsabile, o uno dei responsabili, di alcuni sintomi gastro-intestinali presenti anche in soggetti sani. Sicuramente sono necessari molti studi per definire meglio il problema, ma potrebbe essere utile ridurre la sua frequenza di consumo, consumando prodotti senza glutine “naturali” , il più possibile prodotti freschi e meno industriali.
Nel concludere questa piccola carrellata di “bufale alimentari” (ne esistono tante altre!) è bene ricordare che è legittimo informarsi e documentarsi, ma molto meglio sarebbe farlo da fonti attendibili e scientificamente corrette. Per questo prima di fare qualunque scelta che riguardi l’alimentazione è sempre necessario parlarne con il proprio medico e ricordare che ciò che riguarda il nostro stile di vita, soprattutto alimentare, influenza necessariamente il nostro benessere e la nostra salute.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--