Biodiversità: la salute del pianeta è la nostra salute
Grazie ad essa il nostro pianeta ci fornisce beni essenziali per la nostra sopravvivenza e salute, che noi spesso, diamo per scontati: cibo, aria, acqua, energia
di Mariantonia Monni
5' di lettura
11 Settembre 2022

Il primo settembre si è celebrata la “Giornata mondiale di preghiera per la custodia del creato”, che segna l’inizio di un periodo che si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi. Anche quest’anno l’invito è quello di prendersi cura della nostra casa comune per poter affrontare e risolvere realmente la doppia crisi, del clima e della perdita della biodiversità. Con questo termine ci si riferisce alla varietà biologica in tutte le sue forme, dalla composizione genetica di piante e animali alla diversità culturale ad essa collegata. La biodiversità è alla base della vita sulla Terra, ma sta pericolosamente diminuendo ad un ritmo senza precedenti, causando una grave minaccia per la salute e il benessere di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Sappiamo che nel corso delle varie epoche storiche, vari sono stati i cambiamenti che hanno portato alla scomparsa di diverse specie animali e vegetali, ma la perdita a cui noi oggi stiamo assistendo ha, rispetto al passato, due caratteristiche peculiari: la velocità con cui questo avviene e la causa principale di tale perdita, individuata in maniera netta nell’azione dell’uomo e nelle sue scelte che impattano sul pianeta.

Perché la biodiversità è così importante e perché parlarne in questa rubrica? Perché grazie ad essa il nostro pianeta ci fornisce beni essenziali per la nostra sopravvivenza e salute, che noi spesso, diamo per scontati: cibo per nutrirci, aria pulita, acqua potabile, energia per riscaldarci, sostanze per curarci. Il legame tra salute e biodiversità è estremamente complesso e l’attuale perdita e/o riduzione di essa altera sempre di più questo delicato equilibrio. Per esempio, la perdita di biodiversità negli ecosistemi agricoli causa una maggior debolezza delle filiere produttive e riduce la sostenibilità di molti sistemi di produzione (ad esempio comporta maggior uso di pesticidi, fertilizzanti, antibiotici, pratiche di allevamento e di colture sempre più“intensive”) con effetti negativi sulla salute umana. Inoltre oggi circa il 60% dell’alimentazione mondiale si basa su 3 famiglie di cereali: grano, riso e mais, e gli interessi economici delle grandi multinazionali hanno portato, nel tempo, alla selezione di pochissimi ibridi e alla progressiva perdita di tante altre varietà (antiche, locali) perché magari meno convenienti dal punto di vita economico. È semplice pensare che se il cibo di cui noi ci serviamo deriva quasi tutto da pochi tipi di cereali, nel caso in cui ci fossero delle condizioni che danneggino queste culture (es. parassiti, malattie infestanti, alluvioni, incendi, conflitti, siccità) la disponibilità di cibo andrebbe a ridursi e questo porterebbe inevitabilmente al fatto che una parte della popolazione mondiale (quella più povera ovviamente) non avrebbe accesso alle fonti alimentari essenziali per il proprio nutrimento. In Europa, circa l’84% delle specie coltivate e il 78% delle specie di fiori selvatici dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione animale: se mancano gli insetti impollinatori (api, farfalle ecc.) queste culture sono a rischio. La biodiversità svolge pertanto un ruolo diretto, cruciale nell’alimentazione umana. Sappiamo infatti che una alimentazione varia e diversificata protegge da eventuali carenze e quindi dall’insorgenza di molte malattie, per questo è fondamentale avere accesso a una sufficiente varietà di nutrienti con l’introduzione di vari tipi di cibi, animali e vegetali. La salvaguardia della biodiversità è fondamentale inoltre per la tutela delle piccole comunità locali in quanto una sua perdita può avere un impatto diretto e significativo sulla società, influenzando per esempio il reddito, causando o inasprendo conflitti in corso e provocando migrazioni.

Diversi studi hanno poi dimostrato inoltre che nelle popolazioni più industrializzate, meno a contatto con l’ambiente naturale, dove si registra una maggior frequenza di patologie legate genericamente al sistema immunitario, si ha un’importante perdita di biodiversità del microbiota (la flora batterica intestinale) composto da miliardi di microrganismi che svolgono funzioni fondamentali per la sopravvivenza umana.

Tutti noi possiamo fare qualcosa, ogni giorno, partendo dai nostri territori. Impariamo a fare una spesa più consapevole, ad esempio scegliendo alimenti che abbiano poco imballaggio e prodotti locali, a km zero e di stagione poiché il consumo di prodotti fuori stagione o non locale, richiede maggior consumo di energia e spesso maggior uso di pesticidi, concimi. Scegliere di acquistare vegetali locali può limitare il consumo di acqua potabile e aiutare a preservare antiche varietà che rischiano l’estinzione mantenendo viva la cultura del territorio. Riparare e riciclare gli oggetti permette di risparmiare e di impattare meno sull’ambiente producendo una minore quantità di rifiuti così come muoversi in modo sostenibile, a piedi o con la bici, fa bene a noi e all’ambiente.
Prendiamoci cura del nostro pianeta e ci prenderemo cura di noi stessi, della nostra salute e della nostra cultura.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--