L’Italia s’è desta
di Angelo Sirca

8 Luglio 2021

3' di lettura

Diceva Arrigo Sacchi: il calcio è la cosa più seria fra quelle che non lo sono. Posti in piedi nel carro del commissario tecnico, ed altri in ginocchio black lives matter. Chissà domenica notte, se batteremo la perfida Albione oppure scopriremo: c’è del calcio in Danimarca. La Spagna e il palleggio, e noi il contropiede, per  i più raffinati  ripartenza. Chiesa, tutti devoti e fedeli, e il tiro a giro. Donnarumma, parate e milioni. Tutto gli è perdonato, non più Dollarumma. Come può un rigore cambiar l’umore. Viziati e tatuati, attaccati all’ iphone. Questo se si perde o si pareggia. Altrimenti: giovani che fanno gruppo, ogni mamma vorrebbe averli partoriti. Immobile cadde folgorato, alzò lo sguardo, vide il gol e si rialzò. Sportivi sì, ma non troppo. Sai così è il calcio. Non dirlo a me, perché la vita. Sapesse, signora mia: Pessina studia all’università. Però. E Chiellini? E’ già laureato. Perbacco. Tra razzismo e nazismo non gli sfugge niente. E gli juventini soliti ladri: gol di Chiesa, rigori di Bernardeschi e Bonucci. Vabbè, è in corso la riforma della prescrizione: ne usufruiranno. Fuorigioco, fuori dal gioco. Gli arbitri: diciamo prima che son venduti e prevenuti, non sia mai. L’alibi meglio prepararlo per tempo. Ricordi Moreno, quello che poi commerciava droga. Ma l’Italia giocava allora da schifo. Passami il sale, il sale fa male. Scaramanzia ed euforia. Preghiere e invocazioni: San Gennaro e San Francesco, ma c’è chi vuole strafare e arruola direttamente il titolare: “Dio è italiano”. Poi, dice: la stampa è in crisi. L’inno a memoria con parole sbagliate. Lo scrivesse Fedez, vedresti il successo. L’82? Era caldo come oggi, lo ricordo benissimo anche se son nato il 1990. Sa prevedevo il passato. Ma anche il 2006, era caldo come oggi. Amici miei a Sant’ Antine è sempre caldo. Il calcio è un’ipotesi, ma di riffa o di Raffa, la si può sfangare. A chi affermava: vinca il migliore, rispondeva con prudente saggezza Nereo Rocco: sperem de no. Vincere è l’unica cosa che conta sosteneva il grande Boniperti. Vincere e vinceremo. Ah no, questa è meglio non menzionarla. Zum, zum, zum e per altri Zan, zan, zan.

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