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La Bibbia come racconto poesia o testo legislativo, secondo il punto di vista storiografico o quello evangelico, partendo dall’Antico o dal Nuovo Testamento. Il secondo incontro di formazione biblica organizzato dalla Vicaria di Nuoro nel salone parrocchiale delle Grazie offre molteplici spunti di riflessione sulle sacre scritture e fa registrare il pieno di pubblico. Dopo quello di Michele Corona sulle radici bibliche del Giubileo, un altro appuntamento interessante introdotto da don Roberto Carta della parrocchia di San Giuseppe e San Giovanni Battista. Lo tiene don Rinaldo Alias, biblista della diocesi di Tempio Ampurias e docente dell’Istituto di Scienze religiose.
«Prima caratteristica della narrativa biblica – afferma Alias – è il suo realismo nel senso che non ha un intento moraleggiante come le favole di Esopo non si presenta con modelli di comportamento». Il relatore legge Genesi 27 dove l’inganno di Giacobbe ed Esaù con il padre Isacco somiglia alle vicende familiari di oggi al conflitto tra genitori e figli e ha intento eziologico, perché oggi Israele è diviso come lo sono le persone.
«La Bibbia non distingue tra buoni e cattivi ma mostra la realtà, secondo la legge dell’economia narrativa direbbe Ska, cioè la descrizione del personaggio è funzionale al racconto. Il dettaglio se c è non è un orpello ma spiega il significato. Non sempre il tempo del racconto coincide con quello della storia. La dilatazione dei tempi è un elemento espressivo, ad esempio nel Vangelo di Marco nei 16 capitoli il ritmo è veloce ma nella settimana Santa c’e una stasi». Alias legge Genesi 22 quando parla del sacrificio di Abramo, «non si hanno data e luogo, ma il viaggio è raccontato con lentezza e dovizia di dettagli per fare capire che all’azione segue una sofferenza. Il narratore si interpreta da ciò che dice e si legge tra le righe. Il lettore è attivo in 2 Samuele quando Davide e Mical discutono animatamente».
In definitiva, per Alias, la Bibbia racconta per tramandare alla memoria la tradizione. La scrittura è la risposta allo choc dell’esilio, le memorie orali vengono riscritte alla luce del disastro, sono un antidoto all’estinzione. I testi sono pensati per un ascolto, in questo senso si spiegano i doppioni.
Alla fine le domande del pubblico per richiedere sussidi utili alla lettura della Bibbia. «La Parola di Dio è anche parola umana – chiosa Alias -, la traduzione linguistica aiuta alla comprensione posso leggere la Bibbia come pura letteratura ma è difficile. La Parola di Dio sta nell’orientamento che va oltre le parole. Le leggi senza racconti nel Pentateuco non si comprendono. La lettura contestuale è indispensabile».
Prossimo appuntamento il 2 dicembre con suor Nolly Kunnath sulla preghiera e la pratica della lectio divina.