
Piano di Rinascita e Recovery plan
27 Gennaio 2021
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Le discussioni sul Recovery plan di questi tempi rimandano nella mente a quanto accadde con il Piano di Rinascita della Sardegna nel secolo scorso. Stesse perplessità, stessi rischi. Questo confronto lo facciamo partendo da un articolo del settembre 1962, scritto da Marcello Tuveri su Il Mondo, dal titolo: “Il Piano e la Politica”. Un Piano che va apprezzato perché si tratta del primo che «lo Stato si appresta a compiere investendo tutti i settori economici e tutte le strutture sociali di una determinata area territoriale». Il fine è quello di determinare la «massima occupazione stabile e più rapidi ed equilibrati incrementi del reddito». L’intervento per la Sardegna punta all’effettiva partecipazione, non in «funzione subalterna, dei poteri pubblici locali, assicurata mediante una imputazione di poteri al più importante e “politico” di essi, la Regione». La partecipazione dei sindacati va intesa come un modo per consentire «Il più compiuto passaggio della volontà popolare all’apparato dei pubblici poteri». L’attuazione del programma è affidata alla stessa Regione ed il controllo tecnico e della progettazione ed esecuzione agli uffici della Cassa del Mezzogiorno. La collaborazione tra i due enti è il primo atto di fiducia del «Governo di centro-sinistra verso le autonomie locali». Il Piano ha una dotazione finanziaria di 400 miliardi da disporsi in quindici anni. I soldi non sono tanti ma «possono imprimere all’ambiente un moto di autopropulsione capace di arrestare il processo di progressiva depauperazione dell’Isola». È quindi compito della Regione dare priorità ai fattori umani dello sviluppo: interventi rivolti alla formazione professionale, all’educazione degli adulti, al miglioramento del sistema scolastico tradizionale sino a comprendere la formazione di quadri per lo sviluppo economico e l’assistenza tecnica e sociale. Fondamentale l’intervento nel settore dei trasporti: «Il trasferimento delle merci e delle persone è gravato, a causa del tratto marittimo, da un sovraccosto che raddoppia circa l’entità del prezzo che devono pagare i sardi». Inutile aggiungere che il problema è ancora irrisolto. Per lo sviluppo agricolo si prevede l’attuazione di interventi organici in opere pubbliche e di bonifica, di opere private obbligatorie di trasformazione, oltre all’introduzione di moderne tecniche produttive per l’incoraggiamento alla cooperazione, specie nel settore della pastorizia.

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Nelle immagini: Il Mondo, prima pagina dell’11 settembre 1962. Nella foto piccola: Marcello Tuveri
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